lunedì 7 aprile 2025

Dalla propaganda al confronto: la strada giusta per smontare la narrazione dominante

Un confronto civile per riportare la verità al centro del dibattito
 pubblico,  anche con chi non vuole ascoltare.
Grazia Piccinelli, fondatrice del Comitato Fortitudo – realtà nata per dare voce alle vittime e ai danneggiati da vaccino e per portare alla luce le conseguenze della vaccinazione di massa – ha spesso realizzato interviste dal titolo "Incontri con Grazia"  ad esperti, testimoni e vittime dirette, cercando un confronto aperto e paritario.

In questa prospettiva di equità e rispetto della par condicio, ha scelto di intervistare anche Fabrizio Pregliasco, uno dei volti più noti del fronte mediatico pro-vaccinazione durante la pandemia, spesso definito una “virostar”.

E allora apriti cielo. Come osano Alessandro Amori e Grazia Piccinelli offrire voce a chi ancora oggi difende tesi ormai smentite da studi, inchieste, evidenze sempre più numerose? Come osano farlo con educazione, senza alzare la voce, senza trasformare l’intervista in un’arena?

Io davvero non capisco di cosa si stia accusando Alessandro Amori e Grazia Piccinelli per la scelta di intervistare chi ancora oggi difende l’importanza dei vaccini. Dell’educazione e della delicatezza con cui Grazia Piccinelli ha condotto il confronto con Pregliasco? (Cit.: “...Noi stiamo qua per avere un confronto tra le parti... nel rispetto delle nostre diversità..”
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Ma stiamo scherzando? Non vi è piaciuta? Nemmeno a me, per certi versi. L’arroganza della controparte è evidente. Ma il punto è un altro: bisogna perseverare. Continuare a proporre incontri in cui si espongono i fatti con chiarezza, dove l’interlocutore viene messo davanti alle contraddizioni, senza aggressività ma con fermezza. Solo così si smonta una narrazione.

Cosa si aspettavano, una rissa da talk show con urla e denunce finali? Se davvero vogliamo tornare a un dialogo, se vogliamo superare questa divisione sterile tra vaccinati e non vaccinati, allora dobbiamo cominciare da qui. È una strada in salita, certo. Ma è l’unica percorribile. E questa intervista è un primo passo.

Il tempo delle accuse infondate e delle risposte evasive è finito. Ora è il momento di studiare, acquisire documenti, incrociare fonti, fare le domande giuste. È il momento di pretendere che anche chi ha goduto di enorme visibilità durante l’emergenza si assuma la responsabilità delle sue parole e scelte. Perché la scusa del “non sapevamo” non regge più. Le informazioni c’erano, le analisi anche. Se non le hanno cercate, è lecito domandarsi il perché: disinteresse? Rapporti troppo stretti con case farmaceutiche? Opportunità economiche? Partecipazione a progetti non dichiarati?

Avanti così. Perché se il dialogo è difficile, il silenzio è molto più pericoloso.

“Anche parlarne male, l’importante è che se ne parli.” Una frase attribuita a Andy Warhol, un famoso artista e icona della cultura pop. E allora parliamone. Ma con stile, con coraggio e con quella voglia di verità che il Comitato Fortitudo, Grazia Piccinelli, Alessandro Amori, Play Master Movie e il nuovo film che stanno realizzando continuano a dimostrare ogni giorno. Avanti così.

Un percorso, quello di Alessandro Amori, che merita rispetto e attenzione. I suoi documentari partono nel 2017 con "Vax Over" a seguito della legge Lorenzin,  poi c'è stato "Invisibili", che ha dato voce ai danneggiati da vaccino ignorati dalla narrazione ufficiale. Poi "Non è andato tutto bene", una denuncia lucida delle storture istituzionali e "La morte negata", un documentario toccante sulle reazioni avverse ignorate fino all’estremo. E ora il nuovo progetto, "Modello Fortitudo", un’indagine coraggiosa sull’Italia post-pandemica e su chi non si è arreso.

Buona visione con i Trailer e i film di Play Master Movie
gentilmente concessi per la pubblicazione.

Trailer di "Vax Over"
"Invisibili":

Trailer "Non E' Andato Tutto Bene":
 
"La Morte Negata":
 
Primo trailer di "Modello Fortitudo":
Secondo trailer di "Modello Fortitudo":
  

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Evidentemente, almeno così si evince, l'Ufficio stampa di questo sito non ha letto tutte le motivazioni serie e concrete delle critiche costruttive in merito all'incontro Piccinelli-Pergliasco. Nel presente, a mio avviso non ben formulato articolo, in difesa della Piccinelli si parla di “intervista” perché così era stata presentata dall’ottimo Amori e dalla grande Piccinelli.
Purtroppo non vi è stata alcuna intervista. Il video è lì, ognuno può verificarlo.
Vi è stato un monologo grazie al quale la narrazione della virostar già conosciuta a memoria è stata perfettamente ribadita citando i soliti dati senza un contraddittorio. Non si trattava di volere uno scontro (con urla, secondo voi!) con il soggetto ma di porgergli - con la calma di Grazia - poche domande nodali, scottanti e aperte, al fine primario di ingenerare dubbi nel pubblico meno informato. I video si fanno per il pubblico.
La Piccinelli ha esposto qualche buona battuta svanita nella marea di parole dell’altro, come da copione televisivo mainstream.
Pergliasco, se fosse stato invitato per una intervista professionale da un vero giornalista non di regime, probabilmente non avrebbe accettato l’incontro. PS.: scusate, per curiosità, da dove salta fuori Andy Warhol? La frase “Parlatene bene o parlatene male basta che ne parliate” è originata da Oscar Wilde.

Anonimo ha detto...

Solo confusione, con: "Il quarto d'ora di celebrità" di Andy Warhol, che in fondo é ciò che si ricercava.

Disco Novità - Ufficio Stampa ha detto...

Gentile lettore,

La ringraziamo per il suo intervento e per aver sollevato punti così rilevanti. Comprendiamo la sua delusione riguardo alla forma dell'incontro tra la Dott.ssa Piccinelli e il Dott. Pergliasco. Il nostro articolo intendeva offrire una lettura dell'evento come presentato dai protagonisti, senza entrare nel merito delle modalità specifiche dell'incontro. Accogliamo con rispetto le sue osservazioni e riconosciamo l'importanza di un confronto critico e approfondito su temi di rilevanza pubblica.

Per quanto riguarda la citazione di Andy Warhol, si tratta di un errore editoriale: la frase "Parlatene bene o parlatene male, purché ne parliate" è attribuita a Oscar Wilde. Ci scusiamo per l'imprecisione e provvederemo a correggerla nel testo.

La ringraziamo nuovamente per il suo contributo.

Disco Novità - Ufficio Stampa ha detto...

La sua osservazione è apprezzata. Il termine "quarto d'ora di celebrità" è stato utilizzato per sottolineare l'aspetto mediatico dell'incontro. Non era nostra intenzione sminuire l'importanza del confronto, ma piuttosto riflettere sul modo in cui certi eventi vengono trattati dai media. Accogliamo il suo punto di vista e riconosciamo la necessità di un'analisi più critica e approfondita di tali situazioni.

La ringraziamo per aver condiviso la sua opinione.

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