Domenico Bavaro, giovane pugliese che nel rap ha trovato una casa emotiva, non fa finta di essere quello che non è. Non veste i panni del duro, non ostenta ricchezze inesistenti, non costruisce personaggi finti. Racconta quello che vive: la sua strada, il suo quartiere, il gruppo di amici che negli anni è diventato una famiglia parallela. Lo aveva già mostrato nei brani più intimi, come “Accordi e Ricordi”, ma con “La Gang di Dome” cambia registro senza rinunciare alla verità.
Il pezzo è diretto, ruvido, spontaneo. Non vuole convincere nessuno, non cerca pose, non punta al moralismo. È una fotografia sincera: il bar dove ci si trova, gli amici che fanno da scudo, gli sguardi della “madama” che passano e giudicano, quella fame di riscatto che rimane una costante. In mezzo, il valore più grande che Dom Beta riesce a esprimere: la necessità di sentirsi parte di qualcosa.
La strada che descrive non è un luogo da film, ma il posto in cui è cresciuto. Una zona che a volte ferisce, altre volte abbraccia. Ma è pur sempre la sua. In questo senso “La Gang di Dome” parla molto più di amicizia: parla di sopravvivenza emotiva. Di ragazzi che si stringono attorno per non crollare. Di chi si sente fragile ma trova un sostegno reale, non patinato.
Ed è esattamente qui che il brano diventa universale. Perché al di là dei riferimenti urban, quello che Dom Beta mette sul tavolo è una verità semplice: nessuno ce la fa da solo. Per chi vive certe fragilità, trovare un gruppo che non ti giudica e ti conosce davvero può fare la differenza tra arrendersi e provare a crescere.
Musicalmente il brano scorre veloce, sostenuto da una base che lascia spazio alla voce e alle parole. Non cerca virtuosismi, ma punta sul ritmo e sull’atmosfera. Il risultato è un pezzo che si lascia ascoltare d’istinto, capace di farti entrare in quel mondo fatto di lealtà, gelosia, appartenenza e piccoli atti di resistenza quotidiana.
Dom Beta è giovane, ma mostra già una consapevolezza che di solito arriva più tardi. La sua scrittura è sporca e vera, come deve essere quando parla un ragazzo che sta ancora costruendo sé stesso. Non ha paura di esporsi, di ammettere le sue fragilità, di dire che senza gli altri probabilmente si sarebbe perso. In un tempo in cui molti fingono di essere invincibili, il suo è un messaggio che vale doppio.
L’intervista che segue approfondisce proprio questo lato umano: il suo legame con la musica, la sua crescita, le sue paure, e quella forza silenziosa che gli permette di trasformare le difficoltà in energia creativa. Un percorso che vedremo evolvere, passo dopo passo, senza trucchi e senza scorciatoie.
Perché dietro la musica ci sono battiti veri, persone che cercano un appiglio, un motivo per continuare a credere in sé stesse.
E se un gesto, una parola, un incoraggiamento possono aiutarlo a tenere la rotta, allora vale la pena farlo. Per lui, e per tutti quelli che nella musica trovano l’unico modo per non chiudersi del tutto al mondo.
LA GANG DI DOME - DOM BETA
