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sabato 22 febbraio 2025

"Mobilitiamoci": Oltre La Paura contro Il Sistema - Marco Guzzi al Politeama Italia invita al risveglio e all'azione


Sabato 22 febbraio, il Politeama Italia di Bisceglie ha ospitato un evento denso di significato e stimoli: la conferenza-spettacolo "Mobilitiamoci", guidata dal filosofo e poeta Marco Guzzi. Un incontro che si è rivelato un vero e proprio invito all'azione interiore e collettiva, un'esortazione a superare le paure e a riscoprire la forza trasformativa del cuore.

Guzzi, noto per il suo approccio profondo e al contempo accessibile, ha condotto il pubblico in un viaggio attraverso le radici del malessere contemporaneo, individuandone le cause in un sistema "malato, malsano, maledetto, menzognero, suicidario e cannibalico", come lo ha definito senza mezzi termini. Un sistema che, a suo dire, si nutre della paura e dell'immobilismo delle coscienze.

Ma "Mobilitiamoci" non è solo una denuncia: è soprattutto una proposta di risveglio, un invito a riappropriarsi della propria capacità di scelta e a mettere in discussione le narrazioni dominanti. "Che cosa vuol dire convocarci in assemblee terapeutiche rivoluzionarie?" si è chiesto Guzzi, sottolineando la difficoltà, ma anche l'urgenza, di "vivere delle assemblee che abbiano un senso vitale e ci facciano sentire il senso vitale dello stare insieme."

La conferenza è stata arricchita da intermezzi musicali e poetici, interpretati con sensibilità dagli artisti di Darsi Voce, un coro che ha contribuito a creare un'atmosfera intensa e partecipativa. I brani musicali, uniti alle liriche evocative di Guzzi, hanno elevato la riflessione a un livello emotivo profondo, rendendo ancora più incisivo il messaggio. In particolare, il brano di De André ha sottolineato il contrasto tra l'apparente oscurità del presente e la scintilla di speranza che può nascere proprio da questa consapevolezza: "Questa notte non è più notte davanti a te, il buio come luce risplende."

Uno dei punti centrali dell'intervento di Guzzi è stato il concetto di "mobilitazione": un movimento interiore che parte dalla consapevolezza del "blocco del cuore", dalla paura che ci paralizza e ci impedisce di agire. "Dobbiamo sincronizzare il blocco e il movimento" ha affermato il filosofo, "dobbiamo mettere in movimento anche quel blocco. Se non mettiamo in movimento quel blocco, se non dinamizziamo quel blocco, il movimento sarà schizoide, cioè ci sarà un movimento isterico in superficie e una disperazione profonda nel cuore."

Guzzi ha poi affrontato il tema della "paura della morte", individuandola come una delle principali fonti di immobilismo e chiusura. "Il nostro piccolo ego è totalmente fondato, radicato e alimentato di continuo dalla paura della morte" ha spiegato, esortando il pubblico ad "imparare a morire", ad abbandonare le false sicurezze e ad abbracciare la precarietà dell'esistenza. "Se è vero che noi ci rattrappiamo, ci chiudiamo e quindi ci blocchiamo perché abbiamo paura" ha detto, "vuol dire che imparare a morire è imparare ad amare, vuol dire imparare a uscire dalla trappola della paura."

La parte finale della conferenza è stata dedicata ad una breve pratica meditativa, guidata da Guzzi, per aiutare il pubblico a sperimentare concretamente le dinamiche interiori di cui aveva parlato. Un momento di silenzio e introspezione che ha permesso ai presenti di interiorizzare il messaggio e di iniziare un percorso di trasformazione personale.

Citando Platone, Guzzi ha concluso il suo intervento con un appello al coraggio e alla responsabilità: "Il pensare è rischioso! Bisogna che con queste credenze noi facciamo l'incantesimo a noi medesimi. Dobbiamo entrare dentro questa cosa." Un invito a non accontentarsi della "ordinarietà ordinaria", ma a osare "splendere come astri", a vivere una vita autentica e significativa, in grado di illuminare il mondo con la propria luce interiore.

Alla conferenza ha partecipato il nostro corrispondente ing. Mario Di Gregorio che ringraziamo, ed ha realizzato per i nostro lettori, una diretta FaceBook:
La conferenza-spettacolo di Marco Guzzi al Politeama Italia è stata più di un semplice evento culturale: un vero e proprio appello a "Mobilitiamoci", a superare la paura per contrastare un sistema che ci imprigiona. Un invito a riscoprire la nostra capacità di incidere sulla realtà, partendo dal profondo del nostro essere.

Le parole di Guzzi, unite alla potenza evocativa della musica e della poesia, ci spingono ad interrogarci sul nostro ruolo nel mondo e a cercare nuove vie per un futuro più autentico e umano. Un percorso impegnativo, ma necessario, che richiede coraggio, consapevolezza e la volontà di mettere in discussione le nostre certezze.

Vi invitiamo a riflettere su queste suggestioni e a condividere nei commenti le vostre esperienze, le vostre paure e le vostre proposte per "mobilitarci" insieme. Quali sono i blocchi che sentite dentro di voi? Come possiamo trasformare la paura in energia creativa e trasformativa? Quali azioni concrete possiamo intraprendere per contrastare un sistema che ci opprime e costruire un mondo più giusto e sostenibile?

Il futuro è nelle nostre mani. "Mobilitiamoci"!