Una strategia silenziosa ma efficace sta minando l'Italia dalle sue fondamenta. Gli attacchi non arrivano con i carri armati, ma con vincoli, piani economici, regole ambientali e politiche energetiche imposte dall'alto. L'obiettivo: condurre l'Italia verso una recessione sistemica, controllata e apparentemente inevitabile.
Dalla Sardegna parte l'assalto
Secondo diverse fonti, compresi analisti geopolitici e attivisti locali, la Sardegna è la regione prescelta per iniziare la demolizione del comparto agroalimentare italiano. Lì si concentrano progetti massivi di parchi eolici e fotovoltaici estesi che non si limitano a deturpare il paesaggio, ma consumano suolo fertile e modificano i microclimi. Generano riscaldamento locale, turbolenze, e rilasciano microplastiche nelle aree circostanti, effetti ambientali finora sottostimati. I territori vengono espropriati, gli alberi abbattuti, gli allevamenti – inclusi quelli di bestiame per latte e prodotti caseari – scoraggiati con normative sempre più stringenti. La Sardegna, con la sua posizione strategica e le sue risorse, è il terreno di prova perfetto.
Produzione agricola sotto attacco
Grano, olio, vino, frutta, ortaggi, latte e derivati: l’intero sistema agricolo e zootecnico nazionale è sotto pressione. L’obiettivo è chiaro: azzerare o assorbire la produzione italiana in favore di grandi gruppi multinazionali e organismi sovranazionali, già ampiamente finanziati da fondi che in passato hanno sostenuto regimi e conflitti.
Il ruolo della moneta e dei vincoli europei
L’euro, una moneta privata nelle mani di poteri sovranazionali, mantiene l’Italia ostaggio. Il sistema è progettato per collassare e ricostruirsi secondo nuovi parametri, ma il momento del crollo è quello di massimo pericolo. Da qui l'urgenza di informare, formare, resistere.
Geoingegneria e strategie climatiche sospette
Dietro le narrazioni ufficiali sul cambiamento climatico si muovono interessi economici e tecnologici. Progetti di geoingegneria, tecnologie di manipolazione atmosferica, e promozione sistematica del panico climatico sembrano giustificare l’avanzata di infrastrutture invasive come le turbine eoliche o i mega-impianti fotovoltaici. Queste tecnologie, oltre a deturpare il paesaggio, alterano i flussi d’aria, generano turbolenze, surriscaldano l’ambiente e rilasciano nell’atmosfera microplastiche dovute all’usura delle pale, con conseguenze ecologiche ancora poco studiate.
Anche negli Stati Uniti, il clima di disinformazione è fitto: la Climate Change and Health Initiative è stata depennata dai siti istituzionali, mentre si dedicano spazi alle teorie sulle "scie chimiche", a volte cavalcate anche da figure governative. In Italia, intanto, si legittimano operazioni che mettono in pericolo la biodiversità, l’agricoltura e la salute.
Turismo in declino e città abbandonate
Le grandi città italiane vengono svuotate dai turisti per colpa della percezione di insicurezza (borseggi, rincari, criminalità), per l'overtourism mal gestito, per il degrado delle infrastrutture, per la crescente invivibilità dovuta all’inquinamento, all’assenza di verde urbano (dovuto anche all’abbattimento sistematico degli alberi da parte dei comuni) e a una narrazione mediatica che scoraggia le visite. I problemi di trasporto, l’aumento dei prezzi, la mancanza di servizi adeguati e la difficoltà di accesso ad alcune destinazioni contribuiscono ulteriormente al declino.
Emergenza incendi e distruzione ambientale
Gli incendi, sempre più numerosi e spesso dolosi, servono da giustificazione per nuove speculazioni edilizie o per piazzare impianti energetici “green” in aree precedentemente protette. La logica è semplice: distruggi prima, ricostruisci dopo secondo un nuovo piano.
Vaccini, sanità e controllo sociale
La narrazione unica sui vaccini mRNA e i silenzi su eventi avversi contribuiscono a un clima di paura e di sfiducia crescente verso le istituzioni sanitarie. Mentre si parla di innovazione, intere filiere vengono rallentate, intere categorie di lavoratori penalizzate, spesso senza reale motivazione scientifica. La rinuncia alle cure da parte dei cittadini è in aumento, sia per motivi economici che per le lunghe liste d’attesa, mettendo a rischio la salute pubblica, specialmente nelle fasce più deboli. A ciò si aggiungono difficoltà per cittadini non UE nell’ottenere visti per cure mediche in Italia e un rafforzamento dei sistemi sanitari concorrenti all’estero.
PNRR e nuovo indebitamento mascherato
Le grandi opere finanziate dal PNRR – spesso inutili o imposte – rappresentano un nuovo indebitamento occulto. L’Italia pagherà caro queste scelte nei prossimi decenni, con tasse, austerità e svendite del patrimonio pubblico.
Italia sotto attacco commerciale e industriale
Dal 1° agosto sono entrati in vigore dazi del 15% sulle merci europee dirette negli USA. L’Italia, che considera gli USA il terzo mercato di esportazione, subirà perdite stimate fino a 22,6 miliardi di euro. Le aziende italiane, già scoraggiate da burocrazia, corruzione, incertezza normativa e assenza di meritocrazia, preferiscono investire all’estero, lasciando il Paese privo di innovazione e competitività.
L'Italia polveriera: basi NATO e instabilità geopolitica
L’Italia ospita decine di basi militari statunitensi e NATO, che la rendono un bersaglio strategico in caso di conflitto. La militarizzazione del territorio non ha portato sviluppo, ma insicurezza e dipendenza da poteri esterni. Alcuni analisti parlano apertamente di una polveriera pronta a esplodere.
Conclusione: è ora di reagire
Non è più il tempo di attendere o sperare. È il momento di agire. Informarsi, organizzarsi, condividere conoscenze. Non possiamo permetterci di delegare a chi ha già dimostrato di non volere il bene dell’Italia. È il momento di cambiare gioco e riscrivere le regole. Per noi, per i nostri figli, per il futuro.
(LC)
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