In un contesto internazionale segnato da 18 mesi di sanguinoso conflitto tra Israele e Palestina, la presa di posizione del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha suscitato attenzione e dibattito. In un panorama politico italiano spesso silente o diviso su questa vicenda, le sue parole si sono distinte per coraggio e chiarezza.
Per approfondire il senso, la portata e le possibili conseguenze di questo intervento, il nostro corrispondente ha raggiunto telefonicamente il Presidente Emiliano per un’intervista esclusiva.
L'intervista
Durante la conversazione, Emiliano ha condiviso le motivazioni che lo hanno spinto a intervenire pubblicamente su un tema così delicato e spesso evitato dal dibattito istituzionale. Ha sottolineato l'importanza del ruolo delle Regioni e degli enti locali nel promuovere pace e giustizia su scala globale, evidenziando i passi concreti che il governo italiano dovrebbe intraprendere oggi.
Ha inoltre espresso la speranza che il suo intervento possa aprire una breccia nel muro di silenzio istituzionale, stimolando altre voci a esporsi, piuttosto che restare un gesto isolato in un contesto ancora troppo timido e attendista.
Azioni concrete per la pace
Oltre alle dichiarazioni, il Presidente Emiliano ha intrapreso azioni simboliche e concrete per promuovere la pace. Ha inaugurato a Massafra un murale intitolato "Un abbraccio per la pace", raffigurante un bambino palestinese e uno israeliano che si abbracciano, ispirato a una celebre fotografia di Ricki Rosen. L'opera, realizzata con migliaia di tessere digitali, è in grado di fornire gratuitamente internet e contenuti multimediali a chi la inquadra con lo smartphone [1] .
Inoltre, Emiliano ha ricevuto l'ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, Abeer Odeh, esprimendo un sentimento di dolore e amicizia verso il popolo palestinese e sottolineando l'importanza di tali incontri anche a livello personale [2] .
Conclusione
Ringraziamo il Presidente Michele Emiliano per la disponibilità e il coraggio dimostrato. Ci auguriamo che il suo gesto possa stimolare nuove prese di posizione e rafforzare un dibattito necessario. In tempi complessi come questi, la parola è un primo atto di responsabilità. Invitiamo cittadini, amministratori e rappresentanti politici a non restare in silenzio e a farsi promotori attivi di un dialogo fondato su diritti umani, giustizia e pace.
Il presidente della Regione Puglia ha emanato la seguente disposizione. “A tutti i dirigenti e dipendenti della Regione Puglia, delle sue Agenzie e delle società partecipate. A causa del genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del Governo Netanyahu, da oggi vi invito ad interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto Governo e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di Gaza. Questa è una posizione che viene assunta nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi israeliani ed ebrei di tutto il mondo che stanno condannando il Governo Netanyahu”.
Gioventù per i Diritti Umani Internazionale offre materiale educativo gratuito
sui 30 diritti.
La
Giornata
internazionale per l’abolizione della schiavitù viene
commemorata il 2 dicembre di ogni anno. Questa giornata è
un’opportunità per riflettere sulla persistente presenza della
schiavitù moderna in tutto il mondo e sulla necessità di porre fine
a questa grave violazione dei diritti umani.
La
schiavitù è esistita in tutto il mondo per secoli, se non millenni.
In passato, le persone venivano schiavizzate per motivi di razza,
religione, nazionalità o per motivi economici. Nel XIX secolo, le
società occidentali iniziarono a riconoscere la schiavitù come una
violazione dei diritti umani. Ci vollero molte battaglie per la sua
abolizione, ma alla fine il mondo si unì per bandirla.
La
Giornata Internazionale per l’Abolizione della Schiavitù è una
giornata mondiale dedicata a sensibilizzare l’opinione pubblica
sulla persistenza della schiavitù nel mondo moderno e a promuovere
azioni per eliminarla completamente.
L’obiettivo
finale di questa giornata mondiale è porre fine a ogni forma di
schiavitù nel mondo e garantire la libertà e la dignità di tutte
le persone.
L’educazione
e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sono fondamentali per
porre fine alla schiavitù moderna. L’educazione deve essere
fornita ai lavoratori, ai datori di lavoro e alle comunità locali
per aiutarli a riconoscere e prevenire la schiavitù moderna. La
sensibilizzazione dell’opinione pubblica è essenziale per
aumentare la consapevolezza sul problema e spingere i governi a
prendere misure concrete.
Gioventù
per i Diritti Umani Internazionale (YHRI) è un’organizzazione non
a scopo di lucro fondata nel 2001, affiliata all’associazione Uniti
per i Diritti Umani, che ha come obiettivo quello di insegnare ai
giovani di tutto il mondo i diritti umani, in particolare la
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in modo che diventino
sostenitori della tolleranza e della pace. YHRI è ora cresciuta in
un movimento globale di individui, gruppi e leader nazionali e
comunitari che stanno diffondendo il messaggio di ciò che sono i
diritti umani e di come implementarli e proteggerli.
Gioventù
per i Diritti Umani Internazionale fornisce materiale didattico sui
diritti umani per le scuole e al di fuori dei tradizionali contesti
educativi. Con l’obiettivo di raggiungere i giovani provenienti da
diversi background, i materiali di YHRI fanno appello a persone di
tutte le generazioni. Dall’insegnamento dei diritti umani
attraverso conferenze e convegni a gruppi di hip-hop e danza, il
messaggio si diffonde così in tutto il mondo.
I
volontari di Gioventù per i Diritti Umani credono che al giorno
d’oggi, più che mai, “I diritti umani devono essere resi una
realtà, non un sogno idealistico”, come scrisse l’umanitario L.
Ron Hubbard, per questo motivo invitano a visitare il sito
it.youthforhumanrights.org
e ordinare gratuitamente il materiale educativo sui diritti umani.