giovedì 20 novembre 2025

“Ostuni. Non mi cercare più…” approda a Bari in un nuovo appuntamento di “Parole illuminate


Un incontro che intreccia parola scritta, paesaggio, memoria, tensione narrativa e dimensione emotiva, proponendo un percorso immersivo che accompagna il lettore tra le ombre, i silenzi e le rivelazioni del nuovo thriller di Luigi Del Vecchio, profondamente radicato nel cuore della Puglia.


Al centro dell’incontro in programma presso il Museo Civico di Bari vi sarà il romanzo "Ostuni. Non mi cercare più…", nuovo thriller di Luigi Del Vecchio che riporta il lettore tra i misteri, le atmosfere sospese e le suggestioni della città bianca. L’opera, sequel del precedente "Ostuni. Un’insospettabile presenza", approfondisce il legame tra territorio, identità e memoria, restituendo una narrazione densa di tensione e introspezione.

Sarà proprio a partire dal libro che prenderà forma il nuovo appuntamento di Parole illuminate, il programma di incontri promosso dal Centro Regionale Audiolibro Puglia. Una cornice culturale che favorisce l’ascolto e il dialogo con gli autori contemporanei, creando uno spazio di condivisione attorno ai temi più significativi della narrativa italiana. A guidare la conversazione con l’autore sarà Paola Martelli, che accompagnerà il pubblico all’interno dei passaggi più emblematici del romanzo, esplorandone le dinamiche psicologiche, le tensioni narrative e il rapporto profondo con la Puglia, scenario vivo e imprescindibile delle sue storie.

Il libro

"Ostuni. Non mi cercare più…", edito da Viola Editrice, è il sequel del thriller "Ostuni. Un’insospettabile presenza", già presentato nei principali contesti culturali nazionali. Il romanzo riprende le vicende ambientate nella città bianca, attraversata da segreti irrisolti e memorie che riaffiorano improvvisamente, guidando il lettore dentro una trama tesa, stratificata e ricca di rimandi alla complessità interiore dei suoi protagonisti. Le campagne, i vicoli e le atmosfere sospese di Ostuni diventano elementi narrativi che dialogano con i conflitti personali, dando vita a un racconto di mistero e identità.

L’autore

Luigi Del Vecchio, Generale della Guardia di Finanza in congedo, ha costruito negli anni un percorso professionale segnato dal contrasto all’illegalità economica e dalla formazione giuridica e investigativa. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria, è consulente tecnico d’ufficio delle Procure di Napoli e Torre Annunziata. Attivo nella vita associativa e culturale, ha ricevuto numerosi riconoscimenti letterari e svolge un intenso impegno nei settori della solidarietà e della promozione culturale. Dal 2022 vive a Ostuni, città che continua a nutrire la sua ispirazione narrativa.

L’incontro di Bari si inserisce nel percorso di diffusione delle opere di Del Vecchio, contribuendo a valorizzare la relazione tra territorio, memoria e letteratura, e offrendo al pubblico un’occasione per ascoltare una voce autoriale capace di coniugare esperienza professionale, profondità umana e immaginazione narrativa.

Gospel for Children: al Politecnico di Bari una serata di musica e solidarietà con APAMRI al fianco dell’Unic

Riccardo Di Matteo: «La cultura della solidarietà è un dovere morale e civile, un impegno che unisce istituzioni, comunità e mondo accademico per sostenere i diritti dei bambini più fragili»

Si è tenuto lunedì 17 novembre nell’Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari l’evento benefico “Gospel for Children: la musica unisce, la scuola costruisce”, un appuntamento che unisce spettacolo, impegno sociale e promozione dei diritti dell’infanzia. La serata, organizzata dal Comitato Unicef di Bari, ha visto la partecipazione del Wanted Chorus diretto dal maestro Vincenzo Schettini, affiancato da figure istituzionali e del mondo associativo impegnate nella diffusione dei valori di cooperazione e responsabilità civile.

Presente il Presidente Nazionale di APAMRI (Associazione Parlamentari Amici degli Insigniti al Merito della Repubblica), Cav. Uff. Riccardo Di Matteo, Console onorario della Repubblica Ceca, accompagnato dal Cav. Antonio Giaimis, delegato regionale APAMRI e responsabile Area Manager Cantina Vignuolo. In rappresentanza del territorio e del mondo accademico  presenti anche la presidente Unicef di Bari, Emanuela Lassandro, e il prof. di Fisica Quantistica Vincenzo Schettini. Significativo il sostegno di Saporosa di Puglia, rappresentata da Luca Sanguedolce, della Sinisi conserve S.r.l., rappresentata da Michele Sinisi e dell’Associazione APAMRI

La partecipazione di APAMRI all’iniziativa ha rafforzato il legame tra il mondo civico e quello istituzionale, in un’azione condivisa con l’Unicef finalizzata alla tutela dei bambini nei contesti più fragili. Il ricavato dell’evento sarà destinato al progetto “School in a Box”, il kit didattico che garantisce l’avvio immediato delle attività scolastiche nelle aree colpite da guerre, crisi umanitarie o calamità naturali.

La presidente Lassandro ha dichiarato: «La collaborazione con il Politecnico di Bari e con realtà come il Wanted Chorus dimostra quanto sia forte il legame tra cultura, comunità e responsabilità sociale. La musica, in questo caso, diventa strumento di unione e speranza».

Un evento che unisce arte, scienza e solidarietà

Sul palco si è esibito il Wanted Chorus, storico gruppo gospel pugliese fondato nel 1997 e diretto da Vincenzo Schettini, noto al grande pubblico per il progetto divulgativo “La fisica che ci piace”. Il repertorio, che fonde tradizione gospel e sonorità contemporanee, ha accompagnato una serata dedicata alla sensibilizzazione e al sostegno concreto dell’educazione nei contesti di emergenza.

L’evento è aperto al pubblico, con prenotazione tramite e-mail all’indirizzo comitato.bari@unicef.it

martedì 18 novembre 2025

La radio accende il Natale – Ether Weave Project firma la colonna sonora delle feste natalizie 2025

C’è un suono che non tramonta mai: quello della radio. E quando si unisce alla magia del Natale, nasce qualcosa che va oltre la musica. È da questo incontro che prende vita“La Radio accende il Natale”, il nuovo brano firmato Ether Weave Project, disponibile in radio dal 17 novembre 2025 con distribuzione EarOne.

Un progetto raffinato e profondamente evocativo, che si inserisce come terzo capitolo del percorso artistico di Ether Weave Project, confermando l’identità del gruppo: quella di un laboratorio sonoro dove melodia, emozione e memoria si intrecciano per accendere sentimenti autentici.

L’arrangiamento si apre con un’introduzione delicata di campanellini e archi che subito richiamano l’atmosfera natalizia. Il pianoforte, dolce e avvolgente, accompagna una voce limpida e sincera, fino a un ritornello corale che sprigiona calore e luminosità. Ogni elemento sonoro sembra costruito per evocare un’immagine precisa: una casa illuminata, una famiglia riunita, una radio accesa in sottofondo che scalda il silenzio dell’inverno.

Il testo, poetico e diretto, celebra il legame indissolubile tra la radio e il Natale, due simboli di presenza costante e umana. “Ogni nota è una carezza, ogni canzone un abbraccio”, recita un verso che riassume il senso del brano: la musica come gesto d’amore e la radio come sua voce più autentica.

“La Radio accende il Natale” è una canzone che attraversa il tempo e le generazioni, ricordando che — nonostante l’era digitale — la radio continua a unire, emozionare e far sognare.
Un messaggio semplice, ma potente: la vera magia del Natale non è negli schermi, ma nelle frequenze che parlano al cuore.

Con questo brano, Ether Weave Project regala un inno al calore, alla compagnia e alla speranza, invitando tutte le emittenti italiane a diffonderne il messaggio. Perché, come ricorda il titolo stesso, la radio accende il Natale… e continua a farlo, ogni anno, con la stessa emozione.

Disconovità dal 17 al 23 novembre 2025

Ecco il videoclip su Youtube:

Dall’arroganza digitale all’umiltà della natura: la rete ci ha intrappolati, la natura ci libera

 

Per anni abbiamo celebrato il digitale come fosse una promessa di libertà assoluta. Velocità, comodità, connessioni istantanee: tutto a portata di clic. La verità, però, è che mentre credevamo di ampliare i confini, finivamo sempre più stretti dentro una gabbia fatta di algoritmi, notifiche e abitudini indotte.

Non è una tragedia moderna, è un semplice dato di fatto: la rete non ci ha reso più liberi, ci ha reso più dipendenti.

L’arroganza digitale nasce proprio da questo: dall’illusione di controllare un mondo che, invece, controlla noi. Ore sottratte al pensiero, alla vita reale, agli incontri veri. Una realtà che si confonde con l’apparenza, dove l’importante è esserci – non essere.

Eppure la via d’uscita esiste, ed è sempre stata lì, silenziosa. La natura non promuove nulla, non invia notifiche, non chiede la password. Si limita a essere. Ci accoglie con la sua semplicità disarmante, ci libera dai ritmi costruiti, ci ricorda che siamo parte di qualcosa di più grande, non protagonisti di tutto.

Camminare in un bosco, guardare il mare, sedersi su un prato: azioni banali? No, fondamentali. È lì che si riattivano i sensi, si rallenta il respiro, si ridimensiona l’ego. La natura ci rimette al nostro posto, senza umiliarci: ci libera, proprio perché non pretende nulla.

La soluzione, quindi, non è demonizzare il digitale. È rimetterlo al suo posto.
La tecnologia è utile quando amplifica le possibilità senza cancellare ciò che c’era prima. Quando diventa un fine, non più un mezzo, allora ci intrappola.
La natura, invece, non ha bisogno di dominarci: ci insegna. E spesso ci salva.

Un ritorno alla terra non è nostalgia: è buon senso. Perché tra l’arroganza della rete e l’umiltà degli alberi, la differenza non è filosofica. È vitale.

La verita' e' che ci siamo convinti di poter risolvere tutto con uno schermo. Ogni volta che ci sentiamo stanchi, soli, annoiati, apriamo un’app come se fosse un antidoto universale. Ma non funziona cosi'. La rete ti seduce, ti cattura, poi ti chiede sempre di piu': piu' attenzione, piu' tempo, piu' energie. E noi glieli diamo, senza quasi accorgercene. E' un’arroganza mascherata: crediamo di dominare il digitale, quando invece e' lui che detta il ritmo.

E la natura? Lei non ti chiede nulla. Non ti manda notifiche, non ti controlla i comportamenti, non registra cosa hai fatto ieri. Sta li', con una pazienza antica, e ti aspetta. Basta un sentiero immerso nel verde, un profumo di resina, un albero che non ha mai chiesto "mi metti like?", per ricordarci che la normalita' e' molto piu' semplice di quello che ci raccontano.

Viviamo in un tempo in cui anche l'audio dei passi in un bosco sembra “contenuto da pubblicare”. Ci siamo disabituati a stare davvero nelle cose, a sentire, ad ascoltare, a respirare. Abbiamo perso l'umilta' del limite, quella che ti fa dire "non sono onnipotente". E invece ci serve come l'acqua. Senza limite, l’uomo si brucia.

E non e' un invito a rifiutare la tecnologia. Sarebbe un discorso da museo, e tu sai che non e' il nostro stile. La tecnologia va avanti, e va anche bene: basta che non cancelli quello che c’era prima. L’ascensore non deve eliminare le scale, la moneta digitale non deve far sparire il contante, l’intelligenza artificiale non deve sostituire il giudizio umano. Il progresso sano e' quello che aggiunge, non quello che ruba.

Forse la domanda vera e' semplice: quando e' stata l’ultima volta che ti sei fermato, davvero fermato, senza schermi, senza connessioni, senza rumore? Per molti la risposta fa quasi paura. E invece dovremmo ripartire proprio li'. Perche' la rete amplifica, la natura riequilibra. La rete confonde, la natura chiarisce. La rete intrappola, la natura libera.

E sotto sotto lo sappiamo tutti: la serenita' non la trovi quando hai mille connessioni aperte, ma quando ne chiudi novecentonovantanove e ti tieni stretto solo cio' che conta davvero.

domenica 16 novembre 2025

Qualità della Vita 2025: la fotografia di ItaliaOggi e Sapienza. Bari avanza, ma l’Italia resta spaccata


Milano prima in classifica per qualità della vita, ultima Caltanissetta

La 27ª edizione dell’Indagine sulla Qualità della Vita di ItaliaOggi e Ital Communications, realizzata con l’Università Sapienza di Roma, conferma un’Italia che continua a muoversi a due velocità. Le prime posizioni vanno ancora una volta ai territori più strutturati del Centro-Nord, mentre buona parte del Mezzogiorno rimane in coda nonostante alcuni segnali di miglioramento sparsi. È un quadro che non sorprende, ma che ogni anno offre una lettura chiara del Paese: dove funzionano servizi, mobilità, economia e sicurezza, la qualità della vita è più alta; dove queste condizioni mancano, il divario si allarga.

In questo contesto, Bari mette a segno un piccolo progresso. La provincia risale dal 71° posto del 2024 al 66° del 2025. Non è un balzo, ma un passo avanti solido, che riflette un miglioramento distribuito su più fronti. Nelle categorie analizzate, Bari recupera terreno negli affari e lavoro, nell’istruzione, nella formazione e, soprattutto, nella sicurezza sociale, dove la risalita è molto più marcata rispetto allo scorso anno. Bene anche il turismo, che continua a mantenersi su livelli dignitosi, e ottima la posizione nella dinamica demografica, con un 29° posto che spicca nel panorama meridionale.

Stabile il sistema salute, fermo al 32° posto: un dato che conferma una buona solidità del settore. Restano invece due criticità importanti: l’ambiente, dove Bari arretra all’88° posto, e il reddito, che scende al 79°, segnalando difficoltà economiche già note. Nel complesso, il miglioramento c’è, ma non cancella i limiti strutturali che frenano il territorio.

A livello nazionale, Milano mantiene la testa della classifica, pur con un pesante indicatore negativo sulla sicurezza. Bolzano e Bologna restano in alto, mentre province come Rimini e Ascoli Piceno fanno registrare avanzamenti rilevanti. Sul fondo, diverse realtà di Sud e Isole restano inchiodate alle ultime posizioni: Caltanissetta, Crotone e Reggio Calabria. La Puglia presenta luci e ombre: Bari cresce, ma Foggia scivola pesantemente verso il basso.

Il quadro complessivo – come evidenziato dallo stesso comunicato di ItaliaOggi – suggerisce che il divario Nord-Sud non si sta riducendo, anzi in alcune aree tende ad ampliarsi. Le città più performanti diventano sempre più competitive, mentre le province più deboli faticano a tenere il passo. È un’Italia che viaggia a velocità diverse e che, senza politiche mirate e continuità negli investimenti, rischia di vedere aumentare le distanze interne.

Per maggiori informazioni consultare il sito web: https://qualitadellavita.italiaoggi.it


Guarda il nostro servizio con un focus su Bari:

mercoledì 12 novembre 2025

Andria ricorda i caduti di Nassirya: l’omaggio dell’APAMRI nel ventiduesimo anniversario della strage

Autorità civili, militari e rappresentanti dell’APAMRI insieme per rendere omaggio ai 19 italiani uccisi il 12 novembre 2003, la più grave perdita per l’Italia in un’operazione militare dalla Seconda guerra mondiale.

Nel ventiduesimo anniversario della strage di Nassirya, Andria ha reso omaggio ai caduti con una cerimonia solenne svoltasi presso il rondò “Martiri di Nassirya”.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Parlamentare di Amicizia tra gli Insigniti al Merito della Repubblica Italiana (APAMRI), ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale Cav. Uff. Riccardo Di Matteo, del Segretario Generale Comm. Michele Grillo, del Vice Sindaco Cesareo Troia, di autorità civili e militari, delegazioni scolastiche e associazioni combattentistiche.

Durante la cerimonia è stata deposta una corona di alloro davanti alla stele commemorativa, simbolo del sacrificio dei militari e civili italiani uccisi nell’attentato del 12 novembre 2003 contro la base dei Carabinieri di Nassirya, in Iraq.

L’attacco, compiuto con un camion imbottito di tritolo lanciato a folle velocità contro l’edificio, costò la vita a 19 italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili. Fu la più grave perdita per l’Italia in un’operazione militare dalla Seconda guerra mondiale.

La giornata commemorativa, che dal 2009 è riconosciuta come “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, ha rappresentato un momento di profonda riflessione sul significato del servizio e sul valore della memoria.

L’evento ha voluto ricordare l’impegno dei militari italiani impegnati in Iraq per una missione di peacekeeping sotto l’egida dell’ONU, volta a sostenere la ricostruzione e la stabilità del Paese dopo la guerra.

Il Presidente Di Matteo, intervenendo nel corso della cerimonia, ha dichiarato:
«Quegli uomini hanno rappresentato il volto più autentico dell’Italia, quello del servizio, del dovere e del sacrificio per la pace. Il loro ricordo deve restare vivo nelle coscienze di tutti, perché solo mantenendo viva la memoria possiamo rendere onore a chi ha dato la vita per un ideale di libertà e solidarietà».

Il Segretario Generale Michele Grillo ha sottolineato a sua volta:
«I caduti di Nassirya sono eroi che hanno sacrificato la loro vita per la pace e la solidarietà internazionale. Il loro esempio ci ricorda quanto la pace sia fragile e quanto sia necessario un impegno costante per difenderla, anche attraverso la cultura e l’educazione civica».

La commemorazione si è conclusa con un momento di raccoglimento, durante il quale tutti i presenti hanno rinnovato l’impegno a tramandare il ricordo dei caduti alle nuove generazioni.

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