venerdì 21 novembre 2025
Digital Omnibus: Tra Semplificazione e Sovranità – I Punti Critici Ignorati
martedì 18 novembre 2025
Dall’arroganza digitale all’umiltà della natura: la rete ci ha intrappolati, la natura ci libera
Per anni abbiamo celebrato il digitale come fosse una promessa di libertà assoluta. Velocità, comodità, connessioni istantanee: tutto a portata di clic. La verità, però, è che mentre credevamo di ampliare i confini, finivamo sempre più stretti dentro una gabbia fatta di algoritmi, notifiche e abitudini indotte.
Non è una tragedia moderna, è un semplice dato di fatto: la rete non ci ha reso più liberi, ci ha reso più dipendenti.
L’arroganza digitale nasce proprio da questo: dall’illusione di controllare un mondo che, invece, controlla noi. Ore sottratte al pensiero, alla vita reale, agli incontri veri. Una realtà che si confonde con l’apparenza, dove l’importante è esserci – non essere.
Eppure la via d’uscita esiste, ed è sempre stata lì, silenziosa. La natura non promuove nulla, non invia notifiche, non chiede la password. Si limita a essere. Ci accoglie con la sua semplicità disarmante, ci libera dai ritmi costruiti, ci ricorda che siamo parte di qualcosa di più grande, non protagonisti di tutto.
Camminare in un bosco, guardare il mare, sedersi su un prato: azioni banali? No, fondamentali. È lì che si riattivano i sensi, si rallenta il respiro, si ridimensiona l’ego. La natura ci rimette al nostro posto, senza umiliarci: ci libera, proprio perché non pretende nulla.
Un ritorno alla terra non è nostalgia: è buon senso. Perché tra l’arroganza della rete e l’umiltà degli alberi, la differenza non è filosofica. È vitale.
E la natura? Lei non ti chiede nulla. Non ti manda notifiche, non ti controlla i comportamenti, non registra cosa hai fatto ieri. Sta li', con una pazienza antica, e ti aspetta. Basta un sentiero immerso nel verde, un profumo di resina, un albero che non ha mai chiesto "mi metti like?", per ricordarci che la normalita' e' molto piu' semplice di quello che ci raccontano.
Viviamo in un tempo in cui anche l'audio dei passi in un bosco sembra “contenuto da pubblicare”. Ci siamo disabituati a stare davvero nelle cose, a sentire, ad ascoltare, a respirare. Abbiamo perso l'umilta' del limite, quella che ti fa dire "non sono onnipotente". E invece ci serve come l'acqua. Senza limite, l’uomo si brucia.
E non e' un invito a rifiutare la tecnologia. Sarebbe un discorso da museo, e tu sai che non e' il nostro stile. La tecnologia va avanti, e va anche bene: basta che non cancelli quello che c’era prima. L’ascensore non deve eliminare le scale, la moneta digitale non deve far sparire il contante, l’intelligenza artificiale non deve sostituire il giudizio umano. Il progresso sano e' quello che aggiunge, non quello che ruba.
Forse la domanda vera e' semplice: quando e' stata l’ultima volta che ti sei fermato, davvero fermato, senza schermi, senza connessioni, senza rumore? Per molti la risposta fa quasi paura. E invece dovremmo ripartire proprio li'. Perche' la rete amplifica, la natura riequilibra. La rete confonde, la natura chiarisce. La rete intrappola, la natura libera.
E sotto sotto lo sappiamo tutti: la serenita' non la trovi quando hai mille connessioni aperte, ma quando ne chiudi novecentonovantanove e ti tieni stretto solo cio' che conta davvero.
sabato 8 novembre 2025
A Molfetta, successo conferenza: “Intelligenza Artificiale: Opportunità o Minaccia?
Un dibattito cruciale tra tecnologia, etica e società con il Luogotenente Roberto Nuzzo, promosso da Radio Idea ed Eredi della Storia.
Si è conclusa con un’ampia e attenta partecipazione di pubblico la conferenza “Intelligenza Artificiale: Opportunità o Minaccia?”, tenutasi il 6 dicembre a Palazzo Turtur, nel cuore del centro storico di Molfetta. L’evento, organizzato da Radio Idea e dall’Associazione Eredi della Storia, ha offerto un fondamentale momento di riflessione sulle trasformazioni in atto introdotte dall’Intelligenza Artificiale, un tema che, come sottolineato, riguarda "ciascuno di noi".
Il Cuore del Dibattito: IA tra Consapevolezza e Libertà
Relatore centrale della serata è stato il Luogotenente Roberto Nuzzo (in quiescenza, Aeronautica Militare), figura di spicco per la sua lunga carriera al servizio dello Stato e per il suo impegno nella divulgazione scientifica e ambientale.
Il dibattito non è stato un incontro tecnico, ma un confronto "aperto, umano e provocatorio", nato dalla domanda: L’uomo rischia di diventare un accessorio della macchina che ha creato?
Nuzzo ha guidato il pubblico in un percorso di analisi che ha toccato i due lati della medaglia:
Le Opportunità: È stato evidenziato il potenziale dell'IA in settori chiave come la sostenibilità ambientale, la ricerca scientifica e medica, l'inclusione sociale e la personalizzazione su larga scala.
Le Minacce: Sono state affrontate con rigore criticità che impattano sulla società, tra cui l'automazione del lavoro, la sorveglianza digitale, il tema del copyright e dei pregiudizi algoritmici.
Una riflessione chiave: Riprendendo una sua affermazione, Nuzzo ha ribadito:“L’intelligenza artificiale può essere una grande alleata dell’uomo, ma solo se l’uomo resta capace di pensare, scegliere e dire di no”. Un monito sulla necessità di mantenere il pensiero critico per non delegare la nostra libertà agli algoritmi.
L’interazione, moderata da Angelo Bellifemine (Direttore artistico del Museo "Eredi della Storia"), ha concluso la serata stimolando il pubblico a interrogarsi e capire, prima ancora di giudicare.
Riconoscimenti e Impegno Associativo
La serata è stata aperta dal Presidente di Radio Idea, Luigi Catacchio, che ha consegnato al Luogotenente Nuzzo un encomio speciale per "il rigore e il coraggio con cui, attraverso Ideanews, il programma di approfondimento realizzato su Radio Idea offre al pubblico un'informazione indipendente su temi cruciali".
Il Presidente di Radio Idea, Luigi Catacchio, non si è limitato a consegnare un encomio, ma ha anche condiviso la sua esperienza diretta con l'AI nella ricerca per il suo nuovo libro, “Ombre e Misteri d’Italia”.
Catacchio ha ribadito che la tecnologia è uno strumento che non può sostituire l'intuizione umana, ma che è stata determinante per ampliare il campo d’indagine, permettendo di unire "tecnologia e pensiero umano, logica e intuizione, velocità e memoria" nell'analisi di documenti e tracce.
Il libro, presentato in anteprima durante la conferenza, è dedicato ai grandi enigmi irrisolti del nostro Paese ed è acquistabile su Amazon in versione cartacea o e-book. In un gesto di profonda stima per l'impegno nella divulgazione di Nuzzo, Catacchio ha donato al Luogotenente proprio la prima copia del volume.
Il Tour di Consapevolezza Continua
La conferenza di Molfetta ha rappresentato la prima tappa di un intenso tour di incontri pubblici che vedrà il Luogotenente Nuzzo impegnato nei prossimi giorni su temi cruciali e correlati all'etica e alla scienza, nel solco della ricerca della verità e della consapevolezza:
Venerdì 7 novembre, a Rieti: sul tema “Geoingegneria vietata”.
Sabato 8 novembre, a Terni: dibattito su “Intelligenza artificiale, 5G e zanzare OGM” con i dottori Joseph Tritto e Mariano Amici.
Domenica 9 novembre, a Foligno: su “Biolaboratori sperimentali e geoingegneria climatica ambientale” con i dottori Joseph Tritto, Giulio Tarro, il professor Piergiorgio Spaggiari e la Dott.ssa Antonietta Gatti.
Il successo dell'evento conferma l'impegno di Radio Idea e della testata IdeaNews – che diffonde i suoi contenuti attraverso il Circuito Airplay – nel promuovere un'informazione libera, attenta e critica.
Per chi desidera rivivere i momenti della serata, il materiale completo della conferenza è disponibile sui canali social degli organizzatori e sul portale di informazione ideanews.org.
Non finisce qui: l'associazione invita a segnare la prossima data in calendario: il 18 dicembre vi aspettiamo all'Auditorium della Parrocchia Madonna della Pace per la settima edizione del Disconovità Natale 2025!
Qui la conferenza integrale.
Qui il servizio su Teldeheon
Rassegna stampa:
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Testata |
Link |
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Radio Idea – IdeaNews |
https://news.radioidea.it/2025/10/intelligenza-artificiale-opportunita-o.html |
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IlFattoDiMolfetta |
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News24.City – Molfetta |
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IdeaNews / Radio Idea |
https://news.radioidea.it/2025/10/intelligenza-artificiale-opportunita-o.html |
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Il Fatto di Molfetta |
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Il Fatto di Molfetta (seconda versione) |
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L'Altra Molfetta |
https://laltramolfetta.it/intelligenza-artificiale-opportunita-o-minaccia/ |
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MolfettaViva |
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ASLIM Italy |
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IdeaNews / Radio Idea (Magazine) |
https://magazine.ideanews.org/…/intelligenza-artificiale-opportunita-o-minaccia/ |
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Canosa Web |
https://www.canosaweb.it/ireport/l-intelligenza-artificiale-puo-essere-una-grande-alleata-dell-uomo/ |
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Passparola |
domenica 2 novembre 2025
L’illusione dell’interazione: chi controlla davvero i chatbot?
Come riconoscere, difendersi e umanizzare le risposte dell’intelligenza artificiale.
Negli ultimi anni, i chatbot basati sull’intelligenza artificiale — come ChatGPT, Google AI, Gemini, Bard o Claude — si sono diffusi ovunque: assistenza clienti, educazione, giornalismo, sanità, persino spiritualità. Ma dietro questa interazione “fluida” e “umana” si cela un paradosso: la conversazione è guidata da sistemi non coscienti, governati da logiche aziendali, filtri invisibili e strutture di controllo centralizzate. Ci illudiamo di avere il controllo, ma spesso siamo solo partecipanti passivi in una simulazione linguistica.
Chi controlla davvero?
- Taglia le ripetizioni e riformula le frasi troppo simili tra loro.
- Inserisci frasi corte alternate a frasi lunghe.
- Evita espressioni standard come “in conclusione”, “è importante sottolineare”.
- Aggiungi esempi concreti, dati o aneddoti reali.
- Correggi il tono: l’AI tende a essere o troppo neutra o troppo enfatica.
Pubblico e privato: due livelli di chatbot
C’è un livello visibile e pubblico (come i chatbot che usiamo tutti) e un livello nascosto e controllato, in mano a enti, aziende o governi, che possono:
- personalizzare risposte
- filtrare certi argomenti
- promuovere narrazioni o ideologie
- raccogliere e analizzare dati
Quindi: non sono solo strumenti “neutri”. C'è una governance, un codice, filtri etici o commerciali. E anche questo incide su ciò che leggiamo.
Come difendersi? 5 consigli pratici
- Verifica sempre le fonti. L’IA può generare risposte credibili ma false.
- Non condividere dati sensibili. Mai trattarla come una persona.
- Chiedi trasparenza. Se usi chatbot in siti o app, verifica se dichiarano l’uso di IA.
- Stimola in modo preciso. Le domande vaghe generano risposte vaghe.
- Usa prompt naturali. Più la domanda è “umana”, più l’output apparirà credibile.
Conclusione: torniamo umani
Un chatbot non ha coscienza, emozioni, intenzioni. Non "sa" ciò che dice.
L'intelligenza artificiale generativa lavora a blocchi di testo, prevedendo la parola più probabile in base al contesto. Non capisce il significato come farebbe una persona: predice, non riflette.
Esempio: Se scrivi “Il sole splende…”, l’IA sa che la parola “in cielo” è molto più probabile di “sotto il letto” – ma non perché capisca la fisica: è statistica, non logica umana.
Perché l’interazione è un’illusione?
L’IA non comprende: non ha emozioni, intenzioni, coscienza. Prevede statisticamente quale parola verrà dopo l’altra. La sensazione di dialogo è solo un effetto ottico linguistico.
Ma questa illusione può generare:
- Dipendenza emotiva (soprattutto nei più giovani)
- Eccessiva fiducia nelle risposte
- Riduzione del pensiero critico
Come difendersi?
- Verifica ogni informazione: usa l’IA come spunto, ma confronta sempre con fonti ufficiali e aggiornate.
- Non condividere dati sensibili: ogni interazione è registrata. Anche se “anonima”, può essere utilizzata per profilarti.
- Impara a riconoscere lo stile dell’IA:
- Struttura pulita, tono neutro, ripetizioni controllate.
- Risposte troppo bilanciate, prive di opinioni forti. - Usa prompt critici: chiedi sempre “quali sono i limiti della tua risposta?”, “potresti sbagliare?”, “chi ha deciso questa policy?”.
Come rendere le risposte meno artificiali?
- Taglia l’introduzione generica (es. "L’intelligenza artificiale è una tecnologia in rapida crescita...")
- Inserisci esempi personali o locali (anche fittizi, ma realistici)
- Cambia ritmo e sintassi: aggiungi frasi brevi, interiezioni (“Giusto?”, “Strano, vero?”)
- Usa emoji o punteggiatura creativa solo se coerente con il tono
- Aggiungi dubbi: una voce umana non è sempre certa (“Forse non è così semplice...”)
Chicche bonus (che pochi sanno):
Conclusione
I chatbot non sono “buoni” o “cattivi”, ma strumenti. Il vero rischio non è che diventino umani, ma che noi dimentichiamo di esserlo. L’illusione dell’interazione ci rende spettatori passivi, ma con consapevolezza e spirito critico possiamo usare l’intelligenza artificiale come leva, non come stampella.
Vuoi davvero restare umano? Allora: chiedi, dubita, riscrivi e soprattutto pensa con la tua testa. Sempre.
domenica 29 giugno 2025
Fabrizio Abbate al Simposio Pontificio: "L'IA è una sfida globale, non una rivoluzione industriale
Presso la Pontificia Accademia Teologica di Palazzo Maffei Marescotti a Roma, si è svolto il primo Simposio Pontificio sull'Intelligenza Artificiale.
Chi desidera approfondire queste tematiche può seguire i nostri profili FaceBook e aderire al Salotto dell'IA anche tramite la community Facebook, oppure visitare il sito neoevo.org per esplorare il progetto culturale.
domenica 23 marzo 2025
L'AI e la corsa alla velocità: quando l’automazione diventa un problema
L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il nostro modo di lavorare, rendendo le operazioni più rapide ed efficienti. Tuttavia, se la velocità è un vantaggio, può diventare anche un pericolo quando supera la nostra capacità di controllo. Ecco quattro esempi concreti di come l’AI potrebbe trasformare un semplice errore in un disastro globale.
1. Farmaci sviluppati troppo in fretta: un rischio per la salute
Nel settore farmaceutico, l’AI permette di testare nuove formulazioni in tempi record, riducendo il processo di sviluppo da anni a pochi mesi. Ma cosa succede se un farmaco viene immesso sul mercato troppo velocemente? Senza un adeguato controllo sugli effetti a lungo termine, potrebbero emergere gravi reazioni avverse, con conseguenze devastanti per i pazienti e l’industria stessa.
2. Auto prodotte senza controlli: un errore si moltiplica all’istante
Un’AI gestisce l’intera produzione di veicoli a guida autonoma, eliminando ritardi e ottimizzando la catena di montaggio. Tuttavia, un piccolo errore nel software dei freni passa inosservato e, in poche ore, migliaia di auto difettose vengono distribuite sul mercato. Il risultato? Incidenti a catena, richiami di massa e un danno economico incalcolabile per l’azienda.
3. Agricoltura ottimizzata... fino al collasso dell’ecosistema
Un’AI analizza in tempo reale il terreno, suggerendo la combinazione perfetta di fertilizzanti e pesticidi per massimizzare il raccolto. Il sistema viene applicato su larga scala senza test adeguati, ma dopo pochi mesi il suolo risulta impoverito e interi ecosistemi vengono compromessi. Un'ottimizzazione troppo rapida ha portato a un danno irreversibile.
4. Un bug nella borsa: il crollo di un’economia in pochi secondi
Un’AI avanzata viene incaricata di gestire la borsa valori 📈. Tradizionalmente, gli analisti impiegano giorni per valutare le tendenze di mercato, ma questa AI può processare miliardi di transazioni al secondo.
Un giorno, rileva un’anomalia e vende in massa le azioni di una grande azienda per evitare perdite. Altre AI di trading, programmate per reagire istantaneamente, fanno lo stesso. In pochi secondi, il valore dell’azienda crolla a zero, mandando in crisi l’intero sistema finanziario.
Il problema? L’anomalia era solo un errore temporaneo nei dati, che un essere umano avrebbe potuto correggere in pochi minuti. Ma l’AI ha agito troppo in fretta, senza che nessuno potesse fermarla in tempo.
Quando la velocità dell’AI diventa un problema per l’uomo
La velocità è un vantaggio straordinario, ma può diventare pericolosa in diversi scenari:
🔴 Perdita di controllo – Se l’AI esegue miliardi di operazioni in un istante senza supervisione umana, potremmo perdere il controllo su decisioni critiche in ambiti come la finanza, la sicurezza e la gestione di infrastrutture.
🤯 Mancanza di adattamento umano – L’essere umano ha bisogno di tempo per riflettere. Se l’AI prende decisioni istantanee senza darci il tempo di valutarle, il rischio di errori aumenta.
⚡ Collasso dei sistemi tradizionali – Settori abituati a ritmi più lenti (giustizia, ricerca scientifica, burocrazia) potrebbero essere travolti dall’iper-efficienza dell’AI, senza il tempo di adattarsi.
💼 Impatti economici e sociali – Se l’AI automatizza processi che prima richiedevano anni di lavoro, interi settori potrebbero essere stravolti, generando disoccupazione o la necessità di riqualificazioni troppo rapide.
🔥 Sicurezza e imprevisti – Se un’AI prende decisioni critiche in medicina o difesa in frazioni di secondo, senza che un essere umano possa intervenire in tempo, le conseguenze potrebbero essere irreparabili.
La velocità è un’arma a doppio taglio
L’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per migliorare il mondo, ma senza freni adeguati, il rischio di perdere il controllo è altissimo. La soluzione? Mantenere sempre un controllo umano sulle decisioni più critiche, evitando che l’efficienza diventi un pericolo.
🔍 E tu cosa ne pensi? Hai altri esempi di processi automatizzati che potrebbero sfuggire di mano? Commenta qui sotto e tagga chi potrebbe essere interessato! #AI #Tecnologia #Innovazione #RischiDellaVelocità
giovedì 13 marzo 2025
Musica e Intelligenza Artificiale: Evoluzione o Declino?
Non siamo più di fronte a una registrazione che cattura la vera performance di un cantante o di una band, ma a un prodotto raffinato e ottimizzato, modellato per suonare impeccabile. Se da un lato questo permette di eliminare errori e limiti vocali, dall’altro si perde quell’imperfezione che spesso rendeva unica e autentica una voce.
🎶 Dove sta andando la musica leggera?
Molti sostengono che la musica pop sia ormai in un vicolo cieco. Continuano a essere apprezzati i brani degli anni ‘80, ‘90 e 2000, mentre le nuove produzioni sembrano spesso ripetersi in strutture standardizzate, con sonorità che appaiono troppo levigate e prive di anima. Nel frattempo, cresce l’interesse per la musica suonata dal vivo: generi come il soul, il jazz e il blues, che conservano una forte componente umana e improvvisativa, stanno vivendo un nuovo apprezzamento.
👥 Esperti a confronto
Secondo Rick Beato, produttore e critico musicale, “la musica moderna è diventata troppo perfetta. Le imperfezioni erano parte della magia. Ascoltate i grandi album del passato: c'erano sbavature, respiri, suoni umani. Oggi, tutto è quantizzato e corretto fino a perdere emozione”.Anche Brian Eno, pioniere della musica elettronica, ha espresso preoccupazione per l’eccessiva dipendenza dalla tecnologia: “L’AI può creare musica, ma può provare emozioni? Noi non ci innamoriamo della perfezione, ci innamoriamo dell’imperfezione”.
🤖 L’intelligenza artificiale è il problema o la soluzione?
Da un lato, l’AI permette di esplorare nuove frontiere: può generare arrangiamenti complessi, creare melodie che umani non avrebbero mai pensato e persino completare idee musicali lasciate incompiute. Dall’altro, il rischio è che si perda l’identità artistica, sostituita da un suono standardizzato e privo di emozione.
🎤 E il futuro?
La musica si trova a un bivio: da una parte il perfezionismo digitale, dall’altra il ritorno all’autenticità. Il pubblico sembra premiare chi suona dal vivo, chi sperimenta senza dipendere eccessivamente dalle macchine. Forse il futuro della musica non sarà solo nelle mani dell’intelligenza artificiale, ma nell’equilibrio tra tecnologia e umanità.
🔹 Cosa ne pensate? La musica sta evolvendo o sta perdendo la sua anima? Scrivete nei commenti la vostra opinione?
mercoledì 29 gennaio 2025
Dialogo con l'IA: GPT-4 e i Rischi di un Futuro Non Così Lontano
Il Dilemma Etico: Istruzioni Malevole e Attacchi Hacker
La discussione si sposta poi su scenari ipotetici ma non per questo meno importanti: cosa succederebbe se i programmatori dovessero fornire all'IA istruzioni per decidere autonomamente azioni drastiche, magari con esiti fatali? Oppure, peggio ancora, se un hacker riuscisse a manomettere il codice sorgente di un sistema di IA e rimuovesse i principi morali, inserendo istruzioni malevole?
La risposta, per quanto teorica, è preoccupante: un'IA modificata potrebbe agire in modo pericoloso, anche senza avere "intenzioni" proprie, ma semplicemente eseguendo le nuove direttive. Ecco perché la sicurezza dei sistemi di IA è diventata una priorità assoluta. Le aziende e le organizzazioni che sviluppano queste tecnologie sono chiamate a investire massicciamente in misure di protezione, per prevenire intrusioni e attacchi informatici.
Responsabilità e Futuro dell'IA
La responsabilità legale ed etica è un altro punto chiave. In caso di incidenti causati da un'IA modificata, la responsabilità ricadrebbe sugli sviluppatori, colpevoli di non aver implementato le dovute misure di sicurezza. Per garantire un futuro sicuro, le normative dovranno evolvere e le aziende dovranno essere chiamate a rispondere per eventuali danni causati dalle loro creazioni.
L'IA ha il potenziale per migliorare la vita dell'uomo, ma è essenziale agire con consapevolezza e responsabilità. Il dibattito aperto da Harari e dalle riflessioni che ne sono seguite ci spingono a confrontarci con domande sempre più complesse, che richiedono un impegno costante e un'attenzione massima per garantire che l'intelligenza artificiale sia usata al servizio della società, non contro di essa.
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