Più che un passo avanti, l’incontro ha rischiato di minare la coesione occidentale, normalizzando i rapporti con Mosca senza affrontare il tema centrale: l’aggressione russa in Ucraina. Questa dinamica, basata su approcci bilaterali e personalistici, appare in netto contrasto con l’idea di una sicurezza collettiva che l’Europa – e l’Italia – dichiarano di voler costruire.
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- La Germania ha varato un fondo speciale da 100 miliardi di euro, registrando un aumento del 28% della spesa nel solo 2024.
- La Francia incrementa costantemente il budget, puntando a consolidare la propria forza strategica autonoma.
- La Polonia ha quasi raddoppiato la spesa, superando il 4% del PIL, diventando così l’avamposto più bellicista.
- L’Italia, pur crescendo più lentamente, partecipa comunque a questa dinamica, senza però ottenere un ruolo di primo piano.
Tre gli scenari possibili:
- Convergenza europea – una vera difesa comune che dia senso alle spese.
- Frammentazione – ogni Stato corre per sé, con Roma costretta a inseguire.
- Disillusione – soldi spesi senza deterrenza né sicurezza, mentre le grandi decisioni restano in mano a Washington, Mosca e Pechino.
- Seguire pedissequamente la linea NATO, raggiungendo il 2% e sacrificando risorse interne.
- Spingere per una vera difesa comune europea, riducendo duplicazioni e aumentando il peso politico di Roma.
- Scegliere una via più neutrale e pacifista, rispettando gli impegni minimi ma puntando soprattutto sulla diplomazia, sulla mediazione e sul ruolo storico dell’Italia come ponte nel Mediterraneo.