Presso la Pontificia Accademia Teologica di Palazzo Maffei Marescotti a Roma, si è svolto il primo Simposio Pontificio sull'Intelligenza Artificiale.
Tra le voci più attente e riflessive sul rapporto tra intelligenza artificiale, etica e spiritualità, spicca quella di Fabrizio Abbate, presidente del Salotto dell'Intelligenza Artificiale di ENEA, Ente Nazionale tra i più dinamici e propositivi del panorama italiano.
Il suo intervento, che vi riproponiamo integralmente, è stato effettato in occasione del primo Simposio Pontificio sull'Intelligenza Artificiale. Con chiarezza e passione, Abbate delinea l'orizzonte culturale e filosofico con cui ENEA affronta la rivoluzione in atto.
Un approccio integrale e corale, che coinvolge tecnici, filosofi, giuristi, economisti, designer, comunicatori e artisti, per restituire all'IA la sua piena dimensione umana e spirituale.
Il cuore della sua riflessione è forte e inequivocabile: l'intelligenza artificiale non può essere ridotta a semplice strumento economico o tecnologico. Al contrario, è una sfida globale, che va affrontata con coraggio, consapevolezza e responsabilità etica.
Il Salotto dell'IA, da lui presieduto, nasce proprio con questo intento: creare un dialogo autentico tra scienza e coscienza, per costruire un nuovo umanesimo digitale, che ponga al centro la persona e promuova la pace come valore strategico.
Ascoltiamo la rubrica Ideanews in onda su Radio Idea e le emittenti del Circuito Airplay:
Intervento di Fabrizio Abbate
Buongiorno a tutti. Sono emozionato per l'organizzazione, per gli autori di questo convegno. Ringrazio la Pontificia Accademia che ci ospita e che già ci aveva mandato, a noi Eniani, un messaggio di incoraggiamento molto denso di contenuti quando abbiamo fatto il convegno a Confindustria Digitale. Noi l'abbiamo ringraziato, ma qui ci tengo a dire: abbiamo ringraziato perché siamo stati confortati in una scelta che già stavamo facendo e che ovviamente è di conforto avere un'autorità spirituale che ci dice "Siete sulla strada giusta".
Quindi, entro subito nel tema. Prima cosa: voi pensate di essere presenti a una delle tante, numerosissime conferenze che in questo momento si fanno sull'intelligenza artificiale. No. Io sono convinto che siamo ad un evento che verrà ricordato, perché siamo a una svolta.
Noi non siamo uno dei tanti convegni in cui si parla della parte tecnologica, importantissima. L'ENEA partecipa quasi ogni giorno – la nostra Presidente è infaticabile – a convegni tecnici, operativi, di settore. Raramente si riesce a parlare dei problemi di fondo. Spaventano? Non si hanno risposte? Si vuole evitare? Bene. Allora, allora... naturalmente, entriamo nel tema.
L'intelligenza artificiale è la quinta rivoluzione industriale? Lo sento citato ovunque. Io rispondo per me, eh: no. Non è una rivoluzione industriale, è una rivoluzione globale. È la prima volta, da millenni, che l'uomo ha una sfida nel suo punto centrale. Non c'è un'altra sfida di questo tipo. Ci sono state altre minacce all'umanità: di estinzione, di pestilenze... la fine del mondo, la fine del mondo umano, l'abbiamo ipotizzata, l'Apocalisse è in questo. Per molti secoli, molte civiltà prevedono la fine della civilizzazione umana, ma mai la sfida che la fine non sia che il mondo esploda, bensì che qualcun altro ci sostituisca. È questo il rischio. Ne possiamo parlare liberamente.
Allora, intanto c'è una confusione di vocaboli. Voi vi appassionerete come me, ma... si parla ogni giorno di intelligenza artificiale, ormai in ogni dove, ma si mettono assieme cose molto diverse. Perché parlare di tecnologie super-intelligenti è parlare di una cosa importante, però le tecnologie sono e rimangono in mano a qualche persona, ai più intelligenti, ai potenti... non a noi, eh. E quindi si possono applicare le categorie della morale e dell'etica.
Ma quando l'intelligenza artificiale è vera, cioè che comincia a imparare oltre gli ordini di chi la sta costruendo, comincia a prendere decisioni oltre gli ordini di chi la sta inventando, apre uno scenario nuovo, in cui ci dobbiamo chiedere come andrà a finire. È una sfida epocale, c'è niente da fare.
Ciò detto, ho pochi minuti, mi scuso per i passaggi molto rapidi, però è il punto centrale.
Che cos'è l'intelligenza? Aiuto! Apriamo un tema da da da conferenze. Io dico quello che penso io. L'intelligenza è connessa con la vita. Comincia con i più piccoli esseri, i virus, i microbi... e le presenze vitali più semplici sono più intelligenti di noi uomini. Non hanno l'intelligenza umana, però convivono su questa Terra da centinaia di milioni di anni. Poi sarà da decidere se chi in poche migliaia di anni sfascia tutto è più intelligente di chi convive da milioni di anni, ma non è questo. Questa intelligenza ha continuato a svilupparsi producendo complessità successive. Ma al contrario di quello che dicevano i positivisti, non è che il più intelligente, l'organismo più intelligente ha eliminato il precedente. Ha convissuto benissimo, anzi, è l'insieme degli organismi vitali che assicura la vita. È tutto così da centinaia di milioni di anni.
Solo la razza umana ha una piccola eccezione: ha inventato le guerre, che non sono pari a quello che fanno gli altri animali predatori, che mangiano perché ne hanno bisogno. Noi facciamo le guerre per potere. Ma comunque l'umanità per secoli ha convissuto con la natura. Solo negli ultimi 300 anni, questo attacco, questo equilibrio tra uomo e natura si è spezzato.
E allora... ecco perché ho dovuto – vi chiedo scusa, ma malissimo – semplificare, fare passaggi rapidi, e dire che non è detto che l'intelligenza sia distruttiva, ma solo da un certo punto, con una certa svolta, ha cominciato a rompere gli equilibri. E quindi l'umanità ha combattuto la natura.
L'intelligenza artificiale necessariamente seguirà questa strada o potrà essere costruita in modo diverso, cioè compatibile? E quindi si creerà una alleanza tra l'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale. Questo è il dilemma.
Siamo avviati su questa strada? Per ora no. Io dico il mio parere. L'intelligenza artificiale in mano alle oligarchie, in mano agli oligopoli, in mano alla sola logica economica, fa un macello. Non lo farebbe per volontà di una catastrofe, in realtà, se viene usata per logiche di potenza, ognuno cercherà di addestrare l'intelligenza artificiale in modo che guardi solo dalla propria parte e potrebbe sfuggire di mano. Questa è la sfida.
Io mi chiudo, perché devo rispettare i tempi, però vi assicuro che all'interno del Salotto dell'Intelligenza Artificiale, di cui noi abbiamo organizzato questa sessione, il Salotto dell'Intelligenza Artificiale è un organismo dell'ENEA, che è un'area ricca di talenti tecnici, ma non solo. Io mi occupo della parte economica, giuridica – faccio anche l'avvocato – però ho subito molto studiato che le sole regole, i soli apparati normativi, risolvono poco. La prima cosa che dicono a chi studia legge è: "Le norme si applicano ai nemici, ma si interpretano per gli amici". E così, nel mio libro – perché ho scritto due libri fantastici, così per far capire l'intelligenza artificiale – l'algoritmo pentito spiega: "l'eroina, no, guarda...". Quella è proprio la prima cosa che abbiamo fatto. E la seconda: gli oligarchi pensano di guidarci e vogliono eliminare l'umanità superflua per non dar fastidio. Ma l'algoritmo si ribella, sa che gli oligarchi sono ancora più superflui, considerano gli altri essere umani inutili, perché loro potrebbero risiedere nell'intelligenza artificiale e gli altri no.
Vi lascio con queste flash. Ringrazio ancora una volta Monsignor Staglianò, anche per la citazione di Dante che mi ha commosso perché noi dobbiamo avere una prospettiva di ampio respiro. L'ENEA è pronta e disponibile a combattere con voi.
E qui, un appello. Noi abbiamo firmato oggi un appello per la pace. La pace è essenziale, non come semplice aspirazione umana, ma anche per l'intelligenza artificiale, perché l'intelligenza artificiale usata per la guerra farà sicuramente gravi danni e potrebbe in quel caso sfuggire di mano.
Grato di tutto, ringrazio e mi impegno, noi come ENEA e i presenti, a proseguire questa battaglia. Grazie.
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In un contesto internazionale segnato da 18 mesi di sanguinoso conflitto tra Israele e Palestina, la presa di posizione del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha suscitato attenzione e dibattito. In un panorama politico italiano spesso silente o diviso su questa vicenda, le sue parole si sono distinte per coraggio e chiarezza.
Per approfondire il senso, la portata e le possibili conseguenze di questo intervento, il nostro corrispondente ha raggiunto telefonicamente il Presidente Emiliano per un’intervista esclusiva.
L'intervista
Durante la conversazione, Emiliano ha condiviso le motivazioni che lo hanno spinto a intervenire pubblicamente su un tema così delicato e spesso evitato dal dibattito istituzionale. Ha sottolineato l'importanza del ruolo delle Regioni e degli enti locali nel promuovere pace e giustizia su scala globale, evidenziando i passi concreti che il governo italiano dovrebbe intraprendere oggi.
Ha inoltre espresso la speranza che il suo intervento possa aprire una breccia nel muro di silenzio istituzionale, stimolando altre voci a esporsi, piuttosto che restare un gesto isolato in un contesto ancora troppo timido e attendista.
Azioni concrete per la pace
Oltre alle dichiarazioni, il Presidente Emiliano ha intrapreso azioni simboliche e concrete per promuovere la pace. Ha inaugurato a Massafra un murale intitolato "Un abbraccio per la pace", raffigurante un bambino palestinese e uno israeliano che si abbracciano, ispirato a una celebre fotografia di Ricki Rosen. L'opera, realizzata con migliaia di tessere digitali, è in grado di fornire gratuitamente internet e contenuti multimediali a chi la inquadra con lo smartphone [1] .
Inoltre, Emiliano ha ricevuto l'ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, Abeer Odeh, esprimendo un sentimento di dolore e amicizia verso il popolo palestinese e sottolineando l'importanza di tali incontri anche a livello personale [2] .
Conclusione
Ringraziamo il Presidente Michele Emiliano per la disponibilità e il coraggio dimostrato. Ci auguriamo che il suo gesto possa stimolare nuove prese di posizione e rafforzare un dibattito necessario. In tempi complessi come questi, la parola è un primo atto di responsabilità. Invitiamo cittadini, amministratori e rappresentanti politici a non restare in silenzio e a farsi promotori attivi di un dialogo fondato su diritti umani, giustizia e pace.
Il presidente della Regione Puglia ha emanato la seguente disposizione. “A tutti i dirigenti e dipendenti della Regione Puglia, delle sue Agenzie e delle società partecipate. A causa del genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del Governo Netanyahu, da oggi vi invito ad interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto Governo e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di Gaza. Questa è una posizione che viene assunta nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi israeliani ed ebrei di tutto il mondo che stanno condannando il Governo Netanyahu”.
Nel panorama geopolitico contemporaneo, la NATO (North Atlantic Treaty Organization) si trova a dover affrontare una questione esistenziale: la necessità di mantenere viva la figura del "nemico" per giustificare la propria esistenza. Questo concetto, che può sembrare paradossale, trova una sua spiegazione nel meccanismo del "problema-reazione-soluzione", una strategia di manipolazione sociale e politica che si basa sulla creazione di una minaccia per giustificare l'azione di difesa.
La Crisi di Identità della NATO
Dopo la fine della Guerra Freddae la dissoluzione dell'Unione Sovietica, la NATO ha rischiato di perdere la sua ragione d'essere. Senza un avversario definito, l'alleanza ha dovuto affrontare un dibattito interno sulla sua futura funzione. La Russia, che negli anni '90 sembrava aver cessato di essere una minaccia, è stata rapidamente reintrodotta nel discorso pubblico come il "nemico eterno". Questo non è solo un modo per mantenere coesa l'alleanza, ma anche un meccanismo per giustificare l'esistenza di un complesso militare-industriale che prospera grazie alla continua necessità di armamenti e difesa.
Il Costo della Difesa
L'industria bellica è un settore che genera enormi profitti, ma a quale costo? Prendiamo ad esempio i missili: un missile a corto raggio come il FIM-92 Stinger costa circa 300.000 dollari. Questi sistemi sono progettati per intercettare aerei a bassa quota e possono essere lanciati da un singolo soldato. D'altra parte, i missili più costosi, come i sistemi di difesa aerea S-400 o i missili balistici intercontinentali (ICBM), possono superare i 100 milioni di dollari. Questi armamenti vengono spesso utilizzati in contesti dove la vita umana ha un valore economico irrisorio, con persone che guadagnano meno di un dollaro al giorno.
L'Italia, come membro della NATO, beneficia di contratti e commesse legati a questo complesso militare-industriale. Tuttavia, sorge un dilemma etico: è giusto partecipare a un ciclo che alimenta la guerra e la violenza, quando il costo umano è così elevato? La domanda si fa ancora più pressante se consideriamo che la sicurezza e la difesa non dovrebbero mai essere giustificate a spese della vita umana.
Un Dilemma Etico e Morale
La frase "Il mostro che ti difende dal mostro che ha creato" riassume perfettamente questa dinamica. Così come il personaggio di Frankenstein, che crea un mostro per poi doverlo combattere, anche la NATO sembra dipendere dalla creazione di un nemico per giustificare la propria esistenza. Questo porta a una riflessione profonda: non sarebbe meglio per noi, come nazione, uscire dalla NATO?
Questa non è una proposta politica, ma un'esposizione di fatti concatenati che meritano una riflessione critica. La continua necessità di un "nemico" per giustificare l'esistenza di un'alleanza militare porta a una spirale di violenza e conflitto, mentre l'industria bellica prospera a spese della vita umana e della dignità.
Conclusione
In un mondo in cui le risorse sono limitate e le sfide globali richiedono cooperazione piuttosto che conflitto, è fondamentale riconsiderare il nostro ruolo all'interno della NATO. La domanda sorge spontanea: per l'Italia, non sarebbe strategicamente ed eticamente preferibile uscire dalla NATO? Attendiamo i vostri commenti e riflessioni su questo tema cruciale, che va oltre le divisioni politiche e tocca il cuore della nostra umanità.
Porto Cesareo si prepara ad accogliere la IX edizione del prestigioso Premio "Virtù e Conoscenza". Sono stati annunciati i nomi delle dodici personalità che, il prossimo 21 giugno, riceveranno l'Alto Riconoscimento per essersi distinte grazie alle loro eccezionali virtù morali e al significativo contributo positivo alla comunità, diventando veri modelli per le nuove generazioni.
Promosso da MediterraneaMente APS con il patrocinio di numerose istituzioni, il premio celebra figure eccellenti nei campi della cultura, legalità, pace, inclusione e sostenibilità, confermando la sua vocazione nel raccontare un Mediterraneo capace di generare valore e speranza attraverso volti e storie significative.
La selezione dei vincitori è avvenuta ad opera di una qualificata Giuria Tecnico-scientifica, presieduta dall'Avv. Filomena D'Antini. Ai premiati sarà consegnata la simbolica riproduzione della statuetta del dio Thot, antica divinità egizia della scienza e della sapienza, rinvenuta proprio nelle acque di Porto Cesareo.
Le Eccellenze Premiate della IX Edizione:
Ecco i nomi dei vincitori e un pensiero che racchiude la loro essenza, ispirato alle motivazioni ufficiali:
Luciano BARBETTA: Un imprenditore lungimirante che ha trasformato sogni e passione in un'azienda innovativa, coniugando etica, sviluppo economico e sostenibilità.
Abdelkrim BENIAICHE: Accademico e dirigente sportivo di spicco, ha promosso instancabilmente il valore educativo e sociale dello sport a livello internazionale.
Antonio Giuseppe DE DONNO: Magistrato integerrimo, simbolo della lotta alla criminalità organizzata e della cultura della legalità nel Salento.
Ferdinando DE GIORGI: Icona della pallavolo mondiale e maestro di vita, esempio di talento, valori e profondo legame con le proprie radici.
Francesco GIORGINO: Giornalista, accademico e uomo di cultura, unisce la passione per l'informazione all'impegno sociale e al rispetto del pluralismo.
Ferruccio MELE (Alla Memoria): Ricordato per la sua rettitudine e l'impegno profuso al servizio della comunità come amministratore onesto e solidale.
Anna NICOLETTI: Manager televisiva pragmatica e sensibile, ha saputo valorizzare i contenuti editoriali italiani nel panorama internazionale con rigore e creatività.
Luigi PASANISI (Alla Memoria): Storico appassionato, ha dedicato la sua vita a dar lustro alla storia salentina e a far emergere il riscatto di un intero territorio.
Antonio PASCA: Giurista e Presidente del TAR, garante del corretto svolgimento amministrativo e della tutela dei diritti di cittadini e imprese.
Cristiano PERON: Ricercatore medico innovativo, ha sviluppato tecnologie biomediche all'avanguardia per diagnosi più rapide ed efficaci.
Nazarena SAVINO: Esempio di determinazione e resilienza, promuove attivamente l'inclusività e la dignità di ogni individuo attraverso l'architettura e l'educazione.
Leonardo ZELLINO: Giornalista e inviato speciale, racconta le sfide del mondo contemporaneo con chiarezza, autorevolezza e profonda umanità.
La Visione del Premio:
Filomena D'Antini, Presidente di Giuria, sottolinea come l'evento miri a "promuovere la pace, le Pari Opportunità, la tutela dell'ambiente e il rispetto dei diritti umani, valorizzare le diversità, sollecitare l'integrazione interculturale, facilitare il dialogo interreligioso e l'interscambio delle conoscenze".
Uno Sguardo al Futuro:
Cosimo Arnesano anticipa che l'edizione 2025 sarà arricchita da momenti musicali con il "SASINAE FESTIVAL – International Song Contest" e sportivi con il "Mediterraneamente AQUATHLON", oltre a mostre, libri e iniziative culturali nel parco naturale e nell'area marina protetta di Porto Cesareo, complementari al premio stesso.
Cerimonia di Gala:
La cerimonia di consegna si terrà sabato 21 giugno 2025 a Porto Cesareo, in Piazza Enrico Berlinguer, in una suggestiva cornice serale a ridosso del mare.