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domenica 29 giugno 2025

Fabrizio Abbate al Simposio Pontificio: "L'IA è una sfida globale, non una rivoluzione industriale

Presso la Pontificia Accademia Teologica di Palazzo Maffei Marescotti a Roma, si è svolto il primo Simposio Pontificio sull'Intelligenza Artificiale.

Tra le voci più attente e riflessive sul rapporto tra intelligenza artificiale, etica e spiritualità, spicca quella di Fabrizio Abbate, presidente del Salotto dell'Intelligenza Artificiale di ENEA, Ente Nazionale tra i più dinamici e propositivi del panorama italiano.

Il suo intervento, che vi riproponiamo integralmente, è stato effettato in occasione del primo Simposio Pontificio sull'Intelligenza Artificiale. Con chiarezza e passione, Abbate delinea l'orizzonte culturale e filosofico con cui ENEA affronta la rivoluzione in atto.

Un approccio integrale e corale, che coinvolge tecnici, filosofi, giuristi, economisti, designer, comunicatori e artisti, per restituire all'IA la sua piena dimensione umana e spirituale.

Il cuore della sua riflessione è forte e inequivocabile: l'intelligenza artificiale non può essere ridotta a semplice strumento economico o tecnologico. Al contrario, è una sfida globale, che va affrontata con coraggio, consapevolezza e responsabilità etica.

Il Salotto dell'IA, da lui presieduto, nasce proprio con questo intento: creare un dialogo autentico tra scienza e coscienza, per costruire un nuovo umanesimo digitale, che ponga al centro la persona e promuova la pace come valore strategico.

Ascoltiamo la rubrica Ideanews in onda su Radio Idea e le emittenti del Circuito Airplay:

Intervento di Fabrizio Abbate
Buongiorno a tutti. Sono emozionato per l'organizzazione, per gli autori di questo convegno. Ringrazio la Pontificia Accademia che ci ospita e che già ci aveva mandato, a noi Eniani, un messaggio di incoraggiamento molto denso di contenuti quando abbiamo fatto il convegno a Confindustria Digitale. Noi l'abbiamo ringraziato, ma qui ci tengo a dire: abbiamo ringraziato perché siamo stati confortati in una scelta che già stavamo facendo e che ovviamente è di conforto avere un'autorità spirituale che ci dice "Siete sulla strada giusta".

Quindi, entro subito nel tema. Prima cosa: voi pensate di essere presenti a una delle tante, numerosissime conferenze che in questo momento si fanno sull'intelligenza artificiale. No. Io sono convinto che siamo ad un evento che verrà ricordato, perché siamo a una svolta.

Noi non siamo uno dei tanti convegni in cui si parla della parte tecnologica, importantissima. L'ENEA partecipa quasi ogni giorno – la nostra Presidente è infaticabile – a convegni tecnici, operativi, di settore. Raramente si riesce a parlare dei problemi di fondo. Spaventano? Non si hanno risposte? Si vuole evitare? Bene. Allora, allora... naturalmente, entriamo nel tema.

L'intelligenza artificiale è la quinta rivoluzione industriale? Lo sento citato ovunque. Io rispondo per me, eh: no. Non è una rivoluzione industriale, è una rivoluzione globale. È la prima volta, da millenni, che l'uomo ha una sfida nel suo punto centrale. Non c'è un'altra sfida di questo tipo. Ci sono state altre minacce all'umanità: di estinzione, di pestilenze... la fine del mondo, la fine del mondo umano, l'abbiamo ipotizzata, l'Apocalisse è in questo. Per molti secoli, molte civiltà prevedono la fine della civilizzazione umana, ma mai la sfida che la fine non sia che il mondo esploda, bensì che qualcun altro ci sostituisca. È questo il rischio. Ne possiamo parlare liberamente.

Allora, intanto c'è una confusione di vocaboli. Voi vi appassionerete come me, ma... si parla ogni giorno di intelligenza artificiale, ormai in ogni dove, ma si mettono assieme cose molto diverse. Perché parlare di tecnologie super-intelligenti è parlare di una cosa importante, però le tecnologie sono e rimangono in mano a qualche persona, ai più intelligenti, ai potenti... non a noi, eh. E quindi si possono applicare le categorie della morale e dell'etica.

Ma quando l'intelligenza artificiale è vera, cioè che comincia a imparare oltre gli ordini di chi la sta costruendo, comincia a prendere decisioni oltre gli ordini di chi la sta inventando, apre uno scenario nuovo, in cui ci dobbiamo chiedere come andrà a finire. È una sfida epocale, c'è niente da fare.

Ciò detto, ho pochi minuti, mi scuso per i passaggi molto rapidi, però è il punto centrale.

Che cos'è l'intelligenza? Aiuto! Apriamo un tema da da da conferenze. Io dico quello che penso io. L'intelligenza è connessa con la vita. Comincia con i più piccoli esseri, i virus, i microbi... e le presenze vitali più semplici sono più intelligenti di noi uomini. Non hanno l'intelligenza umana, però convivono su questa Terra da centinaia di milioni di anni. Poi sarà da decidere se chi in poche migliaia di anni sfascia tutto è più intelligente di chi convive da milioni di anni, ma non è questo. Questa intelligenza ha continuato a svilupparsi producendo complessità successive. Ma al contrario di quello che dicevano i positivisti, non è che il più intelligente, l'organismo più intelligente ha eliminato il precedente. Ha convissuto benissimo, anzi, è l'insieme degli organismi vitali che assicura la vita. È tutto così da centinaia di milioni di anni.

Solo la razza umana ha una piccola eccezione: ha inventato le guerre, che non sono pari a quello che fanno gli altri animali predatori, che mangiano perché ne hanno bisogno. Noi facciamo le guerre per potere. Ma comunque l'umanità per secoli ha convissuto con la natura. Solo negli ultimi 300 anni, questo attacco, questo equilibrio tra uomo e natura si è spezzato.

E allora... ecco perché ho dovuto – vi chiedo scusa, ma malissimo – semplificare, fare passaggi rapidi, e dire che non è detto che l'intelligenza sia distruttiva, ma solo da un certo punto, con una certa svolta, ha cominciato a rompere gli equilibri. E quindi l'umanità ha combattuto la natura.

L'intelligenza artificiale necessariamente seguirà questa strada o potrà essere costruita in modo diverso, cioè compatibile? E quindi si creerà una alleanza tra l'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale. Questo è il dilemma.

Siamo avviati su questa strada? Per ora no. Io dico il mio parere. L'intelligenza artificiale in mano alle oligarchie, in mano agli oligopoli, in mano alla sola logica economica, fa un macello. Non lo farebbe per volontà di una catastrofe, in realtà, se viene usata per logiche di potenza, ognuno cercherà di addestrare l'intelligenza artificiale in modo che guardi solo dalla propria parte e potrebbe sfuggire di mano. Questa è la sfida.

Io mi chiudo, perché devo rispettare i tempi, però vi assicuro che all'interno del Salotto dell'Intelligenza Artificiale, di cui noi abbiamo organizzato questa sessione, il Salotto dell'Intelligenza Artificiale è un organismo dell'ENEA, che è un'area ricca di talenti tecnici, ma non solo. Io mi occupo della parte economica, giuridica – faccio anche l'avvocato – però ho subito molto studiato che le sole regole, i soli apparati normativi, risolvono poco. La prima cosa che dicono a chi studia legge è: "Le norme si applicano ai nemici, ma si interpretano per gli amici". E così, nel mio libro – perché ho scritto due libri fantastici, così per far capire l'intelligenza artificiale – l'algoritmo pentito spiega: "l'eroina, no, guarda...". Quella è proprio la prima cosa che abbiamo fatto. E la seconda: gli oligarchi pensano di guidarci e vogliono eliminare l'umanità superflua per non dar fastidio. Ma l'algoritmo si ribella, sa che gli oligarchi sono ancora più superflui, considerano gli altri essere umani inutili, perché loro potrebbero risiedere nell'intelligenza artificiale e gli altri no.

Vi lascio con queste flash. Ringrazio ancora una volta Monsignor Staglianò, anche per la citazione di Dante che mi ha commosso perché noi dobbiamo avere una prospettiva di ampio respiro. L'ENEA è pronta e disponibile a combattere con voi.

E qui, un appello. Noi abbiamo firmato oggi un appello per la pace. La pace è essenziale, non come semplice aspirazione umana, ma anche per l'intelligenza artificiale, perché l'intelligenza artificiale usata per la guerra farà sicuramente gravi danni e potrebbe in quel caso sfuggire di mano.

Grato di tutto, ringrazio e mi impegno, noi come ENEA e i presenti, a proseguire questa battaglia. Grazie.

Chi desidera approfondire queste tematiche può seguire i nostri profili FaceBook e aderire al Salotto dell'IA anche tramite la community Facebook, oppure visitare il sito neoevo.org per esplorare il progetto culturale.

venerdì 13 giugno 2025

Il pericolo del reddito universale nel dibattito sull’AI: se il lavoro perde centralità, si dissolve l’umanità


Il I° Simposio Pontificio sull’Intelligenza Artificiale, in programma il 24 giugno 2025 a Roma, rappresenta un evento di grande rilievo culturale e sociale. L’iniziativa, ospitata nello storico Palazzo Maffei Marescotti, si propone di affrontare con profondità e pluralismo tematiche cruciali per il nostro tempo: l’impatto dell’AI sull’economia, il lavoro, la governance e le implicazioni etiche. 

La presenza di relatori di alto profilo, tra accademici, economisti e rappresentanti della società civile, testimonia l’intento di avviare un confronto serio e costruttivo. Proprio questo spirito di apertura e riflessione ci ha spinto a partecipare fin dall’inizio con entusiasmo ai lavori del Salotto AI ENIA.

Tuttavia, nel merito di uno dei temi affrontati, tra i relatori spicca l’intervento del prof. Giovanni Barretta, economista legato al “Salotto AI ENIA”, il quale affronterà il tema: “Il rapporto tra lavoro, reddito e tecnologia – l’impatto dell’AI sull’occupazione e la prospettiva del reddito base universale”. Una frase del documento ufficiale chiarisce la direzione proposta: “Il reddito base universale potrebbe, quindi, costituire la risposta alla probabile riduzione dei posti di lavoro, determinata dall’avvento dell’AI”.Ma è davvero questa la direzione che vogliamo intraprendere? O stiamo forse sottovalutando le sue conseguenze più profonde?

Reddito universale: soluzione o trappola sociale?

Il reddito di base universale viene presentato come uno scudo sociale di fronte alla crescente automazione e alla perdita di posti di lavoro. Ma è davvero così? O nasconde un inganno ben più pericoloso: quello di svuotare di significato il lavoro umano, trasformando i cittadini in consumatori passivi, scollegati dal valore e dalla dignità del proprio operato?

Dom Louis-Marie, Abate dell’Abbazia Santa Maddalena di Le Barroux, ha messo a fuoco con parole limpide una verità scomoda: “Con il lavoro l’uomo sviluppa le virtù e rimane ancorato alla realtà. Il reddito universale di base va contro natura, gettando la società nell'individualismo egoista.” E come dargli torto?

Il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, è una dimensione esistenziale. È attraverso di esso che l’uomo partecipa alla creazione, sostiene la famiglia, serve il prossimo. Spezzare questa catena – anche con l’intenzione di proteggerla – significa, in realtà, recidere le radici della dignità umana.

Macron e il modello francese: una falsa promessa?

In Francia, Emmanuel Macron ha proposto nel 2020 il cosiddetto “reddito universale di attività”, fissandolo a 550 euro mensili. Una misura che, a ben vedere, non è né universale né risolutiva. Si tratta di un sussidio condizionato, non di una vera garanzia esistenziale. E soprattutto, non risponde alla domanda di fondo: dove andrà a finire la vocazione dell’uomo al lavoro, al merito, alla responsabilità?

L’AI deve essere al servizio del lavoro, non lo strumento della sua estinzione.

Il Simposio Pontificio ha scelto come tema centrale un “nuovo umanesimo” tecnologico. Ma l’umanesimo, per definizione, mette l’Uomo al centro. Se accettiamo, come dato inevitabile, che l’intelligenza artificiale distruggerà l’occupazione e che l’unica risposta sia “pagare tutti per non lavorare”, non stiamo forse accettando una resa morale prima ancora che politica?

L’AI dovrebbe potenziare il lavoro, renderlo più umano, non eliminarlo. E qui si apre il vero punto critico del Salotto AI ENIA: l’approccio adottato sembra rovesciare la logica naturale. Non si parte dal principio che il reddito è un diritto umano universale (come qualcuno vorrebbe), ma si giustifica il reddito solo in quanto sostitutivo del lavoro. Un ragionamento capovolto, che rivela l’anima tecnocratica e post-umanista di certi modelli ideologici.

Verso una nuova ghettizzazione?

La prospettiva che si profila, se portata alle estreme conseguenze, non è solo distopica: è pericolosamente classista. Una società divisa tra chi produce valore (le élite tecnocratiche e le macchine) e chi riceve un obolo per restare buono e zitto. “L'inclusione sociale” promessa dal reddito universale rischia di trasformarsi in un nuovo apartheid economico, in cui l’essere umano diventa irrilevante sul piano produttivo, e quindi anche su quello sociale e politico.

Conclusione: apriamo il confronto, ma senza ambiguità

Abbiamo accolto con entusiasmo la nascita del Salotto dell’Intelligenza Artificiale, partecipando attivamente ai confronti, specialmente sui temi delicatissimi della proprietà intellettuale e del copyright nell’era digitale. 

Ci auguriamo vivamente che il cammino del Salotto non prenda la direzione della promozione di modelli economici distopici come il reddito universale. Speriamo piuttosto che, proprio da questo tema, possa svilupparsi un confronto aperto e costruttivo, come sottolineato anche dal presidente del Salotto dell’AI, Fabrizio Abbate, da noi interpellato per chiarire e rasserenare le nostre legittime preoccupazioni. 

Una simile impostazione, se diventasse prevalente, sarebbe difficilmente conciliabile con i valori che ispirano da sempre il lavoro delle nostre testate – Radio Idea, IdeaNews e il Circuito Airplay – orientate alla valorizzazione del lavoro, della responsabilità e della dignità personale.

Siamo consapevoli che il tema è aperto e che all’interno dello stesso Salotto esistono sensibilità differenti, come emerso da recenti confronti diretti con alcuni dei relatori. Ci auguriamo che questo confronto rimanga vivo, plurale e soprattutto fedele all’idea di un’intelligenza artificiale realmente al servizio dell’uomo e del suo lavoro. Il nostro contributo critico vuole inserirsi proprio in questo spirito: non per interrompere il dialogo, ma per renderlo più consapevole, onesto e costruttivo.


domenica 1 giugno 2025

Dubai All'Avanguardia nell'IA: Alexia Fast Svela Strategie e la Sfida della Formazione (Anche per l'Italia)

Nella nostra rubrica sull'Intelligenza Artificiale, in onda sulle radio del circuito Airplay e quelle della REA (Radio Televisioni Europee Associate), abbiamo avuto l'onore di ospitare Alexia Fast, grande esperta di imprese e IA con una profonda conoscenza degli Emirati Arabi Uniti. Fabrizio Abate, responsabile rapporti istituzionali REA, ha introdotto l'ospite, sottolineando l'importanza cruciale della formazione per governare la rivoluzione dell'IA, un tema su cui la rubrica insiste da tempo.

Alexia Fast ha condiviso la sua esperienza diretta da Dubai, descrivendo un ecosistema vibrante e proiettato al futuro. Ha illustrato come gli Emirati stiano impostando la preparazione e la formazione per entrare nel mondo dell'IA, con un focus sulla National AI Strategy UAE del 2031. L'obiettivo è ambizioso: formare 10.000 persone entro fine anno attraverso iniziative mirate che coinvolgono programmatori, educatori e il settore governativo. Vengono creati gruppi specifici, inclusi quelli dedicati all'upskilling nel lavoro e al coinvolgimento delle donne, per stimolare l'utilizzo e la programmazione dell'IA. Sono stati stretti accordi con colossi come Microsoft e Google per organizzare corsi di formazione, istruendo le persone in base al loro livello e al settore di competenza, affinché possano poi divulgare queste conoscenze nei rispettivi ambiti. Un esempio è il convention "AI for Everything", che esplora come l'IA sarà onnipresente, evolvendo dall'Internet of Everything a un'intelligenza autonoma per ogni nodo della rete. 

L'ultima parte dell'intervento di Alexia Fast ha chiarito come le aziende a Dubai stiano concretamente implementando l'IA, specialmente attraverso il "Business Process Reengineering" (Riprogettazione dei Processi Aziendali) potenziato dall'IA.

Si tratta di analizzare i processi esistenti per individuare dove l'essere umano può essere potenziato dall'intelligenza artificiale, creando agenti specializzati interni. Questo avviene, ad esempio, con la creazione di RAG (Retrieval-Augmented Generation), ovvero database informativi aziendali (knowledge base strutturate e non, che includono testi, video, audio, immagini) da cui l'IA attinge per fornire informazioni garantite e gestite. Su questa base si sviluppano chatbot e agenti IA intelligenti, o flussi di lavoro complessi dove l'IA interviene in vari passaggi: dall'estrazione di informazioni da documenti cartacei, all'elaborazione, alla verifica umana, fino all'azione e allo smistamento. L'obiettivo è analizzare i singoli processi e sviluppare soluzioni IA su misura. Questa evoluzione richiede risorse capaci di analizzare i processi e aiutare le aziende nella trasformazione digitale, un approccio che stanno utilizzando sia internamente per ottimizzare i processi (AI-driven Business Process Reengineering) sia esternamente, ad esempio nel marketing, per potenziare la comunicazione.

Fabrizio Abate ha concluso sottolineando come l'approccio serio e avanzato di Dubai sia stimolante ma anche preoccupante se confrontato con un certo dilettantismo italiano. Ha ribadito la necessità di un forte programma di formazione in Italia che coinvolga giovani, esperti e il grande pubblico, per difendersi dai rischi e approfittare delle opportunità dell'IA, evitando di "mandare la gente allo sbaraglio".

L'intervento di Alexia Fast ci offre spunti preziosi e un metro di paragone importante. Cosa ne pensate dell'approccio di Dubai? Credete che l'Italia possa e debba imparare da queste strategie per non restare indietro nella rivoluzione dell'Intelligenza Artificiale? Condividete le vostre riflessioni nei commenti!

Ascolta qui la rubrica di Fabrizio Abbate con l'intervista ad Alexia Fast:

venerdì 2 maggio 2025

Meta Userà i Tuoi Dati per l'IA: Opporsi o Acconsentire? Guida alla Scelta (Scadenza Fine Maggio)

 L'intelligenza          artificiale generativa è ormai parte del nostro quotidiano          digitale, e Meta (società madre di Facebook e Instagram) si          appresta a fare un passo significativo: utilizzare i dati          pubblici dei propri utenti per addestrare e migliorare i suoi          modelli IA, come il chatbot Meta AI e il modello linguistico          Llama. Questa decisione ha messo in luce un importante diritto          degli utenti europei, sancito dal GDPR: la possibilità di opporsi a questo specifico            utilizzo dei propri dati personali. Ma cosa comporta          questa scelta e chi dovrebbe valutare di agire prima della scadenza indicata per la fine            di maggio 2024?

Quali Dati Userà Meta?

L'intenzione dichiarata da Meta è quella di utilizzare le informazioni che gli utenti rendono pubbliche sulle sue piattaforme (Facebook e Instagram). Questo comprende specificamente:

  • Post resi pubblici.

  • Foto pubbliche e le relative didascalie.

  • Commenti lasciati su contenuti pubblici.

  • Dati derivanti dall'interazione diretta con i servizi IA di Meta (ad esempio, se si utilizza Meta AI su WhatsApp).

Meta ha specificato che il contenuto dei messaggi privati scambiati tra utenti non verrà utilizzato per questi scopi di addestramento, a meno che non vengano volontariamente condivisi con l'IA stessa.

Il Diritto di Opposizione: Come e Perché Agire Entro Fine Maggio

Il Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR) dà agli utenti il potere di dire "no" a questo tipo di trattamento. Meta ha messo a disposizione dei moduli online specifici per esercitare tale diritto.

La tempistica è fondamentale. Come chiarito anche dalle autorità Garanti per la Privacy:

  • Opposizione ENTRO fine maggio: Ha un effetto più ampio. Meta si impegna a non utilizzare i dati pubblici (passati e futuri) per l'addestramento della sua IA generativa.

  • Opposizione DOPO fine maggio: L'opposizione sarà valida solo per i dati generati successivamente. I contenuti già online potrebbero essere già stati processati o esserlo in futuro.

  • Nessuna opposizione: Equivale a un consenso implicito all'utilizzo dei dati pubblici e delle interazioni con l'IA per gli scopi di addestramento dichiarati.

Come Esercitare l'Opposizione (Link Ufficiali):

È possibile opporsi compilando i moduli resi disponibili da Meta:

Esiste anche un modulo specifico per richiedere la cancellazione di informazioni di terzi utilizzate per l'addestramento dell'IA generativa.

Opporsi o Non Opporsi? Una Valutazione Personale

Non esiste una risposta unica, la scelta dipende dalle proprie esigenze e dalla propria visione.

  • Considera di OPPORTI se:

    • La tua priorità è la privacy: Desideri mantenere il massimo controllo possibile sull'uso dei contenuti che condividi pubblicamente, limitando il loro impiego per finalità diverse dalla visualizzazione sulla piattaforma.

    • Sei preoccupato per l'evoluzione dell'IA: Preferisci non contribuire con i tuoi dati all'addestramento di questi sistemi, magari per motivi etici o per scetticismo sul loro utilizzo.

    • Vuoi semplicemente esercitare un diritto: Il GDPR ti offre questa possibilità e intendi avvalertene.

  • Considera di NON OPPORTI se:

    • Sei un creator, un'azienda, un ente pubblico o un ricercatore: Potresti desiderare che l'IA di Meta impari dai tuoi contenuti pubblici. Questo potrebbe, in teoria, aiutare l'IA a comprendere meglio i tuoi argomenti, prodotti, servizi o stile, potenzialmente migliorando le interazioni future o l'inclusione delle tue informazioni nella sua "base di conoscenza".

    • Vedi un valore nello sviluppo dell'IA: Credi che fornire dati (limitatamente a quelli pubblici) possa contribuire a creare strumenti IA più utili, accurati e rappresentativi della realtà.

    • Valuti l'impatto come limitato: Ritieni che, data l'enorme mole di dati a disposizione di Meta (inclusi quelli su di te condivisi da altri), la tua opposizione individuale avrebbe un effetto pratico trascurabile.

Cosa Succede Comunque?

È importante notare che, anche opponendosi, Meta afferma che potrebbe comunque trattare informazioni che ti riguardano per migliorare i suoi servizi IA, ad esempio se i tuoi dati appaiono in contenuti pubblici condivisi da altri utenti (foto, menzioni). Le autorità europee stanno attualmente esaminando la legittimità di queste pratiche e l'effettiva tutela garantita agli utenti, inclusa quella dei minori.

In Conclusione:

Meta sta per utilizzare i dati pubblici per addestrare la sua IA. Hai tempo fino alla fine di maggio per decidere se opporti a questo specifico utilizzo tramite i moduli ufficiali. Valuta attentamente le tue priorità in termini di privacy, visibilità e percezione dell'intelligenza artificiale per fare una scelta informata.

venerdì 25 aprile 2025

Geoingegneria, scie chimiche e verità nascoste: cosa c’è davvero nei nostri cieli?

Riflessioni sulla Geoingegneria: Oltre le Teorie sulle Scie Chimiche e il Rischio di Semplificazioni Narrative



Alcune riflessioni emergono a partire da un recente approfondimento pubblicato da Adnkronos Prometeo, dedicato al tema della geoingegneria e alle narrazioni che si sono sviluppate attorno al concetto delle cosiddette “scie chimiche”. L’articolo, intitolato "Scie chimiche, Robert Kennedy Jr. pronto a dare battaglia: ecco cosa ha detto",(https://prometeo.adnkronos.com/territorio/teoria-delle-scie-chimiche-kennedy-rischi-leggi-geoingegneria/) affronta una questione indubbiamente delicata, sollevando interrogativi che meritano un’analisi seria e documentata, al di là delle diverse sensibilità sul tema.

In diversi passaggi del testo, tuttavia, si può percepire un'impostazione che sembra talvolta avvicinarsi a una contrapposizione quasi ideologica, dove chi solleva dubbi o richiama fonti istituzionali specifiche rischia di essere associato a posizioni considerate prive di fondamento o faziose. Un approccio che, sebbene forse involontariamente, potrebbe contribuire a rafforzare polarizzazioni e un clima di sfiducia, piuttosto che promuovere un confronto aperto e scientificamente completo.

Proviamo allora a rileggere alcuni dei passaggi principali dell’articolo citato, mettendoli a confronto con fonti, dati e documenti pubblici che talvolta sembrano trovare poco spazio nel dibattito mainstream. L’obiettivo non è dare credito a teorie non verificate, ma piuttosto stimolare una riflessione critica affinché, nell'intento di fare chiarezza (debunking), non si trascurino elementi fattuali o evidenze che potrebbero meritare maggiore considerazione.


Il contesto: tra Geoingegneria e una Certa Chiusura Narrativa
Il tema è tornato d’attualità dopo la pubblicazione dell'articolo di Adnkronos Prometeo (https://prometeo.adnkronos.com/territorio/teoria-delle-scie-chimiche-kennedy-rischi-leggi-geoingegneria/) e rilanciato da molte autorevoli testate. Quest'ultimo tende a etichettare diverse voci critiche come teorie cospirazioniste, tralasciando però alcuni dettagli che emergono da documenti ufficiali, dichiarazioni pubbliche e programmi di ricerca governativi. E qui entra in gioco un aspetto rilevante: l'informazione scientifica ha il compito di chiarire e contestualizzare, possibilmente senza limitare lo spazio per un dibattito informato.

1. “Teoria cospirazionista smentita dalla scienza”: un Appello da Contestualizzare
Appellarsi genericamente alla “scienza” senza considerare documenti specifici come il brevetto US5003186A (Stratospheric Welsbach seeding), i report governativi USA del 2022 e le dichiarazioni di enti come NOAA e NASA, può apparire come una semplificazione del dibattito scientifico in corso. La ricerca sulla geoingegneria, infatti, non solo esiste ma viene finanziata e discussa a livello istituzionale.

2. “Sono solo scie di condensazione”: una Spiegazione Parziale?
Sebbene le scie di condensazione classiche si dissolvano rapidamente, è osservazione comune notare scie persistenti che si espandono creando coperture simili a strati nuvolosi artificiali. Indagini indipendenti su campioni di suolo e acqua hanno talvolta mostrato concentrazioni elevate di metalli (alluminio, bario, stronzio) potenzialmente compatibili con tecniche di aerosol. Questi aspetti non trovano menzione nell'articolo in esame.

3. “La geoingegneria esiste, ma in scala minima”: Esistenza Confermata
Il riconoscimento dell'esistenza di sperimentazioni di gestione della radiazione solare (SRM) dovrebbe, logicamente, aprire il dibattito sulla loro portata e regolamentazione, non chiuderlo. Il report della Casa Bianca del 2024 ne discute come possibile “opzione strategica”. Si tratta quindi di una programmazione politica attiva, non di semplici ipotesi.

4. “Leggi per vietare la geoingegneria? Pericolose!”: un Punto di Vista Discutibile
L'articolo sembra criticare chi, come Robert F. Kennedy Jr. o alcuni stati americani, chiede leggi per vietare o regolare la manipolazione climatica, quasi fossero un ostacolo alla scienza. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere se la scienza autentica non debba operare proprio all'interno di regole e trasparenza. Suggerire che la regolamentazione ostacoli il progresso tecnico solleva interrogativi sul ruolo del controllo democratico sulla tecnologia.
Molfetta Lungomare Colonna

5. “Tutti gli scienziati smentiscono”: Esistono Voci Differenti
Affermare un consenso scientifico totale sulla non esistenza di determinate attività o sulla loro innocuità potrebbe non rispecchiare completamente la realtà. Esistono infatti scienziati che esprimono dubbi e richiedono monitoraggi indipendenti. Ignorare o sminuire queste voci non sembra pienamente allineato con i principi del dibattito scientifico, dove il dissenso informato è spesso motore di progresso.

6. “Diffondere sfiducia nei governi è pericoloso”: un Effetto, non Necessariamente una Causa
Viene da chiedersi se la sfiducia non sia talvolta alimentata anche da una comunicazione istituzionale percepita come poco trasparente o restia al confronto su temi delicati. Etichettare sistematicamente domande o richieste di chiarimento come “negazionismo” o “complottismo” rischia di precludere un dialogo costruttivo.

7. “Salvini e i 5 Stelle ci credono”: Rischio di Argomento ad Hominem
Associare la validità di una questione alle posizioni politiche di chi la solleva ("è complottista perché populista") è una tecnica retorica che sposta l'attenzione dal merito dell'argomento alla persona che lo espone. Nel dibattito pubblico, dovrebbe contare la sostanza delle affermazioni, non l'etichetta politica di chi le pronuncia.

Uno sguardo più ampio: la Voce della Tecnologia
Utilizzando anche strumenti come ChatGPT per la verifica incrociata di dati e riferimenti (articoli, database governativi, fonti scientifiche), pur nella consapevolezza che nessuna IA fornisce certezze assolute, emerge un quadro complesso. Ricerche, programmi, leggi, dichiarazioni e un dibattito globale sulla geoingegneria sono documentabili. Ignorare questi elementi in nome di un certo tipo di “fact-checking” rischia di fornire un servizio incompleto all'informazione.

Conclusione: Il Ruolo Critico del Giornalismo
L'approccio adottato dall'articolo analizzato sembra talvolta privilegiare la semplificazione e la delegittimazione rispetto all'approfondimento di un tema complesso e sfaccettato. Un approccio che, forse, si allontana dai principi di un giornalismo pienamente equilibrato e volto a fornire tutti gli strumenti per comprendere. 

Molfetta zona nord

La questione rilevante non è tanto che si parli di "scie chimiche" (termine spesso usato impropriamente), quanto che il dibattito sulla geoingegneria, sulle sue applicazioni reali o potenziali e sulla loro regolamentazione democratica sia spesso ostacolato da etichette preconcette.

Quando l'informazione sembra contribuire a limitare questo dibattito, invece che ad arricchirlo con dati e prospettive diverse, allora il rischio è che la comprensione pubblica dei fenomeni complessi che ci circondano si riduca, lasciando spazio a interpretazioni parziali o timori non adeguatamente affrontati. Promuovere un dialogo aperto e basato sui fatti disponibili rimane fondamentale.

In questo spirito di approfondimento critico, ricordiamo che anche la nostra testata, Ideanews, segue da anni questa tematica, impegnandosi ad analizzare documenti e circostanze attraverso contributi sempre documentati, i cui contenuti possono essere consultati e ascoltati sul nostro sito con l'intento è offrire elementi per una comprensione più sfaccettata, al di là delle narrazioni prevalenti:
https://magazine.ideanews.org/2024/10/interrogazione-parlamentare-riguardo-le.html https://magazine.ideanews.org/2025/03/rosario-marciano-ed-enrico-gianini-due.html https://magazine.ideanews.org/2024/08/roberto-nuzzo-intervista-piergiorgio.html
https://magazine.ideanews.org/2024/06/violenti-alluvioni-in-italia-tra-le.html
https://magazine.ideanews.org/2024/06/successo-per-la-conferenza-su.html
https://magazine.ideanews.org/2024/06/stati-uniti-anche-i-parlamentari.html
https://magazine.ideanews.org/2024/08/a-massafra-un-convegno-scientifico.html
https://magazine.ideanews.org/2024/09/guerra-geoingegneria-e-5g.html
https://magazine.ideanews.org/2024/08/emergenza-climatica-evento.html

Ascolta Radio Idea
Prendimi e portami ovunque!