martedì 18 novembre 2025

La radio accende il Natale – Ether Weave Project firma la colonna sonora delle feste natalizie 2025

C’è un suono che non tramonta mai: quello della radio. E quando si unisce alla magia del Natale, nasce qualcosa che va oltre la musica. È da questo incontro che prende vita“La Radio accende il Natale”, il nuovo brano firmato Ether Weave Project, disponibile in radio dal 17 novembre 2025 con distribuzione EarOne.

Un progetto raffinato e profondamente evocativo, che si inserisce come terzo capitolo del percorso artistico di Ether Weave Project, confermando l’identità del gruppo: quella di un laboratorio sonoro dove melodia, emozione e memoria si intrecciano per accendere sentimenti autentici.

L’arrangiamento si apre con un’introduzione delicata di campanellini e archi che subito richiamano l’atmosfera natalizia. Il pianoforte, dolce e avvolgente, accompagna una voce limpida e sincera, fino a un ritornello corale che sprigiona calore e luminosità. Ogni elemento sonoro sembra costruito per evocare un’immagine precisa: una casa illuminata, una famiglia riunita, una radio accesa in sottofondo che scalda il silenzio dell’inverno.

Il testo, poetico e diretto, celebra il legame indissolubile tra la radio e il Natale, due simboli di presenza costante e umana. “Ogni nota è una carezza, ogni canzone un abbraccio”, recita un verso che riassume il senso del brano: la musica come gesto d’amore e la radio come sua voce più autentica.

“La Radio accende il Natale” è una canzone che attraversa il tempo e le generazioni, ricordando che — nonostante l’era digitale — la radio continua a unire, emozionare e far sognare.
Un messaggio semplice, ma potente: la vera magia del Natale non è negli schermi, ma nelle frequenze che parlano al cuore.

Con questo brano, Ether Weave Project regala un inno al calore, alla compagnia e alla speranza, invitando tutte le emittenti italiane a diffonderne il messaggio. Perché, come ricorda il titolo stesso, la radio accende il Natale… e continua a farlo, ogni anno, con la stessa emozione.

Disconovità dal 17 al 23 novembre 2025

Ecco il videoclip su Youtube:

Dall’arroganza digitale all’umiltà della natura: la rete ci ha intrappolati, la natura ci libera

 

Per anni abbiamo celebrato il digitale come fosse una promessa di libertà assoluta. Velocità, comodità, connessioni istantanee: tutto a portata di clic. La verità, però, è che mentre credevamo di ampliare i confini, finivamo sempre più stretti dentro una gabbia fatta di algoritmi, notifiche e abitudini indotte.

Non è una tragedia moderna, è un semplice dato di fatto: la rete non ci ha reso più liberi, ci ha reso più dipendenti.

L’arroganza digitale nasce proprio da questo: dall’illusione di controllare un mondo che, invece, controlla noi. Ore sottratte al pensiero, alla vita reale, agli incontri veri. Una realtà che si confonde con l’apparenza, dove l’importante è esserci – non essere.

Eppure la via d’uscita esiste, ed è sempre stata lì, silenziosa. La natura non promuove nulla, non invia notifiche, non chiede la password. Si limita a essere. Ci accoglie con la sua semplicità disarmante, ci libera dai ritmi costruiti, ci ricorda che siamo parte di qualcosa di più grande, non protagonisti di tutto.

Camminare in un bosco, guardare il mare, sedersi su un prato: azioni banali? No, fondamentali. È lì che si riattivano i sensi, si rallenta il respiro, si ridimensiona l’ego. La natura ci rimette al nostro posto, senza umiliarci: ci libera, proprio perché non pretende nulla.

La soluzione, quindi, non è demonizzare il digitale. È rimetterlo al suo posto.
La tecnologia è utile quando amplifica le possibilità senza cancellare ciò che c’era prima. Quando diventa un fine, non più un mezzo, allora ci intrappola.
La natura, invece, non ha bisogno di dominarci: ci insegna. E spesso ci salva.

Un ritorno alla terra non è nostalgia: è buon senso. Perché tra l’arroganza della rete e l’umiltà degli alberi, la differenza non è filosofica. È vitale.

La verita' e' che ci siamo convinti di poter risolvere tutto con uno schermo. Ogni volta che ci sentiamo stanchi, soli, annoiati, apriamo un’app come se fosse un antidoto universale. Ma non funziona cosi'. La rete ti seduce, ti cattura, poi ti chiede sempre di piu': piu' attenzione, piu' tempo, piu' energie. E noi glieli diamo, senza quasi accorgercene. E' un’arroganza mascherata: crediamo di dominare il digitale, quando invece e' lui che detta il ritmo.

E la natura? Lei non ti chiede nulla. Non ti manda notifiche, non ti controlla i comportamenti, non registra cosa hai fatto ieri. Sta li', con una pazienza antica, e ti aspetta. Basta un sentiero immerso nel verde, un profumo di resina, un albero che non ha mai chiesto "mi metti like?", per ricordarci che la normalita' e' molto piu' semplice di quello che ci raccontano.

Viviamo in un tempo in cui anche l'audio dei passi in un bosco sembra “contenuto da pubblicare”. Ci siamo disabituati a stare davvero nelle cose, a sentire, ad ascoltare, a respirare. Abbiamo perso l'umilta' del limite, quella che ti fa dire "non sono onnipotente". E invece ci serve come l'acqua. Senza limite, l’uomo si brucia.

E non e' un invito a rifiutare la tecnologia. Sarebbe un discorso da museo, e tu sai che non e' il nostro stile. La tecnologia va avanti, e va anche bene: basta che non cancelli quello che c’era prima. L’ascensore non deve eliminare le scale, la moneta digitale non deve far sparire il contante, l’intelligenza artificiale non deve sostituire il giudizio umano. Il progresso sano e' quello che aggiunge, non quello che ruba.

Forse la domanda vera e' semplice: quando e' stata l’ultima volta che ti sei fermato, davvero fermato, senza schermi, senza connessioni, senza rumore? Per molti la risposta fa quasi paura. E invece dovremmo ripartire proprio li'. Perche' la rete amplifica, la natura riequilibra. La rete confonde, la natura chiarisce. La rete intrappola, la natura libera.

E sotto sotto lo sappiamo tutti: la serenita' non la trovi quando hai mille connessioni aperte, ma quando ne chiudi novecentonovantanove e ti tieni stretto solo cio' che conta davvero.

domenica 16 novembre 2025

Qualità della Vita 2025: la fotografia di ItaliaOggi e Sapienza. Bari avanza, ma l’Italia resta spaccata


Milano prima in classifica per qualità della vita, ultima Caltanissetta

La 27ª edizione dell’Indagine sulla Qualità della Vita di ItaliaOggi e Ital Communications, realizzata con l’Università Sapienza di Roma, conferma un’Italia che continua a muoversi a due velocità. Le prime posizioni vanno ancora una volta ai territori più strutturati del Centro-Nord, mentre buona parte del Mezzogiorno rimane in coda nonostante alcuni segnali di miglioramento sparsi. È un quadro che non sorprende, ma che ogni anno offre una lettura chiara del Paese: dove funzionano servizi, mobilità, economia e sicurezza, la qualità della vita è più alta; dove queste condizioni mancano, il divario si allarga.

In questo contesto, Bari mette a segno un piccolo progresso. La provincia risale dal 71° posto del 2024 al 66° del 2025. Non è un balzo, ma un passo avanti solido, che riflette un miglioramento distribuito su più fronti. Nelle categorie analizzate, Bari recupera terreno negli affari e lavoro, nell’istruzione, nella formazione e, soprattutto, nella sicurezza sociale, dove la risalita è molto più marcata rispetto allo scorso anno. Bene anche il turismo, che continua a mantenersi su livelli dignitosi, e ottima la posizione nella dinamica demografica, con un 29° posto che spicca nel panorama meridionale.

Stabile il sistema salute, fermo al 32° posto: un dato che conferma una buona solidità del settore. Restano invece due criticità importanti: l’ambiente, dove Bari arretra all’88° posto, e il reddito, che scende al 79°, segnalando difficoltà economiche già note. Nel complesso, il miglioramento c’è, ma non cancella i limiti strutturali che frenano il territorio.

A livello nazionale, Milano mantiene la testa della classifica, pur con un pesante indicatore negativo sulla sicurezza. Bolzano e Bologna restano in alto, mentre province come Rimini e Ascoli Piceno fanno registrare avanzamenti rilevanti. Sul fondo, diverse realtà di Sud e Isole restano inchiodate alle ultime posizioni: Caltanissetta, Crotone e Reggio Calabria. La Puglia presenta luci e ombre: Bari cresce, ma Foggia scivola pesantemente verso il basso.

Il quadro complessivo – come evidenziato dallo stesso comunicato di ItaliaOggi – suggerisce che il divario Nord-Sud non si sta riducendo, anzi in alcune aree tende ad ampliarsi. Le città più performanti diventano sempre più competitive, mentre le province più deboli faticano a tenere il passo. È un’Italia che viaggia a velocità diverse e che, senza politiche mirate e continuità negli investimenti, rischia di vedere aumentare le distanze interne.

Per maggiori informazioni consultare il sito web: https://qualitadellavita.italiaoggi.it


Guarda il nostro servizio con un focus su Bari:

mercoledì 12 novembre 2025

Andria ricorda i caduti di Nassirya: l’omaggio dell’APAMRI nel ventiduesimo anniversario della strage

Autorità civili, militari e rappresentanti dell’APAMRI insieme per rendere omaggio ai 19 italiani uccisi il 12 novembre 2003, la più grave perdita per l’Italia in un’operazione militare dalla Seconda guerra mondiale.

Nel ventiduesimo anniversario della strage di Nassirya, Andria ha reso omaggio ai caduti con una cerimonia solenne svoltasi presso il rondò “Martiri di Nassirya”.

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Parlamentare di Amicizia tra gli Insigniti al Merito della Repubblica Italiana (APAMRI), ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale Cav. Uff. Riccardo Di Matteo, del Segretario Generale Comm. Michele Grillo, del Vice Sindaco Cesareo Troia, di autorità civili e militari, delegazioni scolastiche e associazioni combattentistiche.

Durante la cerimonia è stata deposta una corona di alloro davanti alla stele commemorativa, simbolo del sacrificio dei militari e civili italiani uccisi nell’attentato del 12 novembre 2003 contro la base dei Carabinieri di Nassirya, in Iraq.

L’attacco, compiuto con un camion imbottito di tritolo lanciato a folle velocità contro l’edificio, costò la vita a 19 italiani: 12 carabinieri, 5 militari dell’Esercito e 2 civili. Fu la più grave perdita per l’Italia in un’operazione militare dalla Seconda guerra mondiale.

La giornata commemorativa, che dal 2009 è riconosciuta come “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, ha rappresentato un momento di profonda riflessione sul significato del servizio e sul valore della memoria.

L’evento ha voluto ricordare l’impegno dei militari italiani impegnati in Iraq per una missione di peacekeeping sotto l’egida dell’ONU, volta a sostenere la ricostruzione e la stabilità del Paese dopo la guerra.

Il Presidente Di Matteo, intervenendo nel corso della cerimonia, ha dichiarato:
«Quegli uomini hanno rappresentato il volto più autentico dell’Italia, quello del servizio, del dovere e del sacrificio per la pace. Il loro ricordo deve restare vivo nelle coscienze di tutti, perché solo mantenendo viva la memoria possiamo rendere onore a chi ha dato la vita per un ideale di libertà e solidarietà».

Il Segretario Generale Michele Grillo ha sottolineato a sua volta:
«I caduti di Nassirya sono eroi che hanno sacrificato la loro vita per la pace e la solidarietà internazionale. Il loro esempio ci ricorda quanto la pace sia fragile e quanto sia necessario un impegno costante per difenderla, anche attraverso la cultura e l’educazione civica».

La commemorazione si è conclusa con un momento di raccoglimento, durante il quale tutti i presenti hanno rinnovato l’impegno a tramandare il ricordo dei caduti alle nuove generazioni.

Luigi Del Vecchio presenta il suo libro “Ostuni. Non mi cercare più…” al Circolo Unione di Lucera, un viaggio nel thriller e nella solidarietà

Il 13 novembre 2025, alle ore 19.30, il Generale di Brigata della Guardia di Finanza in congedo Luigi Del Vecchio torna a incontrare i lettori con il sequel ambientato nella “città bianca”. Un evento promosso dal Rotary Club di Lucera e Foggia Capitanata, con un gesto concreto di sostegno all’associazione “Impegno Donna”.


Il Circolo Unione di Lucera ospiterà giovedì 13 novembre, alle ore 19.30, la presentazione del nuovo romanzo di Luigi Del Vecchio“Ostuni. Non mi cercare più…” (Viola Editrice), sequel del precedente successo “Ostuni, un'insospettabile presenza”, entrambi ambientati nella “città bianca”.

L’incontro, organizzato dai Rotary Club di Lucera e Foggia Capitanata, vedrà la partecipazione del Generale di Brigata della Guardia di Finanza in congedo Luigi Del Vecchio, autore del volume, e sarà moderato dal Dott. Silvio Marco Guarriello, Procuratore Aggiunto della Repubblica di Foggia.

Interverranno inoltre il Presidente Rotary Foggia Capitanata, Stefano Tartaglia, e il Presidente Rotary Lucera, Michele Schiavitto.

In linea con lo spirito rotariano del “fare del bene”, una parte del ricavato delle vendite sarà devoluta all’associazione “Impegno Donna”, attiva da anni nella tutela delle donne vittime di violenza e nel sostegno alle pari opportunità.

L’evento, realizzato in collaborazione con la Libreria Catapano di Lucera, si annuncia come un appuntamento imperdibile per gli amanti del genere noir e per chi crede nel valore della cultura come strumento di solidarietà e consapevolezza civile.

IL LIBRO

In “Ostuni. Non mi cercare più…” (Viola Editrice, 2025), Luigi Del Vecchio torna a indagare le zone d’ombra dell’animo umano e della società.

Ambientato nella “città bianca” durante l’estate del 2019, il romanzo segue il commissario Vito Berlingieri, costretto a riaprire un caso che credeva archiviato quando un misterioso plico lo riporta sulle tracce di una violenza inspiegabile.

Tra le campagne di contrada Pascarosa e le viuzze del centro storico, la verità riaffiora lentamente, mescolando ricordi, colpe e nuove minacce.

Del Vecchio intreccia abilmente l’indagine poliziesca a una riflessione più profonda sul destino, la coscienza e la memoria, in un thriller psicologico dove ogni pagina è attraversata da tensione e realismo.

L’AUTORE


Luigi Del Vecchio è nato a Napoli nel 1962.

Generale di Brigata della Guardia di Finanza in congedo, ha dedicato la sua carriera al contrasto all’illegalità economica, prestando servizio in diverse regioni d’Italia.

Laureato in Giurisprudenza e in Scienze della Sicurezza Economico-Finanziaria, è consulente tecnico delle Procure di Napoli e Torre Annunziata.

Appassionato di letteratura e di temi civili, è autore dei romanzi “Ostuni. Un’insospettabile presenza” (2021) e “Ostuni. Non mi cercare più…” (2025), entrambi editi da Viola Editrice.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti letterari, tra cui il Premio Oscar Wilde, la Menzione d’Eccellenza Accademica al Premio G. Belli e il Premio Internazionale Letteratura Spoleto Festival Art 2025.

Oggi vive stabilmente a Ostuni, città che continua a ispirare la sua scrittura e la sua attività culturale.

La presentazione di “Ostuni. Non mi cercare più…” a Lucera si pone come un momento di condivisione che riafferma la forza della cultura come strumento di solidarietà e consapevolezza civile.

Un invito a riconoscere, attraverso la parola scritta, la possibilità di costruire una società più giusta, empatica e attenta.

lunedì 10 novembre 2025

Gospel for Children al Politecnico di Bari: la musica di Vincenzo Schettini per i bambini dell’Unicef

Lunedì 17 novembre, nell’Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari, si terrà “Gospel for Children: la musica unisce, la scuola costruisce”, serata promossa dal Comitato Unicef di Bari. Protagonista il Wanted Chorus, diretto dal maestro Vincenzo Schettini, divulgatore scientifico e testimonial Unicef. Il ricavato sarà destinato al progetto “School in a Box”, per sostenere l’istruzione dei bambini nei contesti di emergenza.

La musica come linguaggio universale di solidarietà e speranza. È questo lo spirito che animerà “Gospel for Children: la musica unisce, la scuola costruisce”, l’evento organizzato dal Comitato Unicef di Bari che si terrà lunedì 17 novembre nell’Aula Magna “Attilio Alto” del Politecnico di Bari.

Sul palco il Wanted Chorus, ensemble gospel pugliese fondato nel 1997 e diretto dal maestro Vincenzo Schettini, noto al grande pubblico come il “prof di fisica” del format “La fisica che ci piace”, seguito da milioni di studenti e appassionati sui social.

In oltre ventisette anni di attività, il coro ha portato in scena l’energia e la profondità del gospel, con centinaia di concerti in Italia e all’estero, tra Polonia e Francia, fondendo tradizione e creatività.

Schettini, diplomato in violino e didattica della musica al Conservatorio di Monopoli, unisce da sempre arte e scienza in un percorso unico: «Sono due anime che convivono in me. La musica e la fisica, entrambe, sono modi per raccontare la bellezza e per creare connessioni tra le persone».

Il ricavato della serata sarà devoluto al progetto Unicef “School in a Box”, un kit didattico portatile che consente di ripristinare le attività scolastiche entro 72 ore dall’inizio di un’emergenza.
«È uno strumento fondamentale per garantire continuità educativa e sicurezza ai bambini colpiti da crisi, guerre o catastrofi naturali», spiega Emanuela Lassandro, presidente del Comitato Unicef di Bari.

Con una donazione di 20 euro, sarà possibile regalare un biglietto a un bambino o a una bambina in cura per malattie oncologiche o altre patologie, rendendo la solidarietà un gesto concreto.

Un’iniziativa che unisce arte, scienza e impegno sociale, nel solco della missione Unicef di promuovere i diritti dell’infanzia attraverso la cultura e la condivisione.

📩 Info e prenotazioni: comitato.bari@unicef.it


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