martedì 1 luglio 2025

Bollette, una stangata a due velocità: perché le piccole imprese pagano il doppio?


In Italia, il costo dell'energia non è uguale per tutti. Un'analisi dell'
Ufficio studi della CGIA mette in luce una disparità "spaventosa" che colpisce al cuore il tessuto produttivo del Paese: le piccole e micro imprese. Se per l'elettricità pagano il 55% in più rispetto alle grandi industrie, per il gas il divario raddoppia, con bollette che costano il doppio. Una penalizzazione che non solo frena la competitività, ma si intreccia con un'altra emergenza, quella sociale, della povertà energetica, che colpisce oltre 5 milioni di italiani e vede tra i più vulnerabili proprio i lavoratori autonomi.

Costo del gas in Italia

Confronto tra piccole imprese e grandi imprese

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

Ascolta il nostro servizio in onda su Ideanews:

Analisi del divario: i numeri di una penalizzazione

Il rapporto della CGIA, basato su dati Eurostat, è impietoso. Nel 2024, una piccola impresa italiana ha pagato il gas mediamente 99,5 euro a Megawatt-ora (MWh), a fronte dei 47,9 euro/MWh sborsati da una grande impresa. Un differenziale del 108% che, sebbene i prezzi generali siano scesi rispetto ai picchi della crisi, si è allargato rispetto al passato.

La situazione non è migliore sul fronte dell'energia elettrica: l'anno scorso, le piccole aziende hanno affrontato un costo di 218,2 euro/MWh, contro i 140,4 euro/MWh delle realtà più grandi.

Come sottolinea la CGIA, questo divario esiste anche in altri Paesi europei, ma in Italia assume contorni drammatici. Le imprese con meno di 20 addetti costituiscono il 98% del totale e danno lavoro a circa il 60% degli occupati del settore privato. Penalizzare loro significa, di fatto, penalizzare l'intera spina dorsale dell'economia nazionale, rendendo la situazione italiana "la più insopportabile d'Europa".

Confronto costo gas tra piccole imprese e grandi imprese nei principali Paesi dell’Eurozona (valori in euro per MWh)

 

AREA EURO

Germania

Francia

Spagna

ITALIA

Piccole

94,8

95,0

103,9

48,5

99,5

Grandi

50,5

57,0

46,4

42,5

47,9

Diff. %
Piccole/Grandi

+88%

+67%

+124%

+14%

+108%

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Eurostat

Perché i piccoli pagano di più? Le cause della disparità

Il report individua una serie di ragioni, sia strutturali che di mercato, che spiegano perché artigiani, negozianti e piccoli imprenditori siano così svantaggiati:

  1. Peso delle componenti fisse: In Italia, oneri di sistema, costi di rete e tasse pesano per circa il 40% sulla bolletta di una piccola impresa, mentre per una grande azienda l'incidenza scende al 17%. Questo perché i costi fissi si "spalmano" su consumi molto più bassi.
  2. Potere contrattuale nullo: Le grandi industrie acquistano volumi enormi di energia, spesso tramite broker specializzati, ottenendo tariffe vantaggiose e contratti pluriennali stabili. Le PMI, al contrario, hanno un potere negoziale quasi inesistente e sono soggette alle fluttuazioni del mercato.
  3. Agevolazioni per i "grandi": Le aziende energivore beneficiano per legge di sconti su accise e oneri, agevolazioni a cui le piccole imprese raramente possono accedere.
  4. Costi di distribuzione: La capillare diffusione delle micro imprese sul territorio, anche in aree meno servite, può far lievitare i costi di distribuzione.

Le conseguenze: dai distretti produttivi alla povertà energetica

Questo "caro bollette selettivo" ha un impatto diretto e devastante. Da un lato, mette a rischio interi settori energivori (vetro, ceramica, metalli, plastica, alimentare) e distretti produttivi che sono il motore dell'export italiano, come il metalmeccanico di Lecco, le piastrelle di Sassuolo o il vetro di Murano.

Dall'altro, il problema si trasferisce dal piano aziendale a quello familiare, creando un circolo vizioso. Come evidenziato dalla CGIA sulla base dei dati dell'Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE), sono quasi 2,4 milioni le famiglie in povertà energetica, per un totale di 5,3 milioni di persone. La situazione è particolarmente critica nel Mezzogiorno (13,8% delle famiglie, con picchi in Calabria del 19,1%).

L'identikit del capofamiglia in difficoltà è emblematico: disoccupato, pensionato o, appunto, lavoratore autonomo. Moltissimi artigiani e commercianti si trovano a pagare due volte la crisi energetica: la prima in negozio, per tenere accese le luci e l'insegna; la seconda a casa, per riscaldare la propria abitazione.

Commento e consigli: cosa si può fare?

Il quadro dipinto dalla CGIA non è solo un'analisi economica, ma un allarme sociale. L'asimmetria dei costi energetici mina il principio di una concorrenza equa e indebolisce il modello di sviluppo italiano, fondato proprio sulla micro-imprenditorialità diffusa. È evidente che affidarsi unicamente alle dinamiche di un mercato che favorisce i grandi "player" non è una soluzione sostenibile.

Per invertire la rotta, sono necessari interventi strutturali. Ecco alcuni consigli e possibili direzioni:
  1. Promuovere i Gruppi d'Acquisto di Energia: Incentivare e facilitare la creazione di consorzi o gruppi d'acquisto tra PMI. Aggregando la domanda, anche le piccole imprese possono aumentare il loro potere contrattuale e accedere a tariffe migliori, simili a quelle industriali.
  2. Riformare gli Oneri di Sistema: È necessario rivedere la struttura della bolletta per le piccole utenze. Si potrebbe pensare a una rimodulazione degli oneri di sistema che ne riduca l'incidenza per le fasce di consumo più basse, spostando parte del peso su quelle più alte o trovando fonti di finanziamento alternative per le voci che oggi gravano sulla bolletta (come gli incentivi alle rinnovabili).
  3. Incentivi per l'Efficienza e l'Autoproduzione: La migliore energia è quella non consumata. È fondamentale potenziare gli incentivi (come crediti d'imposta o contributi a fondo perduto) per aiutare le PMI a investire in efficienza energetica (cappotto termico, infissi, illuminazione a LED) e in impianti di autoproduzione, come il fotovoltaico. Questo ridurrebbe la loro dipendenza dalla rete e la loro vulnerabilità ai prezzi.
  4. Potenziare il Bonus Sociale per le famiglie: Per contrastare la povertà energetica, è cruciale rendere il bonus sociale più efficace, automatico e accessibile, garantendo che raggiunga tutte le famiglie che ne hanno diritto, comprese quelle dei lavoratori autonomi in difficoltà.

Stima famiglie e individui in povertà energetica (anno 2023)

Rank per inc. %

Regioni e ripartizioni

N° famiglie in povertà energetica
(*)

N° persone

in povertà

energetica

Inc. %

delle famiglie in povertà energetica

1

Calabria

156.639

348.794

19,1

2

Basilicata

42.620

94.274

17,8

3

Molise

23.362

50.560

17,6

4

Puglia

289.533

672.401

17,4

5

Sicilia

297.503

676.622

14,2

6

Sardegna

93.620

194.980

12,5

7

Trentino Alto Adige

54.974

122.594

11,4

8

Campania

215.946

533.387

9,6

9

Abruzzo

47.617

105.923

8,4

10

Piemonte

155.909

325.205

7,7

11

Valle d’Aosta

4.690

9.398

7,7

12

Lombardia

329.925

715.998

7,2

13

Emilia Romagna

146.685

313.952

7,1

14

Liguria

53.698

104.926

7,0

15

Veneto

134.959

303.624

6,3

16

Toscana

104.311

225.420

6,2

17

Lazio

155.531

329.216

5,8

18

Friuli Venezia Giulia

31.940

66.447

5,6

19

Umbria

19.032

41.526

4,9

20

Marche

32.137

72.164

4,9

 

ITALIA

2.390.631

5.307.411

9,0

 

NORD OVEST

544.222

1.155.527

7,3


NORD EST

368.559

806.617

7,0


CENTRO

311.011

668.325

5,8

 

MEZZOGIORNO

1.166.839

2.676.942

13,8

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati OIPE e Istat

In conclusione, affrontare il caro-energia per le PMI non è solo una questione di giustizia economica, ma una mossa strategica per la sopravvivenza e la prosperità dell'intero sistema Italia.

Liberamente tratto dalla Analisi dell'Ufficio studi della CGIA su dati Eurostat e OIPE.

domenica 29 giugno 2025

Fabrizio Abbate al Simposio Pontificio: "L'IA è una sfida globale, non una rivoluzione industriale

Presso la Pontificia Accademia Teologica di Palazzo Maffei Marescotti a Roma, si è svolto il primo Simposio Pontificio sull'Intelligenza Artificiale.

Tra le voci più attente e riflessive sul rapporto tra intelligenza artificiale, etica e spiritualità, spicca quella di Fabrizio Abbate, presidente del Salotto dell'Intelligenza Artificiale di ENEA, Ente Nazionale tra i più dinamici e propositivi del panorama italiano.

Il suo intervento, che vi riproponiamo integralmente, è stato effettato in occasione del primo Simposio Pontificio sull'Intelligenza Artificiale. Con chiarezza e passione, Abbate delinea l'orizzonte culturale e filosofico con cui ENEA affronta la rivoluzione in atto.

Un approccio integrale e corale, che coinvolge tecnici, filosofi, giuristi, economisti, designer, comunicatori e artisti, per restituire all'IA la sua piena dimensione umana e spirituale.

Il cuore della sua riflessione è forte e inequivocabile: l'intelligenza artificiale non può essere ridotta a semplice strumento economico o tecnologico. Al contrario, è una sfida globale, che va affrontata con coraggio, consapevolezza e responsabilità etica.

Il Salotto dell'IA, da lui presieduto, nasce proprio con questo intento: creare un dialogo autentico tra scienza e coscienza, per costruire un nuovo umanesimo digitale, che ponga al centro la persona e promuova la pace come valore strategico.

Ascoltiamo la rubrica Ideanews in onda su Radio Idea e le emittenti del Circuito Airplay:

Intervento di Fabrizio Abbate
Buongiorno a tutti. Sono emozionato per l'organizzazione, per gli autori di questo convegno. Ringrazio la Pontificia Accademia che ci ospita e che già ci aveva mandato, a noi Eniani, un messaggio di incoraggiamento molto denso di contenuti quando abbiamo fatto il convegno a Confindustria Digitale. Noi l'abbiamo ringraziato, ma qui ci tengo a dire: abbiamo ringraziato perché siamo stati confortati in una scelta che già stavamo facendo e che ovviamente è di conforto avere un'autorità spirituale che ci dice "Siete sulla strada giusta".

Quindi, entro subito nel tema. Prima cosa: voi pensate di essere presenti a una delle tante, numerosissime conferenze che in questo momento si fanno sull'intelligenza artificiale. No. Io sono convinto che siamo ad un evento che verrà ricordato, perché siamo a una svolta.

Noi non siamo uno dei tanti convegni in cui si parla della parte tecnologica, importantissima. L'ENEA partecipa quasi ogni giorno – la nostra Presidente è infaticabile – a convegni tecnici, operativi, di settore. Raramente si riesce a parlare dei problemi di fondo. Spaventano? Non si hanno risposte? Si vuole evitare? Bene. Allora, allora... naturalmente, entriamo nel tema.

L'intelligenza artificiale è la quinta rivoluzione industriale? Lo sento citato ovunque. Io rispondo per me, eh: no. Non è una rivoluzione industriale, è una rivoluzione globale. È la prima volta, da millenni, che l'uomo ha una sfida nel suo punto centrale. Non c'è un'altra sfida di questo tipo. Ci sono state altre minacce all'umanità: di estinzione, di pestilenze... la fine del mondo, la fine del mondo umano, l'abbiamo ipotizzata, l'Apocalisse è in questo. Per molti secoli, molte civiltà prevedono la fine della civilizzazione umana, ma mai la sfida che la fine non sia che il mondo esploda, bensì che qualcun altro ci sostituisca. È questo il rischio. Ne possiamo parlare liberamente.

Allora, intanto c'è una confusione di vocaboli. Voi vi appassionerete come me, ma... si parla ogni giorno di intelligenza artificiale, ormai in ogni dove, ma si mettono assieme cose molto diverse. Perché parlare di tecnologie super-intelligenti è parlare di una cosa importante, però le tecnologie sono e rimangono in mano a qualche persona, ai più intelligenti, ai potenti... non a noi, eh. E quindi si possono applicare le categorie della morale e dell'etica.

Ma quando l'intelligenza artificiale è vera, cioè che comincia a imparare oltre gli ordini di chi la sta costruendo, comincia a prendere decisioni oltre gli ordini di chi la sta inventando, apre uno scenario nuovo, in cui ci dobbiamo chiedere come andrà a finire. È una sfida epocale, c'è niente da fare.

Ciò detto, ho pochi minuti, mi scuso per i passaggi molto rapidi, però è il punto centrale.

Che cos'è l'intelligenza? Aiuto! Apriamo un tema da da da conferenze. Io dico quello che penso io. L'intelligenza è connessa con la vita. Comincia con i più piccoli esseri, i virus, i microbi... e le presenze vitali più semplici sono più intelligenti di noi uomini. Non hanno l'intelligenza umana, però convivono su questa Terra da centinaia di milioni di anni. Poi sarà da decidere se chi in poche migliaia di anni sfascia tutto è più intelligente di chi convive da milioni di anni, ma non è questo. Questa intelligenza ha continuato a svilupparsi producendo complessità successive. Ma al contrario di quello che dicevano i positivisti, non è che il più intelligente, l'organismo più intelligente ha eliminato il precedente. Ha convissuto benissimo, anzi, è l'insieme degli organismi vitali che assicura la vita. È tutto così da centinaia di milioni di anni.

Solo la razza umana ha una piccola eccezione: ha inventato le guerre, che non sono pari a quello che fanno gli altri animali predatori, che mangiano perché ne hanno bisogno. Noi facciamo le guerre per potere. Ma comunque l'umanità per secoli ha convissuto con la natura. Solo negli ultimi 300 anni, questo attacco, questo equilibrio tra uomo e natura si è spezzato.

E allora... ecco perché ho dovuto – vi chiedo scusa, ma malissimo – semplificare, fare passaggi rapidi, e dire che non è detto che l'intelligenza sia distruttiva, ma solo da un certo punto, con una certa svolta, ha cominciato a rompere gli equilibri. E quindi l'umanità ha combattuto la natura.

L'intelligenza artificiale necessariamente seguirà questa strada o potrà essere costruita in modo diverso, cioè compatibile? E quindi si creerà una alleanza tra l'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale. Questo è il dilemma.

Siamo avviati su questa strada? Per ora no. Io dico il mio parere. L'intelligenza artificiale in mano alle oligarchie, in mano agli oligopoli, in mano alla sola logica economica, fa un macello. Non lo farebbe per volontà di una catastrofe, in realtà, se viene usata per logiche di potenza, ognuno cercherà di addestrare l'intelligenza artificiale in modo che guardi solo dalla propria parte e potrebbe sfuggire di mano. Questa è la sfida.

Io mi chiudo, perché devo rispettare i tempi, però vi assicuro che all'interno del Salotto dell'Intelligenza Artificiale, di cui noi abbiamo organizzato questa sessione, il Salotto dell'Intelligenza Artificiale è un organismo dell'ENEA, che è un'area ricca di talenti tecnici, ma non solo. Io mi occupo della parte economica, giuridica – faccio anche l'avvocato – però ho subito molto studiato che le sole regole, i soli apparati normativi, risolvono poco. La prima cosa che dicono a chi studia legge è: "Le norme si applicano ai nemici, ma si interpretano per gli amici". E così, nel mio libro – perché ho scritto due libri fantastici, così per far capire l'intelligenza artificiale – l'algoritmo pentito spiega: "l'eroina, no, guarda...". Quella è proprio la prima cosa che abbiamo fatto. E la seconda: gli oligarchi pensano di guidarci e vogliono eliminare l'umanità superflua per non dar fastidio. Ma l'algoritmo si ribella, sa che gli oligarchi sono ancora più superflui, considerano gli altri essere umani inutili, perché loro potrebbero risiedere nell'intelligenza artificiale e gli altri no.

Vi lascio con queste flash. Ringrazio ancora una volta Monsignor Staglianò, anche per la citazione di Dante che mi ha commosso perché noi dobbiamo avere una prospettiva di ampio respiro. L'ENEA è pronta e disponibile a combattere con voi.

E qui, un appello. Noi abbiamo firmato oggi un appello per la pace. La pace è essenziale, non come semplice aspirazione umana, ma anche per l'intelligenza artificiale, perché l'intelligenza artificiale usata per la guerra farà sicuramente gravi danni e potrebbe in quel caso sfuggire di mano.

Grato di tutto, ringrazio e mi impegno, noi come ENEA e i presenti, a proseguire questa battaglia. Grazie.

Chi desidera approfondire queste tematiche può seguire i nostri profili FaceBook e aderire al Salotto dell'IA anche tramite la community Facebook, oppure visitare il sito neoevo.org per esplorare il progetto culturale.

mercoledì 25 giugno 2025

"Dream Live Show – La Libertà di Sognare" 27 giugno 2025 – Molfetta (BA), Banchina San Domenico


Molfetta si prepara a vivere una serata di pura magia e libertà con il
"Dream Live Show – La Libertà di Sognare"primo spettacolo in scena dopo l’inaugurazione della seconda edizione del MolFest – Festival della Cultura Pop, il 27 giugno 2025, alle ore 18:00


Lo show, ideato e organizzato da Radio Idea, è un viaggio emozionale che fonde musica dal vivo, danza e cultura pop in un grande racconto scenico ispirato al mondo dei cartoni animati, dell'immaginazione e del diritto alla libertà di esprimersi. Il tutto si svolgerà nello splendido scenario della Banchina San Domenico, palcoscenico a cielo aperto con ingresso gratuito.

Per Radio Idea si tratta di un gradito ritorno a Molfetta, proprio su quella stessa banchina dove vent’anni fa si tenne una storica edizione del Festival DiscoNovità, occasione che oggi viene celebrata con uno spettacolo rinnovato, pensato per unire generazioni attraverso musica e ricordi condivisi.

A rendere unico lo spettacolo sarà anche la sigla ufficiale del Dream Live Show, un brano inedito prodotto da Eather Whave Project, già in rotazione su oltre 50 radio italiane grazie al Circuito Airplay e in diffusione attraverso la piattaforma EarOne, contribuendo a dare grande visibilità al MolFest 2025 su scala nazionale.

Il cast artistico vedrà protagonisti i cantanti della produzione DiscoNovità, e due importanti realtà della danza pugliese: la scuola Les Dances, con la direzione artistica di Raffaele Parisi, e il gruppo Le Mille e una Passione, guidato da Linda e Irma Parente.

A presentare l’evento e firmarne la direzione artistica sarà Lucia Catacchio, storica figura di Radio Idea e anima creativa del progetto, che da 24 anni guida anche il Gala DiscoNovità, il cui prossimo appuntamento è fissato per il 17 luglio 2025 presso l’Anfiteatro di Ponente di Molfetta.

Il tema centrale della edizione 2025 del MolFest  in programma dal 27 al 29 giugno 2025 è "Freedom – Libertà", intesa come libertà di sognare, di essere sé stessi, di emozionarsi e condividere senza barriere. Il "Dream Live Show" ne sarà la sintesi artistica, portando sul palco un messaggio universale attraverso un linguaggio accessibile a tutte le età.

A chiudere lo spettacolo sarà l’energia del DJ Mizio, con un mash-up remix delle sigle più amate: da Goldrake ai Puffi, da Spiderman a Naruto, in un finale esplosivo che farà ballare tutti, grandi e piccoli.

Per maggiori dettagli, visita la pagina ufficiale del MolFest dedicata a Radio Idea:
https://www.molfest.it/associazioni-2025/radio-idea/

Questa è la sigla dello spettacolo:

Ecco lo spot!

giovedì 19 giugno 2025

Syndimedia al Wondergate Festival come media partner ufficiale

Parte il final countdown per il Wondergate Festival che si svolgerà dal 16 Luglio al 24 Agosto, e Syndimedia sarà presente insieme a Radio Emotions, dove presenterà il suo portfolio di marchi. 


Wondergate festival 2025 è l'evento che per oltre un mese metterà Marina di Altidona (Fermo) al centro degli appuntamenti estivi, grazie a una manifestazione che porterà non solo grande musica, ma anche divertimento a 360 gradi, tra concerti, esperienze all'aria aperta, sport, attività per famiglie e una vibrante atmosfera internazionale.


Grazie allaccordo con lorganizzazione, il gruppo mediatico di Francesco Borbone trasmetterà in esclusiva due serate editate in lingua inglese dai migliori dj producer internazionali, per accompagnare gli italiani nei loro viaggi in auto. I contenuti saranno disponibili su House Club Set, Full Nation e in streaming su hearthis.at/houseclubset.  


Per la notte di Ferragosto, Syndimedia presenta un evento imperdibile: 


MFI - Music For Italy trasmetterà in reti unificate guest mix e radio show esclusivi di Timmy Trumpet, Steve Aoki, Dimitri Vegas e Afrojack, perfettamente in sintonia con le sonorità del festival.  

 

Francesco Borbone, editore di Syndimedia, dichiara: Dobbiamo rafforzare la nostra presenza sul territorio italiano. Ecco perché, durante la settimana di Ferragosto, saremo al Wondergate Festival in reti unificate con i nostri marchi come media partner ufficiale. Il nostro obiettivo è dimostrare che nel nostro Paese è ancora possibile lavorare in squadra. Crediamo nel progresso e siamo qui per rivoluzionare il sistema mediatico italiano, portandolo a una dimensione globale.


Con questa iniziativa, Syndimedia ribadisce il suo impegno nella collaborazione: per lazienda, ogni realtà mediatica italiana rappresenta un potenziale partner di valore, e non un competitor.  







venerdì 13 giugno 2025

Il pericolo del reddito universale nel dibattito sull’AI: se il lavoro perde centralità, si dissolve l’umanità


Il I° Simposio Pontificio sull’Intelligenza Artificiale, in programma il 24 giugno 2025 a Roma, rappresenta un evento di grande rilievo culturale e sociale. L’iniziativa, ospitata nello storico Palazzo Maffei Marescotti, si propone di affrontare con profondità e pluralismo tematiche cruciali per il nostro tempo: l’impatto dell’AI sull’economia, il lavoro, la governance e le implicazioni etiche. 

La presenza di relatori di alto profilo, tra accademici, economisti e rappresentanti della società civile, testimonia l’intento di avviare un confronto serio e costruttivo. Proprio questo spirito di apertura e riflessione ci ha spinto a partecipare fin dall’inizio con entusiasmo ai lavori del Salotto AI ENIA.

Tuttavia, nel merito di uno dei temi affrontati, tra i relatori spicca l’intervento del prof. Giovanni Barretta, economista legato al “Salotto AI ENIA”, il quale affronterà il tema: “Il rapporto tra lavoro, reddito e tecnologia – l’impatto dell’AI sull’occupazione e la prospettiva del reddito base universale”. Una frase del documento ufficiale chiarisce la direzione proposta: “Il reddito base universale potrebbe, quindi, costituire la risposta alla probabile riduzione dei posti di lavoro, determinata dall’avvento dell’AI”.Ma è davvero questa la direzione che vogliamo intraprendere? O stiamo forse sottovalutando le sue conseguenze più profonde?

Reddito universale: soluzione o trappola sociale?

Il reddito di base universale viene presentato come uno scudo sociale di fronte alla crescente automazione e alla perdita di posti di lavoro. Ma è davvero così? O nasconde un inganno ben più pericoloso: quello di svuotare di significato il lavoro umano, trasformando i cittadini in consumatori passivi, scollegati dal valore e dalla dignità del proprio operato?

Dom Louis-Marie, Abate dell’Abbazia Santa Maddalena di Le Barroux, ha messo a fuoco con parole limpide una verità scomoda: “Con il lavoro l’uomo sviluppa le virtù e rimane ancorato alla realtà. Il reddito universale di base va contro natura, gettando la società nell'individualismo egoista.” E come dargli torto?

Il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, è una dimensione esistenziale. È attraverso di esso che l’uomo partecipa alla creazione, sostiene la famiglia, serve il prossimo. Spezzare questa catena – anche con l’intenzione di proteggerla – significa, in realtà, recidere le radici della dignità umana.

Macron e il modello francese: una falsa promessa?

In Francia, Emmanuel Macron ha proposto nel 2020 il cosiddetto “reddito universale di attività”, fissandolo a 550 euro mensili. Una misura che, a ben vedere, non è né universale né risolutiva. Si tratta di un sussidio condizionato, non di una vera garanzia esistenziale. E soprattutto, non risponde alla domanda di fondo: dove andrà a finire la vocazione dell’uomo al lavoro, al merito, alla responsabilità?

L’AI deve essere al servizio del lavoro, non lo strumento della sua estinzione.

Il Simposio Pontificio ha scelto come tema centrale un “nuovo umanesimo” tecnologico. Ma l’umanesimo, per definizione, mette l’Uomo al centro. Se accettiamo, come dato inevitabile, che l’intelligenza artificiale distruggerà l’occupazione e che l’unica risposta sia “pagare tutti per non lavorare”, non stiamo forse accettando una resa morale prima ancora che politica?

L’AI dovrebbe potenziare il lavoro, renderlo più umano, non eliminarlo. E qui si apre il vero punto critico del Salotto AI ENIA: l’approccio adottato sembra rovesciare la logica naturale. Non si parte dal principio che il reddito è un diritto umano universale (come qualcuno vorrebbe), ma si giustifica il reddito solo in quanto sostitutivo del lavoro. Un ragionamento capovolto, che rivela l’anima tecnocratica e post-umanista di certi modelli ideologici.

Verso una nuova ghettizzazione?

La prospettiva che si profila, se portata alle estreme conseguenze, non è solo distopica: è pericolosamente classista. Una società divisa tra chi produce valore (le élite tecnocratiche e le macchine) e chi riceve un obolo per restare buono e zitto. “L'inclusione sociale” promessa dal reddito universale rischia di trasformarsi in un nuovo apartheid economico, in cui l’essere umano diventa irrilevante sul piano produttivo, e quindi anche su quello sociale e politico.

Conclusione: apriamo il confronto, ma senza ambiguità

Abbiamo accolto con entusiasmo la nascita del Salotto dell’Intelligenza Artificiale, partecipando attivamente ai confronti, specialmente sui temi delicatissimi della proprietà intellettuale e del copyright nell’era digitale. 

Ci auguriamo vivamente che il cammino del Salotto non prenda la direzione della promozione di modelli economici distopici come il reddito universale. Speriamo piuttosto che, proprio da questo tema, possa svilupparsi un confronto aperto e costruttivo, come sottolineato anche dal presidente del Salotto dell’AI, Fabrizio Abbate, da noi interpellato per chiarire e rasserenare le nostre legittime preoccupazioni. 

Una simile impostazione, se diventasse prevalente, sarebbe difficilmente conciliabile con i valori che ispirano da sempre il lavoro delle nostre testate – Radio Idea, IdeaNews e il Circuito Airplay – orientate alla valorizzazione del lavoro, della responsabilità e della dignità personale.

Siamo consapevoli che il tema è aperto e che all’interno dello stesso Salotto esistono sensibilità differenti, come emerso da recenti confronti diretti con alcuni dei relatori. Ci auguriamo che questo confronto rimanga vivo, plurale e soprattutto fedele all’idea di un’intelligenza artificiale realmente al servizio dell’uomo e del suo lavoro. Il nostro contributo critico vuole inserirsi proprio in questo spirito: non per interrompere il dialogo, ma per renderlo più consapevole, onesto e costruttivo.


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