mercoledì 11 giugno 2025

Denuncia ai vertici UE, EMA e Big Pharma: Antonio Porto racconta i retroscena a IdeaNews


Un’intervista esclusiva ad Antonio Porto, Segretario Generale di OSA Polizia, sul ricorso presentato contro Commissione UE, EMA, Pfizer e BioNTech.

Un ricorso che punta dritto ai vertici delle istituzioni europee, un’azione legale destinata a lasciare il segno e, al centro, un sindacalista in divisa: Antonio Porto, Assistente Capo Coordinatore della Polizia di Stato e Segretario Generale Nazionale del sindacato OSA Polizia.

Già noto ai nostri microfoni per le sue prese di posizione contro gli obblighi vaccinali nel comparto sicurezza, Porto è tornato su IdeaNews per illustrare in anteprima i contenuti di una denuncia clamorosa, formalmente depositata da OSA APS, OSA Polizia e SFD – Sindacato della Guardia di Finanza.

I destinatari della denuncia

Nell’atto, firmato dagli avvocati Angelo Di Lorenzo, Antonietta Veneziano e Roberto Martina dell’associazione Avvocati Liberi, con il supporto tecnico del chimico Gabriele Segalla e dell’ingegnere Giovanni Trambusti, vengono denunciati:

  • Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione Europea)
  • Stella Kyriakides (Commissaria alla Salute)
  • Margaritis Schinas (Vicepresidente UE)
  • Emer Cooke (Direttrice EMA)
  • Albert Bourla (CEO Pfizer)
  • Ugur Sahin (CEO BioNTech)

Le accuse spaziano dalla corruzione alla frode nelle pubbliche forniture, dal falso ideologico fino a reati gravissimi come lesioni, omicidio e somministrazione pericolosa di medicinali, riferiti al vaccino Comirnaty (Tozinameran/BNT162b2) di Pfizer-BioNTech, autorizzato in Europa con procedura condizionata nel dicembre 2020.

Le prove: Pfizer Papers e non solo

Come spiegato da Porto nel corso dell’intervista, la denuncia si fonda su quattro pilastri documentali:

  • 450.000 pagine di documenti interni Pfizer, desecretati negli USA su ordine di un giudice nel 2022.
  • Gli studi scientifici pubblicati da Gabriele Segalla su International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research.
  • I documenti EMA relativi all’autorizzazione e valutazione del Comirnaty.
  • L’interrogatorio dell’ex Ministro Roberto Speranza, attualmente parte di un altro procedimento penale in Italia.

Crimini contro l’umanità?

“La denuncia qualifica i reati come crimini a carattere universale,” ha sottolineato Porto. “Parliamo di azioni che hanno prodotto discriminazione, perdita del lavoro, effetti avversi anche letali, e che hanno avuto conseguenze dirette sulla popolazione italiana.” Il documento parla esplicitamente di “crimini contro l’umanità”, richiamando la giurisdizione internazionale e quella nazionale.

Silenzi e ostacoli

A precisa domanda, Porto ha confermato che finora le istituzioni hanno reagito con “un silenzio strategico”, mentre alcuni media “tentano di minimizzare o etichettare come complottismo una denuncia fondata su dati e firme legali”. Nessuna risposta ufficiale è ancora pervenuta dalla Commissione Europea né dall’EMA.

CONCLUSIONI
Porto è chiaro nelle sue parole:
“Non ci fermiamo qui. A breve renderemo pubblici tutti i materiali — denuncia, allegati, fonti — affinché ogni cittadino possa valutare da sé. Non chiediamo credulità, ma trasparenza. E verità.”
IdeaNews continuerà a seguire da vicino gli sviluppi di questa vicenda. Vi terremo informati sui prossimi passi legali, politici e mediatici legati al ricorso.
Ringraziamo l’Assistente Capo Coordinatore Antonio Porto per aver illustrato con chiarezza e determinazione una vicenda che tocca diritti fondamentali e fiducia pubblica.
L’intervista è a cura dell’Ing. Mario Di Gregorio per IdeaNews e va in onda su Radio Idea e sul circuito Airplay, nei notiziari informativi.
È disponibile anche online: potete ascoltarla integralmente sulla nostra pagina Facebook ufficiale.

Per continuare a seguire gli sviluppi, restate aggiornati su ideanews.org, l’informazione che non si allinea.

È disponibile anche online: qui di seguito potete ascoltarla, perché l’abbiamo pubblicata integralmente sulla nostra pagina Facebook ufficiale.

domenica 1 giugno 2025

RIPRENDIAMOCI LA SOVRANITÀ: PERCHÉ L'ITALIA DOVREBBE RICONSIDERARE LE SUE APPARTENENZE

Le istituzioni sovranazionali che oggi controllano gran parte delle decisioni dei paesi membri erano nate con nobili intenti, ma nel tempo si sono trasformate in strutture di potere che limitano la sovranità nazionale e spesso agiscono contro gli interessi dei cittadini. In questo articolo analizziamo perché l'Italia dovrebbe riconsiderare seriamente la sua appartenenza all'Unione Europea, alla NATO e all'OMS.

UNIONE EUROPEA: LA GABBIA DELL'EURO

L'introduzione dell'euro ha rappresentato per l'Italia l'inizio di un declino economico senza precedenti. Dal 2002 ad oggi:

  • Il potere d'acquisto delle famiglie italiane è diminuito del 30%
  • Il PIL italiano è cresciuto solo del 4% in 20 anni, contro il 30% della Germania
  • Il debito pubblico è esploso nonostante anni di "austerità"

    Come riportato dall'economista Alberto Bagnai, l'Italia ha perso oltre 30 punti di competitività rispetto alla Germania a causa dell'impossibilità di utilizzare la leva monetaria. Il caso della Grecia del 2015 ha dimostrato che la sovranità economica è stata di fatto trasferita a Bruxelles e Francoforte.

    La recente opposizione della Bulgaria all'adozione dell'euro mostra come anche altri paesi stiano iniziando a comprendere i rischi. Secondo l'economista bulgaro Stoyan Panchev: "L'adozione dell'euro limiterebbe la nostra flessibilità economica e ci esporrebbe a rischi sistemici".

OMS: DA ISTITUZIONE SANITARIA A CENTRO DI POTERE

Durante la pandemia, l'OMS ha dimostrato di agire più come un'entità politica che come un'organizzazione sanitaria imparziale:

  • Ritardi nell'allerta globale e informazioni contraddittorie
  • Protocolli sanitari imposti senza considerare le specificità dei singoli paesi
  • Legami economici con grandi aziende farmaceutiche che hanno creato conflitti d'interesse

    Non è un caso che l'amministrazione Trump avesse avviato la procedura di uscita dall'OMS nel 2020, accusando l'organizzazione di essere "troppo influenzata dalla Cina" e di aver gestito male la pandemia. Sebbene Biden abbia poi annullato questa decisione, le critiche all'operato dell'OMS restano valide e gli Stati Uniti usciranno ufficialmente il 22 gennaio 2026

    Il recente Trattato Pandemico e le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale rappresentano un ulteriore passo verso la cessione di sovranità in materia sanitaria, limitando la capacità dei singoli Stati di decidere autonomamente su questioni che riguardano la salute pubblica.

NATO: DA ALLEANZA DIFENSIVA A RISCHIO PER LA SICUREZZA NAZIONALE

La NATO, nata come alleanza difensiva durante la Guerra Fredda, si è trasformata in una struttura che risponde principalmente agli interessi geopolitici americani:

  • L'espansione a Est ha creato tensioni con la Russia che minacciano la sicurezza europea
  • Le basi militari NATO sul territorio italiano rappresentano potenziali obiettivi in caso di conflitto
  • L'Italia è obbligata a partecipare a missioni militari non sempre allineate con i propri interessi nazionali
Come affermava il giornalista e analista geopolitico Giulietto Chiesa: "L'Italia, con le sue basi NATO, in caso di conflitto con la Russia sarebbe la prima nazione ad essere colpita, una vera polveriera pronta ad esplodere". Nel suo ultimo libro prima della scomparsa, Chiesa avvertiva che "l'Italia ha perso completamente la sua sovranità in campo militare e di politica estera".

La spesa militare imposta dalla NATO (2% del PIL) rappresenta un ulteriore salasso per le casse dello Stato italiano, già provate da anni di crisi economica.

OLTRE IL CATASTROFISMO: UNA VISIONE CONCRETA

Uscire da queste istituzioni non significa isolazionismo, ma recupero della sovranità decisionale. Ecco cosa comporterebbe concretamente:

  1. Sovranità monetaria: Ripristino di una moneta nazionale gestita secondo le esigenze dell'economia italiana, mantenendo accordi commerciali con l'UE
  2. Autonomia sanitaria: Gestione delle emergenze sanitarie basata sulle specificità nazionali, investimenti nella sanità pubblica senza vincoli esterni
  3. Neutralità militare: Politica estera autonoma basata sulla cooperazione e non sull'allineamento automatico, come già fanno con successo paesi europei neutrali

CONCLUSIONE

L'Italia è una grande nazione con risorse, competenze e capacità per gestire autonomamente il proprio destino. Continuare a delegare decisioni cruciali a istituzioni sovranazionali che spesso non rappresentano gli interessi dei cittadini italiani significa rinunciare al futuro delle prossime generazioni.

Come ci ricorda la storia, nessuna grande nazione ha costruito prosperità e benessere cedendo la propria sovranità. È tempo di riflettere seriamente sulle appartenenze internazionali dell'Italia e sulle loro conseguenze concrete sulla vita di tutti noi.

Pensiamo al futuro dei nostri figli: facciamolo ora o mai più!

Nota: Questo articolo rappresenta un'analisi critica delle istituzioni sovranazionali e propone una riflessione sulle alternative possibili. Le opinioni espresse riflettono il punto di vista di diversi analisti ed economisti critici verso l'attuale sistema di governance globale.


SONDAGGIO: SOVRANITÀ NAZIONALE

Ritenete che l'Italia dovrebbe riconsiderare la sua appartenenza alle istituzioni sovranazionali come UE, NATO e OMS per recuperare la propria sovranità?
Partecipate al nostro sondaggio direttamente sulla nostra pagina Facebook.
Le vostre opinioni contribuiranno a un importante dibattito sul futuro dell'Italia. I risultati saranno riportati qui.
Questo sondaggio è promosso da Idea News e diffuso attraverso il Circuito Airplay. 
Per approfondire, ascolta il servizio speciale in onda questa settimana.


Uno degli ultimi interventi di Giulietto Chiesa


Dubai All'Avanguardia nell'IA: Alexia Fast Svela Strategie e la Sfida della Formazione (Anche per l'Italia)

Nella nostra rubrica sull'Intelligenza Artificiale, in onda sulle radio del circuito Airplay e quelle della REA (Radio Televisioni Europee Associate), abbiamo avuto l'onore di ospitare Alexia Fast, grande esperta di imprese e IA con una profonda conoscenza degli Emirati Arabi Uniti. Fabrizio Abate, responsabile rapporti istituzionali REA, ha introdotto l'ospite, sottolineando l'importanza cruciale della formazione per governare la rivoluzione dell'IA, un tema su cui la rubrica insiste da tempo.

Alexia Fast ha condiviso la sua esperienza diretta da Dubai, descrivendo un ecosistema vibrante e proiettato al futuro. Ha illustrato come gli Emirati stiano impostando la preparazione e la formazione per entrare nel mondo dell'IA, con un focus sulla National AI Strategy UAE del 2031. L'obiettivo è ambizioso: formare 10.000 persone entro fine anno attraverso iniziative mirate che coinvolgono programmatori, educatori e il settore governativo. Vengono creati gruppi specifici, inclusi quelli dedicati all'upskilling nel lavoro e al coinvolgimento delle donne, per stimolare l'utilizzo e la programmazione dell'IA. Sono stati stretti accordi con colossi come Microsoft e Google per organizzare corsi di formazione, istruendo le persone in base al loro livello e al settore di competenza, affinché possano poi divulgare queste conoscenze nei rispettivi ambiti. Un esempio è il convention "AI for Everything", che esplora come l'IA sarà onnipresente, evolvendo dall'Internet of Everything a un'intelligenza autonoma per ogni nodo della rete. 

L'ultima parte dell'intervento di Alexia Fast ha chiarito come le aziende a Dubai stiano concretamente implementando l'IA, specialmente attraverso il "Business Process Reengineering" (Riprogettazione dei Processi Aziendali) potenziato dall'IA.

Si tratta di analizzare i processi esistenti per individuare dove l'essere umano può essere potenziato dall'intelligenza artificiale, creando agenti specializzati interni. Questo avviene, ad esempio, con la creazione di RAG (Retrieval-Augmented Generation), ovvero database informativi aziendali (knowledge base strutturate e non, che includono testi, video, audio, immagini) da cui l'IA attinge per fornire informazioni garantite e gestite. Su questa base si sviluppano chatbot e agenti IA intelligenti, o flussi di lavoro complessi dove l'IA interviene in vari passaggi: dall'estrazione di informazioni da documenti cartacei, all'elaborazione, alla verifica umana, fino all'azione e allo smistamento. L'obiettivo è analizzare i singoli processi e sviluppare soluzioni IA su misura. Questa evoluzione richiede risorse capaci di analizzare i processi e aiutare le aziende nella trasformazione digitale, un approccio che stanno utilizzando sia internamente per ottimizzare i processi (AI-driven Business Process Reengineering) sia esternamente, ad esempio nel marketing, per potenziare la comunicazione.

Fabrizio Abate ha concluso sottolineando come l'approccio serio e avanzato di Dubai sia stimolante ma anche preoccupante se confrontato con un certo dilettantismo italiano. Ha ribadito la necessità di un forte programma di formazione in Italia che coinvolga giovani, esperti e il grande pubblico, per difendersi dai rischi e approfittare delle opportunità dell'IA, evitando di "mandare la gente allo sbaraglio".

L'intervento di Alexia Fast ci offre spunti preziosi e un metro di paragone importante. Cosa ne pensate dell'approccio di Dubai? Credete che l'Italia possa e debba imparare da queste strategie per non restare indietro nella rivoluzione dell'Intelligenza Artificiale? Condividete le vostre riflessioni nei commenti!

Ascolta qui la rubrica di Fabrizio Abbate con l'intervista ad Alexia Fast:

sabato 31 maggio 2025

Michele Emiliano rompe il silenzio sul conflitto israelo-palestinese: un appello alla responsabilità


In un contesto internazionale segnato da 18 mesi di sanguinoso conflitto tra Israele e Palestina, la presa di posizione del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha suscitato attenzione e dibattito. In un panorama politico italiano spesso silente o diviso su questa vicenda, le sue parole si sono distinte per coraggio e chiarezza.

Per approfondire il senso, la portata e le possibili conseguenze di questo intervento, il nostro corrispondente ha raggiunto telefonicamente il Presidente Emiliano per un’intervista esclusiva.

L'intervista

Durante la conversazione, Emiliano ha condiviso le motivazioni che lo hanno spinto a intervenire pubblicamente su un tema così delicato e spesso evitato dal dibattito istituzionale. Ha sottolineato l'importanza del ruolo delle Regioni e degli enti locali nel promuovere pace e giustizia su scala globale, evidenziando i passi concreti che il governo italiano dovrebbe intraprendere oggi.

Ha inoltre espresso la speranza che il suo intervento possa aprire una breccia nel muro di silenzio istituzionale, stimolando altre voci a esporsi, piuttosto che restare un gesto isolato in un contesto ancora troppo timido e attendista.

Azioni concrete per la pace

Oltre alle dichiarazioni, il Presidente Emiliano ha intrapreso azioni simboliche e concrete per promuovere la pace. Ha inaugurato a Massafra un murale intitolato "Un abbraccio per la pace", raffigurante un bambino palestinese e uno israeliano che si abbracciano, ispirato a una celebre fotografia di Ricki Rosen. L'opera, realizzata con migliaia di tessere digitali, è in grado di fornire gratuitamente internet e contenuti multimediali a chi la inquadra con lo smartphone [1] .

Inoltre, Emiliano ha ricevuto l'ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, Abeer Odeh, esprimendo un sentimento di dolore e amicizia verso il popolo palestinese e sottolineando l'importanza di tali incontri anche a livello personale [2] .

Conclusione

Ringraziamo il Presidente Michele Emiliano per la disponibilità e il coraggio dimostrato. Ci auguriamo che il suo gesto possa stimolare nuove prese di posizione e rafforzare un dibattito necessario. In tempi complessi come questi, la parola è un primo atto di responsabilità. Invitiamo cittadini, amministratori e rappresentanti politici a non restare in silenzio e a farsi promotori attivi di un dialogo fondato su diritti umani, giustizia e pace.





Citazioni:

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@michele_emiliano

Il presidente della Regione Puglia ha emanato la seguente disposizione. “A tutti i dirigenti e dipendenti della Regione Puglia, delle sue Agenzie e delle società partecipate. A causa del genocidio di inermi palestinesi in atto da parte del Governo Netanyahu, da oggi vi invito ad interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del suddetto Governo e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella striscia di Gaza. Questa è una posizione che viene assunta nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano. Sono infatti tantissimi israeliani ed ebrei di tutto il mondo che stanno condannando il Governo Netanyahu”.


martedì 27 maggio 2025

L'Alba dell'AI in Italia: ENIA Traccia la Rotta tra Ricchezza Promessa, Regole Necessarie e una Rigenerazione a Misura d'Uomo

Milano, 26 maggio 2025 – L'Intelligenza Artificiale non è più una frontiera lontana, ma una realtà pulsante che sta ridisegnando il tessuto economico e sociale. Questo il messaggio centrale emerso dal 1° Congresso Nazionale ENIA (Ente Nazionale per l'Intelligenza Artificiale), tenutosi presso il Palazzo Lombardia. Con il tema "L'Economia dell'AI: Ricchezza, Regole e Rigenerazione", l'evento ha catalizzato l'attenzione di istituzioni, accademici, imprese e società civile, aprendo un dialogo cruciale sul futuro dell'Italia nell'era dell'AI.

Un'Infrastruttura Pubblica per il Futuro del Paese

L'apertura dei lavori è stata affidata a Valeria Lazzaroli, Presidente ENIA, che ha immediatamente delineato la portata della sfida e dell'opportunità: "L'AI come infrastruttura pubblica per rigenerare il Paese," ha dichiarato, sottolineando la necessità di un approccio che sia al contempo ambizioso e profondamente radicato nei valori umani. "L'approccio umanocentrico deve essere il faro," ha aggiunto, evidenziando come ENIA miri a passare "da una fase di sperimentazione a una di implementazione consapevole." Il suo intervento ha posto le basi per una discussione che non si limiti agli aspetti puramente tecnologici, ma che abbracci le implicazioni etiche, sociali e di governance.

Le visioni strategiche sono state ulteriormente arricchite dai contributi di Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, e Marco Alparone, Vicepresidente. Agostino Ghiglia, Membro Garante della Privacy, ha poi messo in guardia sull'importanza di navigare il complesso scenario normativo, con GDPR e AI Act al "banco di prova", mentre Andrea Stazi ha esortato ad "abitare l'innovazione per non essere disabitati dal futuro".

L'AI e il Tessuto Economico: Opportunità e Responsabilità Condivisa

Il congresso ha esplorato a fondo l'impatto dell'AI sull'economia. Angelo Deiana, Presidente Confassociazioni e dell'Osservatorio Italiano per l'Intelligenza Artificiale ENIA, ha offerto una prospettiva lucida sulle trasformazioni in atto, specialmente per il mondo delle banche, della finanza e delle PMI. "L'AI sta democratizzando l'accesso a strumenti potenti, ma questo richiede una maggiore responsabilità da parte di tutti gli attori," ha affermato Deiana. Ha evidenziato come, se da un lato l'AI offra strumenti senza precedenti per la gestione del rischio e la personalizzazione dei servizi, dall'altro ponga sfide in termini di competenze e di equità. "Non possiamo permetterci che l'AI crei un nuovo digital divide. La fiducia è la moneta dell'economia digitale, e l'AI deve essere costruita su basi etiche solide."

Questi temi sono stati ripresi da Giulio Gallera, che ha discusso gli investimenti pubblici del PNRR, da Fabio Greco e Giuseppe Gulino, che hanno portato la voce delle PMI e del settore assicurativo, e da Alfredo Sassi, che ha illustrato le potenzialità dell'AI nella filiera del farmaco.

Dall'Antropologia alla Governance: L'Uomo al Centro della Rivoluzione AI

"Un passaggio particolarmente incisivo dell'intervento di Fabrizio Abbate ha riguardato la spinosa questione del diritto d'autore e della proprietà intellettuale nell'era dell'Intelligenza Artificiale generativa. Abbate ha posto una domanda fondamentale che risuona con urgenza nel mondo creativo e legale: 'Cosa succederà alla creatività, e soprattutto alla difesa del diritto d'autore, quando le macchine non solo supportano la creazione, ma generano autonomamente contenuti che un tempo erano esclusiva prerogativa dell'ingegno umano?'

Ha evidenziato come i modelli di AI generativa vengano addestrati su vastissime quantità di dati preesistenti, spesso coperti da copyright, sollevando interrogativi complessi sulla liceità di tale utilizzo e sulla paternità delle opere risultanti. 'Stiamo assistendo a un cambio ontologico,' ha ribadito Abbate, 'in cui la stessa definizione di autore e di opera originale viene messa in discussione.' Ha citato le cause legali già in corso a livello internazionale, come quella del New York Times contro OpenAI, come segnali di una battaglia legale e culturale appena iniziata.

L'intervento ha sottolineato la necessità di un quadro normativo specifico che non si limiti ad applicare vecchie categorie a nuove realtà, ma che sappia cogliere la specificità dell'AI. 'Il GDPR non basta,' ha affermato, 'serve un approccio che bilanci la spinta all'innovazione con la tutela dei diritti dei creatori e la salvaguardia del valore del lavoro intellettuale.' Abbate ha invitato a una riflessione profonda su come l' 'economia delle intenzioni', alimentata dall'AI, possa coesistere con un sistema che riconosca e remuneri equamente la creatività umana, per evitare che la tecnologia, invece di essere uno strumento di emancipazione, diventi un fattore di ulteriore concentrazione di potere e di svalutazione del contributo individuale."

La necessità di regole e di una governance consapevole è stata un filo conduttore in molti interventi, sottolineando come le decisioni in ambito AI abbiano implicazioni dirette e profonde sulla vita dei cittadini e richiedano un dibattito pubblico informato e una cittadinanza attiva.

Riflessioni Finali: Un Patto per l'AI Responsabile

Il 1° Congresso Nazionale ENIA si è concluso con un messaggio potente: l'Italia ha le carte in regola per essere protagonista nella rivoluzione dell'AI, ma questo richiede una visione condivisa, investimenti mirati e, soprattutto, un impegno collettivo verso uno sviluppo responsabile. La "ricchezza" promessa dall'AI può tradursi in una vera "rigenerazione" solo se guidata da "regole" chiare e da un'etica che ponga sempre l'essere umano e il bene comune al centro. La sfida lanciata da ENIA è quella di costruire un ecosistema AI che sia fonte di progresso condiviso, dove l'innovazione tecnologica vada di pari passo con la tutela dei diritti fondamentali e il benessere collettivo. L'appello finale è a una responsabilità collettiva: istituzioni, imprese, accademia e cittadini devono collaborare per scrivere insieme le regole di questo nuovo capitolo della storia umana.






Ascolta la nostra rubrica con l'intervento dell'Avv. Fabrizio Abbate

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