Molfetta si prepara a un Maggio all'insegna dei bambini e dei ragazzi con due importanti festival cittadini.
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"Wassily B3" si ispira al movimento Bauhaus e celebra i 150 anni dalla nascita di un grande compositore. Il titolo richiama la celebre sedia progettata da Marcel Breuer e dedicata a Wassily Kandinskij, simbolo di un'estetica innovativa e razionale. La coreografia di Franzutti ripercorre, attraverso dieci quadri, i principi del Razionalismo, esplorando temi come la creazione della vita, l'evoluzione delle specie e le dinamiche sociali. L'uso della celebre poltrona Wassily B3 diviene elemento scenografico e simbolico, evocando la modernità e la spinta verso il futuro, in un rimando visivo che richiama il monolite di "2001: Odissea nello spazio". La rappresentazione gioca con le distorsioni delle proporzioni umane e le influenze del surrealismo, regalando al pubblico un'esperienza visiva e concettuale coinvolgente.
Il secondo spettacolo, "Effetto Lazarus", trae ispirazione dagli studi di Robert Cornish, lo scienziato che tentò di riportare in vita i morti. Ambientata in un obitorio post-catastrofe, la coreografia racconta il tentativo di rianimare giovani vittime attraverso il siero Lazarus, in una narrazione che unisce tensione e drammaticità. Il tutto è accompagnato dalle evocative note della "Danza Macabra" di Camille Saint-Saëns, che sottolineano il contrasto tra speranza e incubo.
Fondata nel 1995 e diretta da Fredy Franzutti, la compagnia "Balletto del Sud" si distingue per il suo eclettismo e l'alta qualità artistica. Con un repertorio che spazia dai classici alle creazioni contemporanee, il gruppo ha calcato palcoscenici prestigiosi in Italia e all'estero, collaborando con artisti di fama internazionale come Carla Fracci, Luciana Savignano e Lindsay Kemp. Franzutti, considerato uno dei coreografi più versatili del panorama italiano, ha lavorato per teatri di fama mondiale, tra cui il Teatro Bolshoi di Mosca e il Teatro dell'Opera di Roma, oltre a numerose produzioni televisive.
"Wassily B3 / Effetto Lazarus" rappresenta un'occasione unica per immergersi in due performance dal forte impatto visivo ed emotivo, che intrecciano danza, storia e riflessione filosofica. L'appuntamento è fissato per il 5 aprile alle ore 20.00 presso il Teatro Piccinni di Bari.
Per maggiori informazioni e prenotazioni: Puglia Culture
Diciamocelo, non si può più leggere un testo senza inciampare in un "car* tutt*", un "benvenutə" o peggio ancora in orrori come "avvocata", "sindaca" e "senatora". Qualcuno, per evitare il problema, ha pensato di sostituire tutto con un bel punto interrogativo: "Benvenut?!" — come a dire "ciascuno interpreti come meglio crede". Ma perché complicare una lingua meravigliosa come l’italiano con soluzioni che sembrano uscite da un bug di un software?
L’Accademia della Crusca si è già espressa più volte contro queste forzature, spiegando che non sono grammaticalmente corrette e che rendono i testi meno leggibili. Eppure, c’è chi insiste nell’usare questi espedienti con l’illusione di rendere il linguaggio più inclusivo, senza accorgersi che, paradossalmente, stanno solo creando ulteriore confusione.
Se da un lato giochiamo a stravolgere la grammatica con asterischi e segni grafici senza senso, dall’altro siamo travolti da un’invasione di termini anglosassoni che stanno erodendo l’identità della nostra lingua. Ormai, non si fa in tempo a impararne uno che ne arriva subito un altro: prima ci hanno propinato il brainstorming, poi il fact-checking, e ora spuntano fuori il quiet quitting, il reskilling, il job hopping e il mitico blue sky thinking (che, detto tra noi, pare una trovata per far sembrare profonda un’ovvietà).
Si può ancora dire "fare il punto della situazione" o dobbiamo per forza "fare un debriefing"? Possiamo ancora organizzare una riunione o dobbiamo per forza chiamarla "call"? E perché mai un artigiano oggi diventa un "maker" e un bagnino un "lifeguard"?
L’italiano è una lingua ricca, musicale e straordinaria, e invece di valorizzarla, sembriamo fare di tutto per frammentarla e renderla incomprensibile. Voi cosa ne pensate? Preferite un bel "brainstorming" o una semplice "riunione di idee"? Meglio "inviare un’email" o "shootare una mail"? E soprattutto, la prossima volta che sentite parlare di "quiet quitting" o "gender-neutral language", avrete la forza di resistere?
Scriveteci nei commenti, rigorosamente in italiano!
Il protocollo d’intesa siglato tra il Conservatorio di Musica “Nino Rota” di Monopoli e il Palazzo della Musica “Don Salvatore Pappagallo” rappresenta una straordinaria opportunità per Molfetta. Questo accordo non solo valorizza il talento dei giovani musicisti, ma prosegue l’eredità di Don Salvatore Pappagallo, figura di riferimento nella cultura musicale cittadina e promotore instancabile di polifonia e canto gregoriano.
Il progetto segna l’inizio di un percorso formativo di eccellenza per giovani musicisti del territorio, unendo tradizione e innovazione. Gli aspiranti artisti potranno beneficiare di una formazione di altissimo livello, guidata da maestri di prestigio, con l’obiettivo di accedere al Conservatorio o intraprendere una carriera professionale nel settore musicale. “L’invito è esteso anche ai bambini” – hanno sottolineato i promotori durante la conferenza – ma è rivolto principalmente agli studenti dei licei musicali e delle scuole artistiche, affinché possano continuare a inseguire i loro sogni in un ambiente didattico di eccellenza.
L’importanza di questo protocollo risiede anche nella valorizzazione della tradizione musicale di Molfetta, che trova nel rinnovato Palazzo della Musica un luogo di riferimento per il territorio, grazie alle sue moderne strumentazioni e agli spazi dedicati.
Don Salvatore, sacerdote e musicista appassionato, dedicò la sua vita a creare spazi per l’arte e la formazione musicale, superando ostacoli istituzionali e culturali. I corsi di polifonia da lui avviati segnarono un’epoca, trasformando Molfetta in un centro di riferimento per musicisti e studiosi.
Grazie a questa iniziativa, il Palazzo della Musica non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di continuità tra passato e futuro, unendo storia e innovazione.
Nelle brevi interviste che seguono, il Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, e il Maestro Giampaolo Schiavo, Direttore del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, raccontano come questa collaborazione rappresenti un’occasione unica per la comunità locale e i giovani talenti che aspirano a una carriera musicale.
Scopriamo insieme come questo progetto possa scrivere un nuovo capitolo nella storia culturale di Molfetta.
Questo evento celebra il talento mediterraneo promuovendo pace, tutela ambientale, diritti umani e pari opportunità, ispirato dalle straordinarie testimonianze greco-romane e dal ritrovamento di una statuetta del dio Thot nelle acque di Porto Cesareo.
Organizzato da Mediterraneamente APS e dal Comune di Porto Cesareo con il supporto di numerosi enti e associazioni, il festival prevede una serie di eventi artistici e culturali, culminando in una serata speciale sabato 15 giugno alle ore 20:00 in Piazza Enrico Berlinguer.
Premiati illustri di questa edizione includono (in ordine alfabetico):
Premi alla memoria saranno assegnati a:
Ospiti speciali saranno:
Aurelia Peluso e Francesco Erroi, campioni di Latin Style e Latin Show.
Tra i finalisti del "Sasinae Festival" International Song Contest, che regaleranno emozionanti momenti di spettacolo musicale, figurano:
Il festival è un'opportunità per riflettere sulle nostre ricche radici culturali e promuovere inclusione, dialogo e crescita.
Vi aspettiamo per celebrare insieme il talento e la virtù del Mediterraneo.