mercoledì 16 ottobre 2024

SUEZ, PANAMA E GLI ALTRI: LE STRETTOIE DELL'ENERGIA

Fonte: Elaborazione Rie su dati Eia Doe e fonti varie

L'articolo di Agata Gugliotta pubblicato su "Gestore dei Mercati Energetici S.p.A.", esplora l’importanza strategica dei chokepoint marittimi nel contesto del commercio energetico globale e ne analizza le recenti criticità. Questi passaggi stretti e spesso congestionati sono fondamentali per il transito di petrolio, gas naturale liquefatto (GNL) e altre merci essenziali per l’economia mondiale. Tuttavia, a causa di fattori geopolitici e ambientali, i chokepoint sono frequentemente soggetti a blocchi o rallentamenti, con conseguenze che si ripercuotono su larga scala. L’articolo evidenzia come la vulnerabilità di questi punti critici abbia un impatto diretto sul commercio globale, sulla sicurezza energetica e sull'economia.

I chokepoint marittimi non sono semplici corridoi di passaggio, ma veri e propri punti nevralgici per i flussi di energia mondiale. Si stima che circa il 70% delle forniture di petrolio e il 50% del GNL esportato a livello globale attraversino questi stretti. Tra i principali vi sono lo Stretto di Malacca, gli Stretti danesi e turchi, lo Stretto di Hormuz, il Canale di Suez, lo Stretto di Bab el-Mandeb e il Canale di Panama. La loro importanza è dovuta al fatto che rappresentano rotte obbligate per le navi che trasportano energia dalle zone di produzione verso i principali mercati di consumo.

Lo Stretto di Malacca è un esempio paradigmatico di chokepoint cruciale. Attraverso di esso transita circa il 30% del commercio globale, inclusa una porzione significativa delle importazioni di petrolio e GNL verso la Cina e altri paesi asiatici. Tuttavia, Malacca è anche vulnerabile a minacce come la pirateria e le tensioni geopolitiche, che potrebbero facilmente bloccare il passaggio delle navi, con gravi ripercussioni sui mercati energetici globali.

Un altro esempio rilevante sono gli Stretti danesi, i quali, nonostante il passaggio più semplice rispetto a Malacca, sono diventati ancora più cruciali dopo la riduzione delle forniture di gas dalla Russia all’Europa. Attraverso questi stretti passano infatti il petrolio russo destinato all’Europa e, negli ultimi tempi, ingenti quantità di GNL proveniente dagli Stati Uniti. In questo contesto, la chiusura o il blocco di questi stretti potrebbe minacciare la sicurezza energetica dell’Europa e incrementare i costi del gas, già alle stelle a causa delle tensioni politiche.

Gli Stretti turchi, rappresentati dai passaggi del Bosforo e dei Dardanelli, sono anch'essi essenziali per il trasporto di petrolio russo, azero e kazako verso l’Europa e l’Asia. Questi stretti sono notoriamente difficili da attraversare per via delle condizioni di navigazione complesse, ma la loro posizione strategica li rende indispensabili. Anche qui, i rischi di incidenti o blocchi legati a tensioni geopolitiche sono elevati.

L’importanza di questi chokepoint si riflette non solo nei volumi di merci che vi transitano, ma anche nella fragilità del sistema globale che dipende da essi. Quando uno di questi passaggi è bloccato o rallentato, gli effetti si propagano a catena su tutto il commercio globale, influenzando i costi del trasporto, i prezzi delle materie prime e la stabilità dei mercati finanziari.

Negli ultimi anni, le vulnerabilità di questi chokepoint sono state messe alla prova da diversi eventi. Un esempio recente è il Canale di Suez, che ha visto una significativa riduzione del traffico marittimo a causa di incidenti e instabilità regionale. Nel 2023, gli attacchi da parte del gruppo ribelle Houthi nel vicino Stretto di Bab el-Mandeb hanno ridotto il traffico marittimo e, in alcuni casi, interrotto completamente i transiti di navi che trasportavano GNL. Questo ha avuto un effetto diretto sui prezzi dell'energia, causando aumenti significativi per i paesi importatori, specialmente in Europa.

Anche il Canale di Panama ha recentemente subito delle criticità. Una grave siccità ha infatti ridotto il livello dell’acqua nei laghi che alimentano il canale, obbligando le autorità locali a limitare il traffico dal 2023. Questa situazione ha provocato ritardi significativi e un aumento dei costi di trasporto, poiché molte navi sono state costrette a fare deviazioni più lunghe per evitare il canale. Le restrizioni sul traffico attraverso Panama sono state prolungate anche nel 2024, aggravando ulteriormente le difficoltà di transito e complicando le rotte globali di petrolio e GNL.

Di fronte a queste vulnerabilità, diversi paesi stanno cercando soluzioni per ridurre la dipendenza dai chokepoint. Una delle strategie più diffuse è la costruzione di infrastrutture alternative, come gasdotti e oleodotti, che consentano di bypassare i punti critici. Un esempio è il gasdotto tra Myanmar e Cina, progettato per ridurre la dipendenza di Pechino dallo Stretto di Malacca. Tuttavia, non sempre è possibile trovare alternative praticabili: molte delle soluzioni disponibili, come la circumnavigazione del Capo di Buona Speranza, portano a maggiori costi e ritardi, rendendole meno efficienti dal punto di vista economico.

Un altro approccio è l’incremento della sicurezza nei chokepoint stessi. In alcuni casi, i paesi che condividono la responsabilità di questi passaggi hanno collaborato per garantire la protezione delle rotte. È il caso degli stretti danesi e turchi, dove gli stati limitrofi stanno intensificando gli sforzi per prevenire incidenti e migliorare le condizioni di navigazione.

Tuttavia, nonostante questi tentativi di mitigazione, la verità è che i chokepoint rimangono vulnerabili. Le interruzioni recenti nei transiti attraverso Suez, Panama e Bab el-Mandeb dimostrano quanto fragile sia l’equilibrio globale dei trasporti energetici. Le tensioni geopolitiche, come quelle in Medio Oriente, o le condizioni climatiche avverse, come la siccità in Panama, possono facilmente destabilizzare l'intero sistema.

In conclusione, i chokepoint marittimi sono e rimarranno fondamentali per il commercio energetico globale. La loro vulnerabilità a eventi geopolitici e climatici rappresenta però una minaccia costante per la sicurezza energetica e la stabilità dei mercati. Gli sforzi per creare alternative e rafforzare la sicurezza delle rotte sono cruciali, ma il sistema rimane esposto a rischi significativi. Il compito di trovare soluzioni più stabili e sostenibili è urgente, soprattutto in un contesto globale in cui le crisi energetiche possono avere ripercussioni di vasta portata su economia e politica.

Fonte: Newsletter di Ottobre 2024 numero 185

Emma conquista Los Angeles e si prepara a infiammare i palasport italiani

Emma Marrone continua a lasciare il segno sulla scena musicale italiana e internazionale. Il recente successo al Whisky a Go Go di Los Angeles, nell’ambito della 18ª edizione di Hit Week, ha confermato ancora una volta il suo straordinario carisma sul palco.
 Il celebre club californiano ha registrato il tutto esaurito, accogliendo con entusiasmo la potenza vocale e la grinta inconfondibile di Emma, che ha saputo emozionare il pubblico con un live energico e coinvolgente.

Dopo questa parentesi oltreoceano, l’artista è pronta a tornare in Italia per una serie di appuntamenti imperdibili. Il 23 ottobre sarà una delle protagoniste del concerto “Per la pace – Live contro le guerre” all’Unipol Forum di Milano, un evento che la vede in prima linea in un messaggio di speranza e solidarietà. Ma la vera attesa è tutta per il tour nei palasport, che prenderà il via a novembre e toccherà le principali città italiane.

L’11 novembre Emma accenderà l’Unipol Forum di Milano, il 14 novembre sarà la volta del Palazzo dello Sport di Roma, mentre il gran finale si terrà il 17 novembre al Palaflorio di Bari. In programma anche una prova generale il 7 novembre al Palasport di Ponte di Legno, un’occasione speciale per i fan di assistere al dietro le quinte dello spettacolo.

Ad accompagnare questo ritorno sul palco c’è l’uscita di “SOUVENIR Extended Edition”, un album che rappresenta un ulteriore tassello nel percorso artistico di Emma. Con sei nuovi brani, tra cui il singolo “HANGOVER” in collaborazione con Baby Gang, il disco è un viaggio musicale che mescola emozioni e suoni contemporanei. “Questo album è dedicato a voi, che ci siete sempre”, ha dichiarato l’artista, sottolineando il legame indissolubile con il suo pubblico.

Emma ha dimostrato ancora una volta di essere una delle voci più amate del panorama musicale italiano. Il suo percorso recente, costellato di successi come “Mezzo Mondo”, “Apnea” (doppio platino) e “Femme Fatale” (oro), conferma la sua capacità di rinnovarsi e di restare sempre fedele alla propria identità artistica. Il tour nei palasport sarà un’occasione unica per vivere dal vivo tutta l’energia della sua musica, in uno spettacolo che si preannuncia carico di emozioni e sorprese.


lunedì 14 ottobre 2024

Intervista a Moreno Ferrari: "Trasfusioni di sangue tra donatori non vaccinati per garantire la sicurezza"


In un'epoca in cui le questioni legate ai vaccini e alla salute pubblica sono al centro del dibattito, abbiamo avuto l'opportunità di intervistare Moreno Ferrari, professore di filosofia e presidente dell'Associazione NO BLOOD. L'intervista, condotta da Annalisa Minervini, ha messo in luce le posizioni di Ferrari riguardo alla sicurezza del sangue dei donatori vaccinati e alla libertà individuale.

Durante l'intervista, Ferrari ha espresso preoccupazioni riguardo agli effetti avversi dei vaccini, citando rischi come l'autismo e le morti improvvise. "Non esistono ad oggi studi che confermino la sicurezza del sangue di vaccinati", ha affermato. "Al contrario, ci sono studi che evidenziano criticità." Secondo lui, la mancanza di ricerche che includano gruppi di controllo rende impossibile determinare con certezza se i vaccini abbiano effettivamente salvato più vite rispetto a chi non si è vaccinato.

Le sue affermazioni si allineano quindi con una corrente di pensiero scettica che mette in dubbio i dati ufficiali sulla sicurezza dei vaccini. 

Un altro tema centrale dell'intervista è stata l'iniziativa di Ferrari di indire un referendum per abolire totalmente, o almeno in parte, la Legge Lorenzin, che ha reso obbligatorie le vaccinazioni per molte categorie. Il professor Ferrari ha anche sottolineato come la legge presenti lacune significative nei test scientifici, non confrontando i benefici dei vaccini per chi li ha ricevuti con quelli di chi ha scelto di non vaccinarsi.

Moreno Ferrari, attraverso l'Associazione NO BLOOD, continua a sollevare interrogativi importanti su temi controversi che riguardano la salute pubblica e la libertà individuale. Le sue posizioni provocatorie e le sue richieste di maggior trasparenza scientifica invitano a una riflessione più profonda sul ruolo dei vaccini nella società odierna.

Mentre il dibattito sui vaccini continua a polarizzare l'opinione pubblica, è fondamentale ascoltare e analizzare tutte le voci coinvolte per comprendere appieno le implicazioni di queste scelte per il futuro della salute pubblica.

Intervista al prof. Moreno Ferrari:

domenica 13 ottobre 2024

La CASA di ZACCHEO a MESAGNE: L' ACCOGLIENZA come motivo di VITA.

Intervista a Don Pietro DE PUNZIO! 


Con piacere vi segnalo che ho avuto la possibilità di realizzare un'intervista ad una bella persona: Don Pietro DE PUNZIO, che con il suo progetto la CASA di ZACCHEO a Mesagne, provincia di Brindisi, dà accoglienza, ospitalità e aiuto a tutti coloro, di qualunque provenienza siano e chiunque essi siano, che abbiano bisogno di una mano.

In questa significativa intervista abbiamo parlato della sua vocazione, della sua vita, ma molto anche del suo progetto, della sua attività in sviluppo, del mondo attuale, dei giovani e della speranza che dobbiamo nutrire, nonostante tutte le difficoltà cui ogni giorno andiamo incontro, in questa realtà complessa. Il progetto CASA di ZACCHEO è meritorio e per questo, a chi volesse dare un sostegno economico, lasciamo qui di seguito i riferimenti bancari per una eventuale, libera donazione. CASA di ZACCHEO ODV MESAGNE C.F. 910940600745 email: casadizaccheomesagne@libero.it PEC: casadizaccheo.odv.mesagne@pec.it IBAN: IT31X0760115900001049582305 Un grazie sentito a Don Pietro per le sue belle parole e per la sua opera, e a tutti quelli che vorranno sostenerlo e ascolteranno questa intervista, che vi prego di ascoltare con attenzione e di diffondere con il seguente link:

https://youtu.be/Xdc6-Ddbc58 Grazie a voi tutti!

Anna

sabato 12 ottobre 2024

 


Israele attacca ONU e Italia, in Libano

Dopo aver con calma verificato notizie che risalgono a giovedì 10 ottobre scorso, vi riporto i fatti gravi e sconvolgenti che sono avvenuti nel sud del Libano, a causa dell’esercito israeliano, che ormai non può e non deve più essere definito di difesa, bensì va chiamato per come è nella realtà: l’esercito di invasione israeliano, che sta attaccando e aggredendo popoli nei loro territori sovrani.


Eccovi i fatti, di cui come sempre il Mainstream sta assolutamente tacendo ed evitando di parlare e scrivere. 


ISRAELE ha colpito con colpi di artiglieria (per certo si parla di colpi di carro armato) la base che ospita la sede di Unifil, la missione dell'Onu che dal 2006 ha come scopo quello di pattugliare la linea di confine tra Israele e Libano. Una zona di cosiddetto cuscinetto per evitare contatti e possibili nuovi scontri tra Israeliani e Libanesi, dopo le guerre terribili del 1982 e del 2006, che hanno lasciato devastata la terra dei cedri. Un cuscinetto per garantire maggiormente pace e sicurezza, verificare il ritiro all’epoca delle forze israeliane e un ritorno del Libano alla sua normale sovranità. La missione UNIFIL consta dal 1978 di oltre 10.000 effettivi dell’ONU e di poco più di 1000 soldati italiani.   


L'episodio è accaduto nella città di Naqoura. Tale attacco è stato attribuito dall'ONU alle forze israeliane che avrebbero sparato diversi colpi di artiglieria contro diversi avamposti della base Unifil.


“Tra gli obiettivi vi erano anche le postazioni dell’esercito italiano, che in Libano è presente con oltre mille soldati. Dopo che un drone ha sorvolato ripetutamente la base UNP 1-31, area dove sono presenti 18 militari italiani, i colpi israeliani hanno preso di mira l’ingresso del bunker dove sono rifugiati i soldati italiani e hanno danneggiato i sistemi di comunicazione della base”.


Gli attacchi alle strutture Unifil hanno procurato anche la distruzione delle telecamere di sorveglianza situate lungo il perimetro degli avamposti sotto il controllo italiano.


Israele aveva diffuso la dichiarazione che aveva preso di mira 140 obiettivi che riteneva importanti in Libano.


In tutto il silenzio vergognoso delle testate mainstream e pressoché totale del Governo di Giorgia Meloni, in modo forte si è solamente alzata la voce adirata del Ministro della Difesa italiano, Guido Corsetto il quale ha convocato con urgenza l’ambasciatore israeliano movendo la seguente accusa: «Non si è trattato di un errore, né di un incidente, ci devono spiegazioni formali, reali, nei tempi più rapidi possibili», e ha sottolineato che gli attacchi israeliani possono «costituire crimini di guerra». In tutto questo la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha solamente riferito di aver presentato formali proteste alle Autorità israeliane, con il ministro degli Esteri Tajani che ha dichiarato alla stampa (silenziosa anche su questa dichiarazione) di augurarsi le scuse di Israele. 

Augurarsi le scuse di Israele???


Anziché scusarsi per gli attacchi, che hanno colpito anche la base di Naqoura, con due due soldati indonesiani feriti, l’ambasciatore israeliano all’ONU ha addirittura contrattaccato dicendo che il contingente UNIFIL dovrebbe «spostarsi di cinque chilometri più a nord per evitare pericoli».

Diversi governi europei, guidati da Francia e Spagna, hanno attaccato le dichiarazioni dell’ambasciatore israeliano, con Crosetto che ha anche aggiunto con forza che «le Nazioni unite e l’Italia non prendono ordini da Israele».


La mia percezione però è che si tratti di un siparietto in cui il Ministro della Difesa fa affermazioni rabbiose per placare una parte dell’Opinione pubblica italiana (magari anche le famiglie dei soldati italiani in Libano, che ne dite?), mentre il governo continua a mantenere posizioni filosioniste, al fianco del guerrafondaio Netanyahu e del suo governo, facendo vedere che Giorgia e C. si attengono alle linee guida dei paesi angloamericani cui sono legati mani e piedi, in quanto politici di un paese sconfitto e non più sovrano, dalla fine della seconda guerra mondiale.


E in tutto questo, in concreto e al di là di tante parole, la maggioranza del mondo occidentale sostiene, complice, l’impunità dei delitti e del genocidio commesso dal criminale governo israeliano.


Dobbiamo quindi aspettarci anche dei nostri soldati innocenti uccisi da Israele?



di Anna Turletti


venerdì 11 ottobre 2024

Corrado Azzollini: L’Ulivo e il Baobab e uno sguardo al futuro del Cinema italiano


In un'intervista esclusiva rilasciata ad Annalisa Minervini, inviata di Idea News, Corrado Azzollini, figura di spicco del cinema italiano e Presidente di Confartigianato Cinema e Audiovisivo, ha condiviso il suo profondo legame con la sua città natale, Molfetta, e le sfide che affronta l’industria cinematografica italiana. Quest’anno, Azzollini ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Troisi presso il Marefestival di Salina e il Premio Città di Nardò, testimoniando il suo impegno e la sua passione per il mondo del cinema.

Durante l’intervista, Azzollini ha rivelato quanto Molfetta abbia influenzato la sua formazione e la sua carriera. Ha infatti sottolineato come molti dei suoi progetti futuri siano ambientati non solo a Molfetta, ma anche in territori limitrofi come Giovinazzo. Questo legame con le sue radici si riflette nel suo lavoro, che cerca di raccontare storie autentiche e vicine alla sua cultura.

Uno dei momenti salienti dell'intervista è stata l’anticipazione del suo nuovo film, "L'Ulivo e il Baobab", che sarà presentato in anteprima al Festival del Cinema Europeo di Lecce nei primi di novembre. Girato tra Puglia e Africa, il film vede come protagonista Russell Crowe e affronta il tema della connessione tra questi due territori attraverso il simbolismo di due alberi iconici: l’ulivo e il baobab. Azzollini ha spiegato come questo progetto nasca dal desiderio di esplorare le affinità culturali e naturali tra Puglia e Africa, offrendo una narrazione che spera di emozionare il pubblico.

Oltre a discutere dei suoi progetti artistici, Azzollini ha affrontato anche le attuali sfide che l'industria cinematografica italiana si trova ad affrontare. In qualità di presidente di Confartigianato Cinema e Audiovisivo, ha evidenziato la necessità di sostenere le piccole imprese italiane, che spesso si trovano a fare i conti con un trattamento ineguale rispetto alle grandi produzioni, molte delle quali non sono italiane.

L’intervista si è conclusa con i complimenti a Corrado Azzollini per i suoi successi e con l’augurio di una carriera ancora ricca di progetti innovativi. Con il suo impegno e la sua visione, Azzollini non solo porta avanti il suo lavoro, ma diventa anche un portavoce per il futuro del cinema italiano, richiamando l'attenzione sull'importanza di valorizzare le radici, le piccole realtà locali e terre che, seppur possano sembrare molto distanti dalla nostra, sono in realtà molto vicine.

Intervista a Corrado Azzollini
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