Un confronto civile per riportare la verità al centro del dibattito pubblico, anche con chi non vuole ascoltare.
Grazia Piccinelli, fondatrice del Comitato Fortitudo– realtà nata per dare voce alle vittime e ai danneggiati da vaccino e per portare alla luce le conseguenze della vaccinazione di massa – ha spesso realizzato interviste dal titolo "Incontri con Grazia" ad esperti, testimoni e vittime dirette, cercando un confronto aperto e paritario.
In questa prospettiva di equità e rispetto della par condicio, ha scelto di intervistare anche Fabrizio Pregliasco, uno dei volti più noti del fronte mediatico pro-vaccinazione durante la pandemia, spesso definito una “virostar”.
E allora apriti cielo. Come osano Alessandro Amori e Grazia Piccinelli offrire voce a chi ancora oggi difende tesi ormai smentite da studi, inchieste, evidenze sempre più numerose? Come osano farlo con educazione, senza alzare la voce, senza trasformare l’intervista in un’arena?
Io davvero non capisco di cosa si stia accusando Alessandro Amori e Grazia Piccinelli per la scelta di intervistare chi ancora oggi difende l’importanza dei vaccini. Dell’educazione e della delicatezza con cui Grazia Piccinelli ha condotto il confronto con Pregliasco? (Cit.: “...Noi stiamo qua per avere un
confronto tra le parti... nel rispetto delle nostre diversità..”) . Ma stiamo scherzando? Non vi è piaciuta? Nemmeno a me, per certi versi. L’arroganza della controparte è evidente. Ma il punto è un altro: bisogna perseverare. Continuare a proporre incontri in cui si espongono i fatti con chiarezza, dove l’interlocutore viene messo davanti alle contraddizioni, senza aggressività ma con fermezza. Solo così si smonta una narrazione.
Cosa si aspettavano, una rissa da talk show con urla e denunce finali? Se davvero vogliamo tornare a un dialogo, se vogliamo superare questa divisione sterile tra vaccinati e non vaccinati, allora dobbiamo cominciare da qui. È una strada in salita, certo. Ma è l’unica percorribile. E questa intervista è un primo passo.
Il tempo delle accuse infondate e delle risposte evasive è finito. Ora è il momento di studiare, acquisire documenti, incrociare fonti, fare le domande giuste. È il momento di pretendere che anche chi ha goduto di enorme visibilità durante l’emergenza si assuma la responsabilità delle sue parole e scelte. Perché la scusa del “non sapevamo” non regge più. Le informazioni c’erano, le analisi anche. Se non le hanno cercate, è lecito domandarsi il perché: disinteresse? Rapporti troppo stretti con case farmaceutiche? Opportunità economiche? Partecipazione a progetti non dichiarati?
Avanti così. Perché se il dialogo è difficile, il silenzio è molto più pericoloso.
“Anche parlarne male, l’importante è che se ne parli.” Una frase attribuita a Andy Warhol, un famoso artista e icona della cultura pop. E allora parliamone. Ma con stile, con coraggio e con quella voglia di verità che il Comitato Fortitudo, Grazia Piccinelli, Alessandro Amori, Play Master Movie e il nuovo film che stanno realizzando continuano a dimostrare ogni giorno. Avanti così.
Un percorso, quello di Alessandro Amori, che merita rispetto e attenzione. I suoi documentari partono nel 2017 con "Vax Over" a seguito della legge Lorenzin, poi c'è stato "Invisibili", che ha dato voce ai danneggiati da vaccino ignorati dalla narrazione ufficiale. Poi "Non è andato tutto bene", una denuncia lucida delle storture istituzionali e "La morte negata", un documentario toccante sulle reazioni avverse ignorate fino all’estremo. E ora il nuovo progetto, "Modello Fortitudo", un’indagine coraggiosa sull’Italia post-pandemica e su chi non si è arreso.
Buona visione con i Trailer e i film di Play Master Movie gentilmente concessi per la pubblicazione.
In Italia, i lavoratori autonomi risultano tra i più esposti al rischio di povertà o esclusione sociale. Secondo i dati Istat elaborati dall’Ufficio studi CGIA, il 22,7% dei nuclei familiari con capofamiglia autonomo si trova in condizioni di vulnerabilità economica, contro il 14,8% delle famiglie a guida di un lavoratore dipendente.
Una differenza significativa che fotografa con chiarezza la sofferenza economica di chi lavora in proprio, spesso senza tutele, ammortizzatori sociali o garanzie. Mentre negli ultimi anni il potere d’acquisto dei salari dei dipendenti ha subito un calo sensibile, per le partite IVA il peggioramento è stato ancora più drastico. Complice una contrazione dei fatturati e l’aumento dei costi di gestione, il tenore di vita degli autonomi ha vissuto una netta regressione.
Alcuni potrebbero avanzare dubbi sulla veridicità dei redditi dichiarati dagli autonomi, ma l’indicatore “rischio povertà o esclusione sociale” non si limita ai dati fiscali. Include anche chi vive in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, o in famiglie a bassa intensità lavorativa. Una fotografia, dunque, più ampia e articolata.
Oltre 5 milioni di partite IVA, metà operano in regime forfettario
Oggi in Italia si contano circa 5,17 milioni di lavoratori indipendenti. Quasi la metà rientra nel regime forfettario: attività senza dipendenti, con un’organizzazione minima e fatturati annui sotto gli 85 mila euro. Si tratta spesso di giovani, donne e persone in età avanzata – soprattutto nel Mezzogiorno – che lavorano a singhiozzo, in modo precario, con scarsi guadagni e senza tutele. Per molti di loro, riuscire a riscuotere quanto spetta è già una sfida.
Dal 2003 a oggi, -30% sul reddito degli autonomi
Secondo i dati CGIA, negli ultimi vent’anni il reddito reale delle famiglie con capofamiglia autonomo è sceso del 30%. Per i dipendenti il calo è stato dell’8%, mentre per i pensionati la situazione è rimasta pressoché stabile. Le ragioni di questa crisi sono molteplici: crisi economiche, contrazione dei consumi, concorrenza della grande distribuzione e dell’e-commerce. A farne le spese sono state soprattutto le micro attività, spesso a conduzione individuale.
E i dazi? Un rischio indiretto anche per gli autonomi
Anche l’introduzione di dazi, come quelli annunciati negli USA, può danneggiare indirettamente gli autonomi italiani. Se queste misure dovessero frenare la crescita economica o alimentare l’inflazione, le fasce più fragili del lavoro autonomo potrebbero pagarne il prezzo. È dunque urgente sostenere la domanda interna, accelerare la piena attuazione del PNRR e proseguire nella riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese.
13,5 milioni di italiani in difficoltà economica
Secondo l’analisi CGIA, nel 2024 sono ben 13,5 milioni le persone a rischio povertà o esclusione sociale in Italia, pari al 23,1% della popolazione. Il dato è allarmante soprattutto nel Mezzogiorno, dove vive il 57% dei soggetti in difficoltà. La Campania è la regione con il maggior numero di persone coinvolte (2,4 milioni), seguita da Sicilia, Lazio e Puglia. Ma se si guarda alla percentuale sulla popolazione residente, è la Calabria a guidare questa triste classifica con un preoccupante 48,8%.
Le categorie più colpite: pensionati e lavoratori autonomi
Nel confronto tra le diverse fonti di reddito familiari, i pensionati sono i più esposti (33,1% a rischio), seguiti dagli autonomi (22,7%) e dai dipendenti (14,8%).
La forbice sociale si allarga, e la povertà tocca anche chi lavora. Serve, oggi più che mai, una nuova attenzione per chi è rimasto indietro.
Ascoltiamo ora il servizio di Miriana Catacchio e il parere di Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi CGIA di Mestre.
Benvenuti su IdeaNews. Oggi abbiamo il piacere di ospitare due importanti protagonisti del film-documentario “Il Grande Risveglio”, un progetto che esplora nuove prospettive di vita in un mondo in continua trasformazione. Con noi ci sono la giornalista e scrittrice Tiziana Alterio e il regista Paolo Cassina, che con il loro lavoro stanno dando voce a realtà spesso trascurate dai media mainstream.
"Il Grande Risveglio" non è solo un film-documentario, ma un vero e proprio viaggio alla scoperta di comunità e individui che stanno costruendo alternative sostenibili nei settori dell'educazione, dell'agricoltura, della medicina e dell'impresa. Un'opera che, attraverso il racconto di storie di coraggio e le esperienze di individui e comunità che stanno tracciando percorsi alternativi al modello capitalista tradizionale, evidenzia la necessità di una riconnessione più profonda e autentica con sé stessi, gli altri e la natura, promuovendo una visione di localizzazione contrapposta alla globalizzazione. Un viaggio che mette in discussione il modello dominante e propone una nuova consapevolezza. Grazie Tiziana e Paolo per essere qui con noi oggi, benvenuti.
Idea News Magazine (sigla).
Tiziana Alterio:
Grazie, grazie a voi per questo invito! E un saluto a tutti gli amici pugliesi a questo punto.
Paolo Cassina:
Grazie! Grazie mille per l'invito e saluti a tutti gli ascoltatori.
Domanda (Mario Di Gregorio):
Iniziamo con te Tiziana. Nel film parlate di un necessario ritorno alla consapevolezza e alla riconnessione con valori autentici, distanti dalle logiche imposte dal sistema attuale. Quali sono, secondo voi, i primi passi concreti che ciascuno di noi può compiere per avviare questo processo di risveglio?
Quanto conosciamo veramente della realtà che ci circonda? Il nostro sapere è spesso parziale, fluido e soggettivo. Non possiamo pretendere di sapere tutto, ma possiamo migliorare la qualità del nostro pensiero. Oggi, con l'enorme quantità di informazioni che circolano, molte delle quali distorte o manipolate, sviluppare un forte spirito critico è fondamentale.
Come Orientarsi in un Mondo di Incertezze:
Il progresso scientifico e tecnologico coesiste con paure antiche e teorie complottiste. In un simile contesto, la nostra capacità di fare scelte consapevoli e responsabili diventa cruciale. Ogni nostra decisione ha delle conseguenze e, se guidata dall’etica, può contribuire al bene comune. La qualità delle nostre scelte è il fondamento su cui costruire una società equa e informata.
Le Fondamenta del Pensiero Critico:
Il pensiero critico ci permette di andare oltre le apparenze e le informazioni superficiali. In un mondo in cui le fonti sono molteplici, ma non sempre veritiere, è importante sviluppare la capacità di analizzare e discernere ciò che è utile. La verità non si trova in un'unica voce, ma in un insieme di punti di vista che bisogna essere capaci di valutare.
Le Professioni del Futuro e l'Intelligenza Collettiva:
Il futuro richiederà professionisti in grado di lavorare insieme, non più come individui isolati ma come parte di un'intelligenza collettiva. È necessario avere una visione d'insieme, che permetta di capire le connessioni tra le diverse informazioni, senza rimanere bloccati in un pensiero limitato. La vera innovazione non deve disprezzare la saggezza del passato, ma usarla per trovare nuove soluzioni.
Il Ruolo del Potere e la Responsabilità Sociale:
In un mondo che cambia velocemente, il potere deve essere usato con responsabilità. Coloro che occupano posizioni di influenza hanno il compito di guidare il progresso con etica, per evitare che il potere si trasformi in manipolazione o sfruttamento. Le scelte politiche, scientifiche e sociali devono essere orientate al bene comune, per evitare che la società cada in un circolo vizioso di disuguaglianza e ingiustizia.
La Sfida dell'Incertezza e la Necessità di Domande:
Viviamo in un mondo dove il futuro è incerto, ma possiamo comunque fare delle scelte consapevoli. La nostra responsabilità è quella di chiedere: “Chi sono?”, “Dove vado?” e “Con chi cammino nella vita?” Queste domande non sono ingenuità, ma precondizioni per vivere in modo responsabile e consapevole. Non possiamo essere spettatori della vita, ma attori responsabili del nostro destino.
Rielaborare le Credenze e Lavorare per un Bene Comune:
Un altro aspetto fondamentale è rielaborare le nostre credenze e il nostro modo di pensare. Non dobbiamo limitare la nostra creatività a fini egoistici, ma usarla per il bene comune. Anche nei contesti più difficili, dobbiamo cercare di valorizzare ciò che di buono c'è in ogni situazione, senza lasciarci sopraffare dalle difficoltà. La nostra forza risiede nel saper dare il meglio di noi per la collettività.
Conclusioni:
Per costruire una società più equilibrata, è importante concentrarsi su ciò che possiamo controllare: il nostro modo di pensare e agire. Se coltiviamo uno spirito critico, riusciremo a difenderci meglio dalle manipolazioni e a prendere decisioni più giuste e consapevoli. Solo così potremo affrontare le sfide future e realizzare un futuro migliore per tutti.
La consapevolezza è la chiave per trasformare l’incertezza in un’opportunità di crescita.
Il 29 marzo 2025, la Sala Xenia di Trieste ha ospitato il convegno "Effetti Avversi: Rompiamo il Silenzio!", un evento significativo dedicato all'analisi delle conseguenze sociali e sanitarie legate alla pandemia.Organizzato dal Comitato di Mutuo Appoggio Lavoratori Radio-TV (https://www.comitatoradiotv.it/) in collaborazione con Vento di Nord Est, (https://ventodinordest.com/) l'incontro ha offerto una piattaforma per testimonianze spesso trascurate, promuovendo una maggiore consapevolezza collettiva.
Temi trattati:
Isolamento sociale e discriminazione subiti durante la pandemia.
Perdita del lavoro e rottura di rapporti personali.
Testimonianze di persone colpite da effetti avversi post-vaccinazione.
Gaia Bernabovi, segretaria del comitato "Ascoltami".
Marianna Canè, giornalista d’inchiesta per "Fuori dal Coro" e autrice del libro "Effetto Avverso".
Tania Bertelli, danneggiata da vaccino (in collegamento).
Simonetta Filippini Galli, familiare di una vittima ospedaliera (in collegamento).
Desideriamo esprimere la nostra più profonda gratitudine agli organizzatori del convegno "Effetti Avversi: Rompiamo il Silenzio!" per il loro impegno e coraggio nell'affrontare tematiche di grande rilevanza sociale. In particolare, il Dott. Biagio Mannino ha moderato l'evento con equilibrio e professionalità, facilitando un dialogo aperto tra i relatori e il pubblico presente, stimolando una riflessione profonda e necessaria.
Le testimonianze condivise hanno illuminato aspetti cruciali legati agli effetti avversi, stimolando una riflessione profonda e necessaria.
La decisione di dare voce a testimonianze spesso trascurate ha permesso di accendere i riflettori su realtà che meritano attenzione e comprensione. Eventi come questo sono fondamentali per promuovere una società più informata e consapevole, capace di affrontare le sfide attuali con empatia e solidarietà.
Invitiamo tutti a visionare la registrazione per approfondire le tematiche trattate e unirsi a questa importante conversazione:
L'episodio del 29 marzo 2025 di "Striscia la Notizia" ha sollevato un tema cruciale: i rischi legati all'uso eccessivo di ChatGPT, in particolare la tendenza a preferire l'interazione con l'IA alle relazioni umane, con possibili conseguenze sulla socialità e dipendenza tecnologica.
Questo ci spinge a riflettere sull'impatto dell'intelligenza artificiale sulle capacità cognitive, soprattutto nei più giovani. Strumenti come ChatGPT, se utilizzati in modo sconsiderato, rischiano di indebolire il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi, come già accaduto con la diffusione delle calcolatrici che ha ridotto le abilità di calcolo mentale.
Promuovere un uso consapevole dell'IA, che potenzi le capacità individuali anziché sostituirle, è quindi fondamentale per preservare le competenze cognitive e le interazioni sociali autentiche.
L'IA offre indubbi vantaggi nella semplificazione di attività quotidiane, tra cui scrittura e organizzazione di testi. Tuttavia, studi recenti dimostrano che l'uso massiccio dell'IA può compromettere il pensiero critico, specialmente nelle nuove generazioni, se non si mantiene un equilibrio con lo sviluppo del pensiero autonomo e con una corretta educazione.
Nell'ambito educativo, l'integrazione dell'IA genera la preoccupazione di una dipendenza eccessiva dalla tecnologia. Studenti ed educatori, affidandosi troppo a strumenti digitali per l'apprendimento, rischiano di ridurre le capacità di analisi, problem solving, la creatività. Un approccio equilibrato che incoraggi l'uso consapevole dell'IA è quindi essenziale per preservare l'autonomia cognitiva.
Per affrontare queste sfide, è importante adottare strategie educative che affianchino l'IA allo sviluppo delle competenze tradizionali, incoraggiando gli studenti a utilizzare la tecnologia come supporto e non come sostituto del pensiero critico.
In sintesi, pur riconoscendo le grandi opportunità offerte dall'IA, è cruciale promuoverne un uso equilibrato e consapevole che potenzi, anziché sostituire, le nostre capacità cognitive, formando pensatori critici e indipendenti nell'era digitale.